Capitolo 15

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La mattina dopo Sebastian si svegliò prima di Belle, rimase a guardarla perché non voleva svegliarla alzandosi dal letto, dato che lei era poggiata sul suo petto e stringeva il suo busto con il braccio sinistro.
Quando la ragazza aprì gli occhi lui le sorrise increspando le varie cicatrici sul suo volto.
«Buon giorno» Belle si strofinò gli occhi in maniera piuttosto goffa.
«Buon giorno anche a te, dormito bene?»
«Benissimo» sorrise la ragazza ancora un po'assonnata.
«Vuoi fare colazione?» il ragazzo la guardò con un filo di preoccupazione, sperava che non rifiutasse, voleva compiere un gesto carino per lei.
Belle ci pensò su qualche minuto poi rispose:
«Si, ma non adesso, ho ancora sonno» disse e si accoccolò di nuovo sul petto di Sebastian, abbracciando il suo torace, mentre lui sorrideva intenerito.
«D'accordo» mormorò e chiuse gli occhi poggiando il mento sulla testa della ragazza.
Lei riaprì gli occhi e lo guardò.
«Sebastian...» mormorò Belle.
Lui aprì gli occhi e ricambiò lo sguardo.
Avrebbe voluto dirgli che gli voleva bene ma si sarebbe contraddetta dopo il bacio che lei gli aveva dato, così rimase in silenzio a cercare un modo, senza contraddirsi, di dirgli che voleva restargli accanto e voleva aiutarlo ad uscire dal suo guscio duro come la pietra, dove si nascondevano le sue vere emozioni. Ebbe scarsi risultati nel suo intento di riordinare le parole che voleva rivolgergli, così alla fine non si espresse.
«Niente...» richiuse gli occhi e dopo poco riprese sonno.
Lui non le domandò cosa gli volesse veramente dire, pensava che lei fosse ancora talmente assonnata da non essere molto lucida e consapevole delle sue azioni perciò alzò gli occhi fissando le tende del letto a baldacchino.
Dopo una mezz'ora Belle si risvegliò con la pancia che brontolava, posando lo sguardo su Sebastian che rise lievemente.
«Buon giorno di nuovo, ti va se facciamo colazione fuori?» sorrise.
Lei annuí.
«Che aspetti? Vestiti» a questa affermazione Belle saltò giù dal letto e andò ad aprire l'armadio.
Sebastian la fissava sdraiato sul letto.
Lei uscì dalla sua camera ed andò in bagno a prepararsi, in dieci minuti erano entrambi pronti.
Uscirono e si diressero all'auto di Sebastian.
Lui teneva in mano due blocchi da disegno e un astuccio nero.
«Che ci fai con quelli in un bar?» domandò la giovane ragazza.
«Dopo vedrai» lui le fece l'occhiolino e dopo aver posato il materiale da disegno sui sediolini posteriori si sedettero e il ragazzo mise in moto. In mezz'ora raggiunsero un bar in città, fece scendere Belle ed entrarono.
Il barista, appena varcarono la soglia dell'entrata, guardò male Sebastian come se fosse una minaccia.
Belle pensò che fosse per le cicatrici sul suo volto o dal fatto che il suo aspetto suscitasse un po'di timore, ma cercò di non farsi pesare molto questo particolare.
Con un'aria dura l'uomo dietro il bancone chiese ai due se volessero ordinare, Belle prese un cappuccino ed un cornetto ai frutti di bosco e Sebastian un caffè macchiato e una ciambella.
Si sedettero a un tavolo all'esterno e aspettarono che la loro ordinazione arrivasse.
«Non hai mai pensato di farti degli amici in città?» chiese d'un tratto la ragazza per spezzare il silenzio imbarazzante che li divideva durante l'attesa della colazione.
Lo guardò negli occhi, lui aveva un espressione leggermente malinconica ma rispose con un tono di voce normale.
«Si ma ho anche pensato al fatto che sarebbe stato difficile vederli dato che la città è a circa mezz'ora di macchina dalla villa»
«Be' magari ogni tanto tu potresti andare da loro e loro da te» fece spallucce.
Sebastian non voleva affrontare l'argomento, non gli piaceva molto essere circondato da ragazzi... o forse non ci era più abituato...
«Ecco...» mentre stava cercando una spiegazione che apparisse logica agli occhi di Belle, arrivò un cameriere che portò loro la colazione.
Belle ringraziò il cameriere con un sorriso e poi iniziò a mangiare.
Il ragazzo non continuò la conversazione, sperando che Belle se ne dimenticasse.
Effettivamente non gli chiese di continuare, forse perché era troppo impegnata a gustare il suo cornetto ripieno di frutti di bosco.
Lui ringraziò il cielo e divorò la sua colazione.
«Ti va di andare a un lago qui vicino, dopo la colazione?» chiese d'un tratto lui, dopo essersi pulito con il fazzoletto lo zucchero lasciato dalla ciambella sulle sue labbra.
«Si, perché no?» sorrise Belle.
Quando finirono di fare colazione si diressero in macchina ad un lago che si trovava vicino alla città.
Sebastian parcheggiò la macchina e scese con l'attrezzatura da disegno, mentre la ragazza realizzava il motivo per cui lui avesse deciso di portarla.
Si voltò a guardare il lago a trecento metri lontano da loro e rimase sbalordita.
Era una vasta distesa d'acqua color smeraldo semitrasparente. Quando furono più vicini poté ammirare meglio l'acqua quasi cristallina, nel quale nuotavano diverse varietà di pesci.
I pecci, che circondavano metà del lago, si riflettevano sulla superficie del lago creando una sorta di specchio surreale.
Dopo che Belle ebbe osservato, con stupore, quel fantastico spettacolo, i due si sistemarono a cinque metri dalla riva del lago; già con le matite pronte a schizzare sul foglio quella meraviglia.
Prima di cominciare, però, la ragazza guardò negli occhi Sebastian per ringraziarlo di quella fantastica sorpresa.
«Di nulla» sorrise lui increspando le suggestive cicatrici sul suo volto.
Belle si rese conto che Sebastian le stava davvero iniziando a piacere. Anche tanto, ammise a se stessa, mentre iniziava a tracciare con la matita i contorni del paesaggio che osservava.
Anche Sebastian si mise a disegnare, ma a differenza di Belle, aveva intenzione di realizzare il ritratto della ragazza visto di profilo mentre lei disegnava e si isolava dal mondo; come se ci fossero solo lei, la sua attrezzatura e il lago.
Dopo un intera mattinata passata al lago, il ragazzo propose a Belle di andare in un ristorante ma lei rifiutò, ammettendo di non avere fame e di preferire rilassarsi sul prato mentre il dolce suono dell'acqua, mossa dal vento, cullava i suoi pensieri.
Così rimasero li, sdraiati a guardare il cielo e le nuvole che passavano dicendo cosa sembrassero.
Quando si furono fatte le 16:47 I due decisero di tornare a casa, anche perché il cielo stava cominciando ad annuvolarsi e i ragazzi avevano fame.
Durante il viaggio Belle non faceva altro che ringraziare Sebastian e descrivere, meravigliata, tutto quello che le era piaciuto di più di quel lago.
Quasi arrivati, il silenzio si era impossessato dell'auto, infatti Sebastian non sapeva cosa dire, mentre Belle pensava.
Pensava a quanto le fosse piaciuta quella mezza giornata all'aperto e continuava a riflettere sul fatto che Sebastian le piaceva sempre di più.
Finalmente arrivarono a casa e riuscirono a mettere qualcosa sotto i denti.
Lui un panino con il tacchino, mentre lei un panino con il prosciutto crudo.
Il resto del pomeriggio videro un film, il pranzo era bastato anche per la cena.
Nel bel mezzo del film la ragazza dai capelli castani si addormentò sul divano accanto a Sebastian, che se ne accorse solo quindici minuti dopo.
Come tutte le altre volte la accompagnò in camera sua e si infilò sotto le coperte con lei.
Belle sognò di bacisre Sebastian al lago, forse lo stava accettando...
Forse, in futuro, lei avrebbe potuto amarlo...
E forse lui sarebbe riuscito a farsi amare da lei.

Spazio autrice:
Scusate se è da un mese che non postavo ma avevo gli esami e dovevo prepararmi e studiare, adesso finalmente li ho finiti, quindi forse sarò più attiva.
Spero vi possa essere piaciuto questo capitolo, nonostante non avesse molti contenuti importanti se non il fatto che Sebastian stava piacendo sempre di più a Belle :)

La bella e la bestia •||storia modernizzata||•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora