Touches

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Sotto l'impeto dell'acqua calda Jimin cercò in tutti i modi di non pensare alle parole di Jungkook. Tentava, invano, di convincersi che non avessero alcun effetto su di lui. Che i brividi provati poco prima, a contatto con la sua pelle, fossero solo sue fantasticherie. No. Quel ragazzo non gli piaceva.

Stupido. Jimin sei solo uno sciocco, ingenuo e illuso!

Una lacrima scivolò e, invisibile, si mischiò con le gocce d'acqua sul viso del biondo. Jimin non riusciva a capire perché il moro lo avesse sconvolto così tanto. Dopo tutto Jungkook non era il primo con cui avesse provato un qualche tipo di attrazione. Sapeva benissimo del suo orientamento sessuale e non se ne era mai fatto un problema. I suoi genitori, parenti e amici lo accettavano per quello che era e anzi, gli ribadivano ogni volta quanto lui fosse un ragazzo speciale e di camminare a testa alta, ed era quello che Jimin aveva fatto, fino a quel giorno.

Perché con Jungkook si sentiva sbagliato però? Provava dolore, amarezza e colpa per le sensazioni che il moro gli trasmetteva ogni volta che i loro sguardi si incrociavano.

Per la prima volta Jimin si sentì sporco.

Uscì dal bagno stringendosi bene l'accappatoio in vita. "Jungkook?" chiamò con voce incerta camminando al buio tenendo in una mano i vestiti stretti al petto e l'altra sulla parete a fianco. Si sentiva solo il flebile vociare della televisione, Jimin si diresse verso quella piccola luce arrivando nel salotto.

Si bloccò non appena vide il ragazzo addormentato sul divano. Un piede piegato e l'altro appoggiato per terra, un braccio dietro la testa e l'altro appoggiato sul petto, Jimin si trovò destabilizzato a quella visione. Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro, incamminandosi poi lentamente verso la porta cercando di non voltarsi indietro. Arrivato alla porta si fermò con una mano sulla maniglia, stringendovi le dita attorno.

Non voltarti Jimin. Stavi andando bene, continua quello che stavi facendo.

Ritornò sui suoi passi.

Appoggiò i vestiti attentamente su una poltroncina avvicinandosi piano al ragazzo. Sorrise osservando il suo volto dopo essersi messo in ginocchio accanto.

Sembra così innocente. Dio...questo viso mi lascia senza respiro. E le mani...sembrano così grandi a confronto con le mie. E queste labbra...proibite per uno come me.

Una lacrima scese silenziosa sul viso di Jimin, finendo il suo percorso sul viso del moro. Jimin avvicinò una mano intento ad asciugargli la guancia dalle sue lacrime meste ma si trovò a un soffio dalle sue labbra. Prima di rendersi conto il biondo annullò la distanza che lo separava dal moro, unendo con delicatezza le sue labbra soffici a quelle calde del ragazzo.

Fu un bacio dolce, durato pochi secondi ma desiderato dal primo incontro. Un bacio casto eppure peccaminoso che segnò entrambi nel profondo.

Jimin, ad occhi chiusi, si scostò dal viso del moro alzandosi poi velocemente ma fu bloccato dalla mano di Jungkook che si strinse forte intorno al polso del ragazzo. Jimin, ancora girato sgranò gli occhi impallidendo.

No...Dio, non dirmi che era sveglio.

Il biondo si voltò pacatamente temendo il peggio. Jungkook era ad occhi chiusi, il respiro calmo e il viso rilassato. Stava dormendo. Jimin cercò con delicatezza di sciogliere la presa stretta del ragazzo dal suo polso ma fu invano, era irremovibile. Sospirò infine sedendosi accanto al divano appoggiando il mento sulla mano libera, studiando attentamente ogni centimetro del volto del moro, preparandosi alla medesima nottata insonne.

La brezza leggera e le luci dell'alba svegliarono Jungkook. Aprì gli occhi richiudendoli subito, infastidito dall'intensità della luce. Si passò una mano sul viso riaprendo gli occhi e fissandoli sui capelli biondi del ragazzo che dormiva a pochi millimetri da lui, con la testa appoggiata su un minuscolo spazio del divano mentre una mano era ancora stretta tra le dita di Jungkook. Questo sorrise addolcito allentando la stretta, non togliendo lo sguardo dal viso angelico di Jimin. Ciglia lunghe, guance morbide, labbra piene e sempre umide, corpo...

Dio che corpo.

Jungkook rimase senza fiato quando si accorse che il ragazzo era mezzo spoglio. La cintura dell'accappatoio si era completamente sfasciata durante la notte. Il ragazzo aveva una spalla e il petto scoperti, illuminati dalle flebili luci dell'alba. Le cosce coperte parzialmente dal tessuto dell'accappatoio che lasciava intravedere lembi di pelle rosea.

A quella visione, dopo aver attraversato più volte il corpo del ragazzo con uno sguardo languido, il respiro di Jungkook si fece più intenso.

Il moro imprecò eccitato, rendendosi conto del gonfiore nelle parti basse, prendendo con mani tremanti il cellulare dalla tasca e mandando un messaggio a Cindy: << Fatti trovare pronta. Sto arrivando.>> Il ragazzo si alzò, facendo attenzione a non toccare il biondo e infilandosi poi una maglietta nera uscì di casa.

Speed / Sospeso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora