Capitolo 8

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Quando Belle si svegliò aveva ancora accanto Sebastian. Aprì gli occhi e lui era a fissarla.
«Mh...» mugugnò stiracchiandosi e sbadigliando «Buon giorno» esclamò poi in fine.
«Buon giorno» rispose lui con un mezzo sorriso. «Non so che ore siano e non ho voglia di andare a vedere l'orario» borbottò lui pigramente.
Lei lesse l'orario sulla sveglia che stava sul comodino.
«Sono le nove» borbottò lei stanca.
«Vado a preparare la colazione...» Sebastian scese dal letto.
«Ma...»
«Ci metto poco» disse lui abbandonando la camera della ragazza che si rimise a dormire.
Dopo cinque minuti Sebastian rientrò in camera con un vassoio con sopra la colazione per entrambi.
Lo posò sulla scrivania e svegliò Belle che si era addormentata di nuovo.
«Eh? Cosa?» balbettò la giovane appena svegliata.
«La colazione» disse il ragazzo con un sorriso divertito.
«Non mi va di... alzarmi per andare in sala da pranzo, oggi...» sbadigliò «salto la colazione» e si sdraiò di nuovo.
«Oggi la colazione è venuta da te» esclamò il ragazzo.
Lei si tirò a sedere mentre lui le offriva il cibo «Wow, grazie!»
Mangiarono insieme sul letto, quando ebbero finito lui andò a lavare i piatti e le tazze. Lei si alzò, zoppicò verso la scrivania e prese il suo album con le matite. Ritornò a letto e si mise a disegnare.
Iniziò con una cicatrice, la cicatrice sotto l'occhio di Sebastian, in cinque minuti riuscì a schizzare il viso del ragazzo.
Senza preavviso lui entrò in camera sua e lei chiuse subito l'album.
«Che disegnavi?» il ragazzo si avvicinò a lei.
«Ehm... io? Nulla perché?» con nervosismo lei mise l'album sotto il cuscino. Avrebbe cancellato quel disegno.
«Allora perché nascondi l'album?» ridacchiò lui.
«Perché...» Belle non sapeva come rispondere. Con agilità Sebastian sfilò da sotto il cuscino lo sketch book.
«No per favore!» lo implorò lei. Si sarebbe vergognata da morire se lui avesse visto il proprio ritratto sull'album da disegno di Belle.
«Come vuoi» le passò lo sketch book con un sorriso divertito.
«Ascolta, io devo andare in città a...» lui si bloccò di colpo. Doveva andare al cimitero, era passato un po'di tempo dall'ultima volta in cui aveva portato dei fiori ai suoi genitori.
«A fare cosa?» domandò lei incuriosita mettendo l'album sul comodino accanto al suo letto.
«A... a prendere altra carne, è finita» mentì lui. Non voleva apparire debole raccontandole che sarebbe andato al cimitero dove erano sepolti i suoi genitori per parlare a delle ceneri.
«Va bene, verso che ora torni?» le chiese lei.
«Per ora di pranzo dovrei stare qui»
«D'accordo» Belle sorrise.
«Ehi ascolta... mi faresti il favore di non entrare nella mia camera?»
«Certo, te lo prometto» questa volta Belle non avrebbe infranto la promessa.
Sebastian si preparò, chiuse a chiave la sua porta e sistemò del borotalco sulla maniglia in modo tale che quando sarebbe tornato si sarebbe accorto se Belle avesse tentato di entrare in camera sua, ed uscì. Andò al cimitero con la bici nonostante avesse una splendida macchina. Quel giorno voleva sentire il vento sfiorargli il viso.
Arrivato al cimitero cercò le tombe dei propri genitori, si avvia esse e poggiò dei fiori a terra. Rimase a guardarle, a guardare le foto incollate alla lapide.
«Mi mancate» sussurrò. Voleva abbracciare la madre e il padre più di qualunque altra cosa al mondo. Sentiva una pressione sul petto e un senso di vuoto in pancia, era la nostalgia.
Voleva in dietro la sua famiglia.
I suoi genitori.
Rimase a parlare con le lapidi per venti minuti, poi si alzò deciso e si diresse verso la sua bici, saltò in sella e andò a prendere un po' di carne per non fare insospettire Belle. Decise anche di prenderle un cavalletto, una tela, dei pennelli e dei colori acrilici per dipingere. Era sicuro che Belle sarebbe stata contentissima e se non sapeva dipingere le avrebbe insegnato lui. Ci mise circa tre ore a fare tutto, incluso tornare a casa.
Intanto Belle si era alzata, era andata a fare una doccia rischiando di cadere almeno tre volte. Dopo andò zoppicando in cucina a preparare il pranzo. Non voleva starsene a letto a non fare nulla.
Uscì dalla sua stanza e perse l'equilibrio, tentò di non cadere aggrappandosi alla maniglia della porta di fronte a lei, quella della stanza di Sebastian ma cadde lo stesso.
Si rialzò e cercò di fare più attenzione.
Arrivata in cucina mise a bollire l'acqua per fare la pasta al sugo.
Sebastian entrò in casa.
Senza farsi sentire andò verso la propria camera.
Il borotalco era a terra, nulla sulla maniglia. Entrò e posò i regali per Belle furioso.
Andò a controllare che lei fosse in camera sua, non c'era.
Era in preda alla rabbia, lo aveva tradito nuovamente, si era fidato di lei. Gli aveva promesso che non sarebbe entrata in camera sua ma lei ci aveva provato.
«Belle!» gridò furibondo.
«Sono in cucina!» esclamò lei con un tono allegro. Lui la raggiunse.
«Ti avevo detto che non dovevi entrare in camera mia!» sbottò lui.
«Io non ci sono entrata...» disse lei innocentemente.
«Ma ci hai provato! Me lo avevi promesso Belle!» gridò lui. Era talmente arrabbiato, lei era stata infedele.
«No non è vero» borbottò lei con tono deciso, era la verità.
«Non mentirmi! Credi che sia stupido?!»
«Sebastian che ti prende?! Non sono entrata in quella camera lo vuoi capire?! Perché non mi credi?»
«Non fare l'angioletto, avevo messo del borotalco sulla maniglia e quando ero tornato era sparso a terra!»
«Ah quindi non ti fidi di me! Sembri paranoico! Chissà cosa ci tieni in quella stanza... non so forse dei cadaveri? Oppure sei una sottospecie di Christian Gray? Ero caduta! Stavo venendo a fare il pranzo e sono caduta, ho cercato di non cadere reggendomi alla maniglia!» gridò lei a tono.
«Peccato che io non ti creda!» urlò lui.
«Peggio per te allora!» sbottò lei, lasciò i fornelli e se ne andò in camera sua chiudendo a chiave. Se avrebbero potuto passare un giorno senza litigare avevano fallito a causa di Sebastian.
Lui non si fidava di lei! Aveva messo del borotalco per vedere se lei lo avrebbe tradito... Belle era sconvolta. Non credeva che Sebastian fosse arrivato a tanto, si sentiva fortemente offesa.
A pranzo Sebastian mangiò da solo. Lasciò della pasta a Belle che mangiò in silenzio quando lui si rinchiuse in biblioteca.
La ragazza andò nella propria camera e strappò con rabbia dal suo album il ritratto di Sebastian. Lo ridusse in coriandoli di carta che caddero sul tappeto al centro della sua stanza da letto. Si mise sulla scrivania e si mise a disegnare sfogando la sua rabbia attraverso la matita che in quel momento era semplicemente tutt'una con il resto della mano sua mano.

Ehi scusate se non è proprio un capitolo intrigante ma presto ce ne sarà uno che molte/i di voi adoreranno! Inclusa me naturalmente😂
Spero che la storia vi stia piacendo:) sciau

La bella e la bestia •||storia modernizzata||•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora