Capitolo 14

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Lo adagiò sul suo letto cercando di fare il più piano possibile, aveva il terrore di fargli male.

Era completamente bagnato dalla testa ai piedi e avrebbe bagnato anche le coperte ma non gli importava più di tanto voleva soltanto che stesse bene.

Si tolse la giacca e i vestiti bagnati e si cambiò prendendo dei vestiti puliti anche per Harry.

Cominciò a spogliarlo lentamente, era così fragile che aveva paura di fargli del male anche solo stringendolo un po'.

Gli sollevò la maglietta e trattenne con tutte le sue forze un urlo di dolore e rabbia.

Il suo corpo era completamente coperto di lividi e tagli, alcuni stavano scomparendo altri erano sanguinanti, era magrissimo e la sua pelle era pallida ricoperta da chiazze blu, violacee e gialle, gli sfilò la maglietta delicatamente da sopra la testa sollevandolo un po' dal letto, era riuscito a trattenere le urla ma non le lacrime che adesso stavano bagnando le sue guance.
Ripensò al diario e a quanto quel piccolino aveva sofferto, leggere quelle parole aveva fatto davvero male, ma adesso vederlo con i suoi occhi gli squarciava il cuore in due.

Gli lasciò un bacio sulla fronte e continuò a spogliarlo togliendogli le converse bianche e le calze, poi con mani tremanti e con gli occhi semichiusi per paura di ciò che quasi sicuramente sarebbe stato costretto a vedere gli abbassò la tuta grigia, trovandola con un enorme macchia di sangue in corrispondenza del cavallo dei pantaloni.

L'urlo che era riuscito a trattenere prima rimbombava ora nelle sue orecchie mentre correva in bagno per prendere garze e disinfettante, con gli occhi completamente appannati dalle lacrime e il respiro spezzato dai singhiozzi che non riusciva a fermare.

Si precipitò accanto a lui in meno di un minuto con in mano tutto il necessario per medicarlo, gli tolse completamente i pantaloni e dopo aver fatto un profondo respiro fece scivolare giù anche i boxer bianchi che ormai erano diventati rossi.

Guardò quella macchia con il cuore dolorante e i polmoni che faticavano a far entrare l'aria pensando a quante volte Harry si era ritrovato in queste condizioni a dover pulire da solo il suo sangue e a dover curare le sue ferite gemendo per il dolore e piangendo rannicchiato su se stesso.

Gettò i boxer a terra con rabbia lanciandoli il più lontano possibile e poi spostò lo sguardo sul corpo di Harry completamente nudo, piccolo e indifeso.

Era bellissimo.
Nonostante tutto il dolore che aveva subito era bellissimo, la pelle incredibilmente morbida e liscia, la pancia piatta e i fianchi magri ma ancora morbidi e sporgenti.
E poi dalla vita in giù Louis si stava forzatamente impedendo di fare commenti, sapeva che li avrebbe fatti perché Harry era veramente un Dio greco ma sarebbe successo quando avrebbe potuto sentirlo, quando sarebbe completamente guarito sia dentro che fuori e avrebbe potuto ridere delle sue battute.

Si perse nell'ammirarlo e si risvegliò dal suo stato di trance soltanto quando vide tra le sue mani le garze e il disinfettante.

Aprì la bottiglietta versandone una grande quantità sul cotone della garza, sapeva che non avrebbe bruciato perché lo aveva già provato qualche volta quando si tagliava per sbaglio, ma aveva comunque una paura tremenda di fargli del male.

Portò la garza su una delle ferite che aveva in corrispondenza delle costole e la tamponò lentamente fino a quando non fu completamente pulita e rimarginata.
Fece la stessa operazione per tutte le ferite, e mentre lo medicava gli accarezzava dolcemente la pancia premendo leggermente verso il basso come a volerlo svuotare da tutto il dolore che aveva dentro.

Poi lo prese tra le braccia girandolo delicatamente a pancia in giù, gli allargò le natiche e tamponò la sua apertura che non la smetteva di sanguinare.

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