Ciò che ti attende

183 12 0
                                    

"Victoria, cosa ci faranno? " chiese Bucky, dopo qualche secondo di silenzio lei rispose "Non lo so" ma stava mentendo, era palese, stava battendo più velocemente gli occhi: era agitata."Ti prego, ho bisogno di sapere" lei abbassò lo sguardo "Fanno dei test, ma il perché non lo so, sono passate così tante persone di qui, poi li hanno portati via" "Chi li porta via?" la incoraggiò lui "Gli Uomini in Rosso". Non disse altro, non volle più rispondere a niente, stette zitta, ferma, gli occhi chiusi, quasi dormisse."Victoria, che tipo di test?" chiese per l'ennesima volta lui, la ragazza riaprì gli occhi "Per smistarti a diversi pro-... shhhh" non finì di parlare, perché esplose un casino terribile, in molti urlavano o scuotevano le sbarre, picchiavano muri o si nascondevano negli angoli. Victoria era strana, il respiro le accelerò, con una mano strinse le sbarre e le pupille le si dilatarono visibilmente: era terrorizzata. Passarono alcuni uomini davanti alle celle, lentamente, guardandosi intorno. Avevano giacche bianche e pantaloni neri, la faccia era coperta da una maschera bianca e nera molto simile a delle maschere a gas. Si fermarono, proprio di fronte alla cella di Victoria, lei strinse ancora di più la mano sul ferro, le nocche sbiancate. Ma ripartirono, gli uomini ricominciarono a camminare, poi si sentì una cella aprirsi, e gli uomini ritornarono, al loro seguito un uomo, pelle scura, capelli ricci e gli occhi... vuoti, persi, non trapelava niente da quegli occhi, se non smarrimento, confusione. Continuarono a camminare, l'uomo con un passo automatico, rigido, gli occhi fissi davanti a lui. Il rumore si attenuò, fino a scomparire, ma le nocche di Victoria rimasero bianche, guardava in basso, persa, ancora un pizzico di terrore in viso. Bucky le sfiorò la mano, e lei si voltò, di scatto, fu allora che Bucky lo vide: il suo occhio destro. Era nero, color della pece, la pelle rossa e in alcuni punti così scuro che pareva viola, le dava un aspetto strano, quasi spettrale. Lei voltò di nuovo la testa  "È stato compromesso quando mi hanno catturata, credo che sia per questo che non mi hanno ancora smistata" poi continuò con voce spezzata "Tre ci sono stati prima di te, due morti, uno mai tornato da un test. La prima, quando sono arrivata, mi ha detto che avrebbe voluto essere presa, credeva che li avrebbero trattati meglio e che avrebbe avuto l'occasione di scappare. Poco tempo dopo la tirarono fuori dalla cella le spararono. L'altro, sempre taciturno e spaventato, quando vennero a prenderlo fece un infarto". Era quella la vita nelle celle. Era quello, ciò che lo attendeva.

IL SOLDATO D'INVERNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora