Hands

1.2K 89 30
                                    

Jimin appoggiò gli ultimi scatoloni a terra, finalmente aveva concluso con il trasloco.
"Ehi Chim" lo distrasse una voce da dietro "sei sicuro di voler vivere qui?" gli chiese Tae per quella che era la ventesima volta. "Mi dici che minchia c'hai trovato in questo buco di posto? Con i tuoi soldi saresti in grado di affittare una villa! proprio non ti capisco..." continuò l'amico guardandosi attorno leggermente perplesso, anche lui era un figlio di papà e quel tipo di appartamentino non faceva per uno come lui.
"TaeTae, non fare il superficiale. Ho i miei motivi, e mi sembrava di averteli già detti più di una volta, però se insisti ti rinfresco la memoria! Allora, innanzi tutto..." cominciò Jimin mentre ordinava i suoi libri di Anatomia su un minuscolo scaffale lì nel salottino "Alt! Lo so, lo so...È vicino alla tua facoltà, zona tranquilla, condominio quasi deserto, parchetto dove puoi allenarti, quel figo del tuo vicino..." Il libro di Biologia scivolò dalle mani di Jimin non appena sentì nominare il suo fantomatico vicino. Non lo aveva ancora incontrato, ma si ricordò quelle parole strane che gli aveva detto la signora Hwan quando firmò il contratto d'affitto:

"291..Stagli lontano giovanotto, quel ragazzo è capace di far varcare le porte dell'inferno anche a un angelo come te".


Era ormai sera inoltrata e Jimin stava finendo di studiare Istologia, dato che tra un paio di settimane avrebbe avuto l'esame, quando gli arrivò un messaggio

11.08 PM
da: V

Mogliettina.

11.09 PM
Tu

Dimmi maritino.

11.11 PM
da: V

Domani andiamo a spassarcela. Hoseok vuole portaci in un posto! 🔥

11.15 PM
Tu

Ah sì? Beh, divertitevi. Sai che odio fare il terzo incomodo. E poi ho gli esami a breve, non ho tempo per queste cazzate.

11.23 PM
da: V
Fanculo Jimin, sono stanco di sentirti dire sempre la stessa cosa. Sei peggio di una zitella.

Jimin lesse il messaggio con un sorriso amaro. Era vero. Lui non era il tipo che andava per i locali, passava il tempo a ubriacarsi con gli amici o si faceva di canne.
Lui era il bravo ragazzo, quello che stava (quasi) sempre in casa a studiare e l'unica cosa di cui si faceva era il caffé. Purtroppo doveva ammettere che ne sentiva ormai una certa dipendenza e forse questa era l'unica cosa trasgressiva che Jimin avesse mai fatto nella sua vita.

Jimin si svegliò di soprassalto nel cuore della notte a causa della musica messa a palla e delle grida ubriache che sentiva nell'appartamento lì accanto.
Già si era addormentato a fatica, non chiudeva occhio ormai da qualche giorno, e quando ci riuscì ecco che fu strappato dalle braccia di Morfeo.

"Dannazione..." sussurrò infastidito colpendo il cuscino con il pugno. Il ragazzo non riuscì più ad addormentarsi e continuava a rigirarsi nel letto mentre la musica nella casa di fianco diventava, se possibile, ancora più forte.
"Io lo ammazzo..." Ringhiò alzandosi dal letto di scatto preso dall'ira uscendo poi di casa velocemente, vestito solo in una canottiera bianca e pantaloni di flanella dello stesso colore. Prima di rendersene conto di quello che stava per fare suonò alla campanella insistentemente "Ehi!" cercava di farsi sentire sopra la musica colpendo forte la porta di fronte al suo appartamento.
Rimase lì per un buon quarto d'ora sperando che qualcuno uscisse o che magari lo sentissero, ma inutile. Quando gli venne un'idea! Tornò nel suo appartamento e subito dopo uscì fuori sul balcone che si affacciava sul parchetto.
Di fianco c'era il balcone del suo vicino: la distanza tra i due era poco meno di un metro.
Jimin non era un tipo impulsivo o che facesse cazzate senza senso, ma dato che quella era l'unica volta che riusciva ad addormentarsi dopo una serie di notti insonni viene risvegliato di colpo da quel irresponsabile del suo vicino, doveva farci due chiacchiere, e anche subito.
Salì attentamente sul bordo cementato del balcone cercando di non guardare in giù dato che erano al terzo piano "Fo..orza Jimin. N-non è così lontano. C- ce la puoi fare. Ne va del tuo sonno.."
Il ragazzo cercò di prendere coraggio per poi prendere un respiro e saltare. Ma qualcosa andò storto, forse fece un errore nei conti, oppure un movimento sbagliato perché il ragazzo non riuscì ad arrivare sull'altra sponda e neppure aggrapparvisi con la mano.
Jimin si vide la morte davanti, è finita...pensò lui.

E invece no, non era la fine. Un braccio forte lo afferrò prima che fosse troppo tardi.
Una presa decisa strinse forte la mano attorno al braccio di Jimin, mentre le primi luci dell'alba svelavano il viso del suo salvatore.

Speed / Sospeso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora