Jimin si trovava di fronte alle porte automatiche della metro. Salì veloce e fece passare la tessera prendendo poi posto accanto alla finestra. Sconcertato. Quell'incontro con Min Yoongi era l'ultima cosa che si sarebbe potuto aspettare.
Vederlo con la piccola So Ri Na gli aveva fatto tutto un altro effetto. Attento, premuroso, autorevole e in alcuni momenti quasi dolce. E quel sorriso sincero che offriva unicamente alla sorella, Min Yoongi lo aveva sorpreso piacevolmente.
Il biondo non si accorse neanche di essere arrivato a destinazione, distratto dai pensieri rivolti al ragazzo dai capelli color menta e a un certo moro che, da qualche settimana a questa parte aveva ormai preso posto fisso tra i suoi pensieri.
Due settimane. Da quella fatidica serata sono passate ormai due settimane senza averlo mai visto, neanche per caso. Due settimane senza la causa di quelle stupide farfalle che si divertivano a riempirgli lo stomaco. Jimin aveva vagamente sentito da V che dovesse partecipare a una gara fuori Seoul, ma non ne era certo.
Entrato nel condominio salì velocemente le scale fino al suo piano. Rallentò appena notando qualcuno di fronte alla porta del vicino e la porta aperta. Jimin si scosse veloce distogliendo lo sguardo per seguire imperterrito la cortissima traiettoria che lo separava dal suo appartamento.
"20 € in tutto. Ecco qui lo scontrino" disse il tipo per poi correre via tutto indaffarato. Il biondo inserì le chiavi nella toppa del suo appartamento, non aveva alzato gli occhi neanche una volta per vederlo seppure la tentazione lo stesse uccidendo.
"Ehi tu...angelo?" la voce roca del moro lo fece sobbalzare sul posto, stava per chiudere la porta dietro di sé.
Quando voleva Jimin riusciva ad essere determinato, e anche in quel momento avrebbe voluto chiudere quella porta e con essa ogni spiraglio di speranza che lo separasse da quel enigma che viveva a pochi passi da lui. Ma Jimin non era un bugiardo e ciò che odiava di più era mentire a sè stesso così asseccondò quella piccola parte di sé che fremeva dalla voglia di incrociare lo sguardo del moro ancora per una volta.
Jimin deglutì e alzò gli occhi in quelli tenebrosi di Jungkook trattenendo il fiato.
Jungkook, per conto suo, non faceva che fissare insistentemente il biondo curioso della sua reazione, la malizia nel suo sguardo era facilmente leggibile: il moro amava particolarmente il gioco di sguardi che c'era tra i due.
Non appena riuscì a spostare lo sguardo da quello del diavolo, Jimin notò i graffi e le ferite sul suo viso: aveva il labbro inferiore spaccato, il sopracciglio destro tagliato sul lato è un zigomo rosso. Eppure il ragazzo non sembrava fregarsene "vuoi cenare con me?" alzò appena il sacchetto bianco che gli aveva lasciato il tipo di prima.
" Solo se mi permetti di occuparmi di quello" Jimin disse indicando il viso del moro. Come risposta ricevette uno sguardo talmente intenso che gli generò una scarica elettrica in tutto il corpo del biondo. Jungkook rise e poi alzò le spalle entrando in casa e lasciando l'uscio aperto per l'altro.
Jimin si morse il labbro incerto guardando la porta aperta. Fanculo. Pensò andando veloce a prendere la sua valigetta da pronto soccorso e chiudendosi la porta dietro per poi entrare nell'appartamento di Jungkook. Attraversò il corridoio entrando nella cucina dove questo apriva le confezioni del cibo cinese ordinato. Il biondo appoggiò la valigetta su un ripiano libero rimanendo poi sullo stipite della porta osservando ogni movimento del moro. "Come mai cinese? Non ti piace la cucina coreana?" chiese Jimin trovando il coraggio di cominciare il dialogo. " Non amo cucinare. La cucina coreana é buona solo se fatta in casa" rispose l'altro prendendo le bacchette per entrambi e sedendosi. "Sei un tipo a cui piace continuamente essere invitato?" gli chiese il moro sarcastico indicandogli la sedia di fronte con il capo. Jimin alzò gli occhi al cielo prendendo posto, se c'era una cosa che non gli piacesse in quel ragazzo era proprio il suo comportamento, a volte.
"Serata movimentata? Come ti sei conciato così? " gli chiese, leggermente preoccupato. "Non sono affari tuoi. Sappi solo che io sono innocente" gli rivolse un sorriso che gli raggeló il sangue nelle vene. Jimin venne preso da un colpo di tosse e si alzò di scatto per prendere un bicchiere d'acqua mentre l'altro continuava a mangiare divertito. Il biondo si appoggiò al lavello stringendo le dita sul al ripiano "Quanti anni hai...Jungkook?" il biondo fece l'ennesima domanda guardandolo con gli occhi leggermente lucidi per l'attacco di prima. "Non mangi più?" chiese l'altro alzando lo sguardo quasi severo sul più basso e scorrendo poi sulla sua figura "Sei fissato con la linea?" Jungkook aggiunse appoggiandosi allo schienale. "Mi dici perché a ogni domanda che ti faccio o mi rispondi con un'altra o non mi rispondi?" Jimin si spazientì passandosi una mano tra i capelli, gesto estremamente sexy negli occhi di Jungkook.
"Perché non mi va di parlare, semplice, no?" sorrise appena il moro fissando gli occhi in quelli del biondo " E allora cosa vuoi fare scusa?" ribatté Jimin ma gli tremarono le ginocchia non appena si accorse dell'intensità dello sguardo riservatogli dal moro mentre si passava con lentezza la lingua sulle labbra per pulirle dalla salsa. Jimin deglutì arrossendo "V-voglio prendermi cura di te" sussurrò il biondo inebetito "cioè...intendevo delle tue ferite, si...le ferite" si corresse accorgendosi della frase appena pronunciata. "Non hai mangiato." rispose Jungkook con voce grave, eccitato dalla visuale inebriante che si trovava di fronte. "Non ho fame. Vieni nel bagno." gli disse veloce il biondo distogliendo a fatica lo sguardo per prendere la valigetta e dirigersi verso il bagno, che già conosceva. Una volta raggiunto, Jimin consigliò al moro di sedersi sul bordo della vasca mentre prendeva l'occorrente. Versò abbondantemente del disinfettante su una garza avvicinandola poi al sopracciglio dopo aver controllato il taglio "non é profondo, non ci sarà bisogno di punti." disse il biondo mentre si infilava tra le gambe di Jungkook inconsciamente. Passò la garza con cura sul taglio, mentre il respiro dei due si mescolava dalla distanza inesistente dei loro volti. Jimin terminò il sopracciglio passando allo zigomo, ma appena lo toccò Jungkook sobbalzò sensibile "S-scusa. F-faccio piano ok?" tamponò con cura la ferita fermandosi di volta in volta quando incrociava gli occhi socchiusi del ragazzo. "Sai...ci avrei scommesso che prima o poi ci saremmo trovati in questa situazione" sussurrò Jungkook con la voce roca ma stranamente calda mentre Jimin, dopo aver bagnato un'altra garza, fermò la mano poco prima di passarla sul punto esatto in cui il labbro era spaccato per alzare lo sguardo in quello del moro "Cosa intendi?" la voce gli uscì flebile e insicura mentre il respiro diveniva sempre più spezzato. Jungkook abbassò la mano del biondo e mettendogli un palmo dietro la nuca interruppe quella misera distanza che gli separava e intrecciò le labbra calde e bisognose l'una dell'altra. "Questo" rispose il moro contro le labbra dell'altro. Quel tocco sensibile fu ciò che fece perdere la testa ad entrambi, Jimin socchiuse le labbra accogliendo l'altro mentre il bacio diveniva sempre più intenso. Il biondo strinse i capelli di Jungkook tra le dita mentre l'altro lo faceva sedere sulle proprie gambe, avvogendogli con un braccio il bacino per stringerlo a sé. Presto la passione prese il sopravvento sui due e il bacio si trasformò in un misto di lingue bisognose di avere sempre di più l'una dall'altra mentre il sapore amaro del sangue di Jungkook portò entrambi all'estremo dei sensi.

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Speed / Sospeso.
FanfictionPark Jimin, ragazzo di buon senso proveniente da una famiglia di alta estrazione sociale, si trasferisce nella capitale per frequentare una delle più prestigiose università di medicina. Jeon Jungkook, amante del rischio e dell'adrenalina, è un temi...