In pasto ai leoni

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Come ogni volta il tragitto verso l'ufficio è un disagio e siccome è in centro implica rimanere bloccata in lunghissime code per minuti infiniti e purtroppo io odio aspettare.

Oggi è una giornata importante, sto per mostrare al mio editore non solo le illustrazioni che aveva richiesto ma avrò una risposta al progetto che gli avevo esposto.

Il progetto consiste in un evento a favore dei nuovi talenti dell'illustrazione; l'evento che ho progettato inizia con una mostra dove ogni illustratore può esporre i propri lavori e successivamente le case editrici e le aziende pubblicitarie partecipano ad un'asta al talento. Ogni illustratore all'asta mette in vendita i suoi lavori ma il compratore oltre a comprare le opere offre un contratto di lavoro, il tutto per dare visibilità agli artisti.

Quando ho esposto la mia idea all'editore ho portato il programma insieme a una lista di partecipanti e aziende, alcune delle quali sono già interessate. Alla casa editrice per cui lavoro porterà notorietà e rispetto visto che è da poco del settore ma già molto conosciuta.

Io mi occuperò di ogni dettaglio senza coinvolgere altre persone ma in cambio io sarò un talento all'asta offrendo però solo i miei lavori.

La musica che passa alla radio dovrebbe tenermi compagnia o tranquillizzarmi per l'incontro che ho tra un'ora ma ero sovrappensiero, continuavo a pensare alla sera prima e a tutto quello che è successo.

Arrivo al lavoro giusto il tempo di preparare tutti i documenti, sono agitata e dal nervoso ricontrollo tutto quattro volte, non mancava nulla.

Murdock, l'editore, non è ancora arrivato e questo non è un buon segno, il nostro incontro rischia di essere annullato quando ad un certo punto alla mia scrivania si presenta una giovane donna che non ho mai visto. Gambe lunghe avvolte da una gonna, una camicetta bianca e i capelli biondi raccolti in una coda lunga, proprio come una modella di una rivista patinata.

<<Lei è la signorina White?>>

<<Si, sono io.>>

<<Il signor Murdock è dovuto assentarsi per un incontro che lo terrà fuori città per qualche giorno.>>

<<Mi scusi, lei chi è?>>

<<La segretaria del signor Brucks, avrà con lui l'incontro che doveva tenersi con il signor Murdock. L'attende nel suo ufficio tra dieci minuti, sia puntuale.>>

Probabilmente sono svenuta perché non mi accorgo nemmeno che la donna se ne è andata. Quando mi riprendo realizzo ciò che è appena successo, il grande capo vuole vedermi quindi le soluzioni sono due: o finisco a consegnare la posta, o mi vuole licenziare.

Raccolgo tutti i documenti che mi servono e, dopo aver controllato in bagno se ero presentabile, mi dirigo verso l'ufficio del capo.

Gli uffici dove lavoro sono al settimo piano mentre quello del capo è all'ultimo, esattamente al 22esimo piano. Il viaggio in ascensore è estenuante, la musicata d'attesa mi da su i nervi e sudo come una matta mentre penso alle variabili possibili su quello che sta per accadere.

Per fortuna che c'è uno specchio e controllo se il sudore non mi ha sbavato il trucco.

<<Regina, rilassati è tutto a posto. Che senso ha parlare col capo se devi essere licenziata? Avresti dovuto trovare una busta sulla tua scrivania o un incontro col capo del personale. Probabilmente c'è stato un errore di persona, sicuro.>>

Sto per entrare nell'arena, il popolo romano urla a gran voce il mio nome, non per incitarmi o perché mi ama ma perché vuole che il mio sangue scorra sulla sabbia. Sto entrando nella tana dei leoni e questa volta Massimo Decimo Meridio non ce la farà.

ETA - Egoisticamente Ti AmoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora