Lui, era lui.
Come era possibile che la fontana aveva realizzato così velocemente il mio desiderio....Mi allontanai a testa bassa e stringendo il manico della borsa come se qualcuno volesse portarmela via.
Ero ancora scioccata si, ma non potevo rimanere lì, lì a fissarlo, immobile ed immersa nei miei pensieri, gli stesi di ogni volta, gli stessi che torturavano la mia anima.Finalmente arrivai davanti il dormitorio dopo aver camminato velocemente per non farmi notare.
Corsi dentro andando a sbattere contro la porta aprendola con la forza, e anche se il braccio mi faceva male continuavo a correre verso la mia stanza.
Vidi il numero 216 da lontano e feci un ultimo scatto verso la porta della mia camera.
Presi velocemente la chiave e la infilai nel chiavistello facendola girare un paio di volte.
Aprii di scatto la porta e la richiusi con la stessa velocità e forza, e mi sedetti per terra appoggiando la schiena alla porta e portando al petto le gambe.
Sentivo il cuore a mille, insomma cosa ca..o mi stava succedendo.Iniziai a piangere senza fermare nemmeno una lacrima, e per cercare di calmarmi un po' mi misi le cuffiette ed iniziai ad ascoltare -sing for you degli EXO-
The way you cry the way you smile
내게 얼마나 큰 의미인 걸까
돌아서며 후회했던 말
사과할 테지만 그냥 들어요
I'll sing for you sing for youChe significava
Il modo in cui piangi il modo in cui ridi
Sai quanto contino per me?
Le parole che ho rimpianto di non aver detto
Ti chiedo scusa, ora scolta
Io canterò per te, canterò per teQuesto mi serviva per il momento, questo mi serviva sentire, parole che nessuno avrebbe potuto dirmi.
Continuai ascoltando -happier di ed sheeran- e dopo -take your time di sam hunt- queste erano le canzone che accompagnavano i miei pianti e la mia insicurezza......
Mi calmai finalmente dopo una mezz'ora e un'ultima lacrima rigò il mio viso pallido.
Mi alzai da quella posizione scomoda ed andai in bagno per vedere il mio aspetto.La mia faccia aveva delle occhiaie enormi e gli occhi erano molto rossi.
Mi sciacquai la faccia e mi misi a posto i capelli cercando di non pensare a cosa era successo.
Ripresi la borsa lanciata dall'altra parte della camera e mi feci forza per uscire.Uscì per andare a cercare un posto tutto per me, dove poter pensare e respirare, la stanza la trovo molto soffocante, anche per questo nella casa abbandonata non passavo mai la giornata.
Volevo sentirmi libera e dipendere da me stessa.Camminai per tutto il campus, tra aiuole e giardini dove potersi riposare, tra altri dormitori più lontani dal mio, tra le altre facoltà, decisamente tutte non adatte a me; e finalmente arrivai davanti un piccolo palazzo.
Lessi l'insegna che diceva <appartamenti dei collaboratori scolastici> e mi decisi ad entrare.Mi guardai un'ultima volta attorno per vedere se qualcuno mi stava seguendo, e più continuavo a girare la testa per controllare, più mi sentivo osservata.
Mi diedi forza ed entrai.
Non era come il dormitorio, era più bello.
Si potevano respirare molti profumi contemporaneamente, c'erano molti fiori, molte piante, e questo rendeva tutto un po più colorato.
Arrivai su un terrazzino del piano e mi voltai.
Vidi una scala che portava sul tetto e intorno alla scala c'era una pianta rampicante, era una visione stupenda.Salii sul tetto e anche se non era molto alto il palazzo, riuscivo a vedere una piccola parte del campus.
Forse avevo trovato il posto giusto, il mio posto...
Certo non era nulla in confronto al panorama di osaka, ma dovevo accontentarmi."E chi è questa intrusa?"
Mi voltai di scatto, ero sicura che nessuno mi avesse vista.
"Emhhhh emhhhh, stavo solo guardando il paesaggio"
"Sisi, ti capisco, è un posto bello per schiarirsi le idee"
"Già....penso che dovrei andare"
"Nono non ti preoccupare, me ne vado io, ma penso che ci vedremo spesso.
Ah comunque io sono park chanyeol, sono il figlio di un 'collaboratore scolastico'" disse lui facendo le virgolette con le mani, poi ricominciò
"Sembra una presa per il culo chiamarlo cosi, e tu sei...?"
Feci una risatina silenziosa
"Io...io sono"
Ma lui mi bloccò e iniziò a venire verso di me mettendomi una mano sulla testa e accarezzandomi lentamente i capelli.
"Come bambolina non ti ricordi il tuo nome?"
Io gli tolsi di scatto la mano dalla mia testa e dissi
"Io mi chiamo vals e no, me ne vado io"
Iniziai ad andarmene con passo veloce ma quel ragazzo fastidioso mi prese il polso e mi fece girare verso di lui.
Le nostre facce erano a pochi centimetri di distanza e i nostri respiri si confondevano, i suoi occhi erano immersi nei miei.
"Senti vals, ho iniziato con il verso sbagliato"
Disse facendo rabbrividire ogni parte del mio corpo.
Scossi la testa e mi staccai da lui, liberai il mio polso dalla sua forte stretta e scesi finalmente da quel tetto.Trenta minuti dopo
Mi feci spazio nel letto per cercare di dormire, ma il pensiero di poter rivedere quello schifoso mi dava il tormento.
Era strano, i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, ma non provavo nulla per lui, il mio cuore sembrava come fermo, immobile, provavo solo rabbia.
Come poteva anche un solo ricordo del ragazzo sconosciuto rendermi indifesa, mentre l'essere così vicina a quel 'park chanyeol' non faceva nessun effetto.
Cosa mi stava succedendo, cosa non andava in me...
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Paper castles~jungkook
Fanfiction"Smettila di essere scontrosa con il mondo, di allontanare tutto e tutti per paura che ti spezzino il cuore, lo so che non ti fidi di me, ma fammi avvicinare, voglio che tu creda in te stessa per una volta, voglio che tu esca da quei fottuti castell...