Sono completamente isolato, anche la mia mente. Fisicamente sono insieme agli altri, ma con la mente sono altrove. Seduto su una sedia traballante guardo il tatuaggio che ho sul polso e con il dito ne seguo i contorni neri mentre cerco di non rovesciarmi addosso la birra.
Continuo a seguire quelle linee nere e non mi accorgo di Fred che si siede accanto a me. Mi scuote le spalle e io torno con la mente a ciò che succede attorno a me.
<<Smettila di pensare, pensi troppo.>>
<<Mi dispiace, fratello.>> Guardo Fred che, con la sua folta barba e gli occhiali da sole, si rilassa sotto i raggi del sole di agosto. Attorno a noi i bambini giocano in acqua e le ragazze si mettono lo smalto a bordo piscina. Joe invece è impegnato a cuocere delle fantastiche bistecche alla griglia mentre lo stereo fa risuonare a tutto volume le note di Let's Dance di David Bowie.
<<Quindi è tutto finito?>>
Prima di rispondergli ripenso agli eventi degli ultimi mesi. Con l'arresto Joseph, io e mio padre abbiamo passato gli ultimi anni nelle corti di tribunale. Prima con Joseph e subito dopo con Clotilde. Perché, pur di farsi abbassare la pena, Joseph ha venduto sua madre alle autorità. Clotilde è stata accusata dell'omicidio di mia madre. Sarebbe stata lei quella notte a spingere mia madre nel Tamigi. Quella arpia era troppo gelosa dell'amore tra mia madre e mio padre che è arrivata a lasciare orfano un bambino di sette anni.
Stamattina, dopo la sentenza in tribunale, ho visto la strega finire in carcere con l'ergastolo. Finalmente il macigno per la morte di mia madre che opprimeva il mio cuore è svanito.
<<Tutto finito!>>
<<Allora direi di fare un brindisi!>> Gli sorrido soddisfatto mentre i colli delle nostre birre si toccano. I raggi del sole brillano sulle nostre bottiglie mentre brindiamo alla fine di un incubo durato anni. <<Sei più andato a trovare Joseph in carcere?>>
La domanda mi stupisce un po', ma come dargli torto: è nel suo carattere, curioso come non mai.
<<No, non merita nemmeno di veder la mia faccia quel lurido bastardo.>>
<<Ehi, abbassa la voce, i ragazzini ti possono sentire.>>
<<Scusami.>>
Sono passati esattamente otto anni da quando lui è finito dietro le sbarre. La causa: rapimento e omicidio di primo grado. Solo una volta sono andato a trovarlo, volevo spaccargli la faccia per quello che ha fatto, non ci sono riuscito. Purtroppo le guardie me lo hanno impedito ma sarebbe stata una soddisfazione.
<<Prima stavi pensando a lei?>>
<<Penso sempre a lei, Fred, come posso non farlo?!>> Bevo un sorso di birra, ora sembra acido dritto in gola. Inizio involontariamente ad aprire e chiudere le mani. Parlarne mi mette in agitazione. Respiro a fondo, chiudo gli occhi e continuo a parlare. <<È sempre nei miei pensieri, tutti i giorni, in ogni istante. Mi manca, sento la sua mancanza come l'aria per respirare.>>
Fred si toglie gli occhiali con fare teatrale, mi guarda negli occhi e cerca di demolirmi, ma non ci riesce. Sapendo di non esserci riuscito appoggia la sua bottiglia per terra e torna a guarda davanti a sé. Anch'io lo imito, guardo davanti a me ma non mollo la bottiglia. Nessuno di noi fa o dice nulla, guardiamo e basta. Passa forse una decina di minuti e Fred con tono quasi paterno cerca di farmi ragionare.
<<So che è dura, tutti stiamo male senza di lei. Ha lasciato un grande vuoto nelle nostre vite, ma non puoi stare male per sempre.>>
Mi alzo di scatto dalla sedia facendola ribaltare. Come in un film americano tutti i rumori, a parte la musica, cessano e mi sento gli sguardi dei presenti addosso. Mi posiziono davanti a Fred, lo guardo in cagnesco e gli sputo in faccia tutta la mia frustrazione e la mia rabbia.
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ETA - Egoisticamente Ti Amo
ChickLitUna storia d'amore di un re e una regina, una tazza di the fumante a mezzanotte e il Big Ben come una grande candela che illumina l'atmosfera.