CHAPTER 14-Afraid

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Canzone del capitolo: Just the way you are -Bruno Mars

<<Non sei una stupida, hai solo paura>> Mi dice ad un orecchio quando si piega su di me.

Resto in silenzio, non so bene cosa rispondere.
Ho paura?
Beh non lo so, non so se quello che provo sia esattamente paura, ma ciò di cui sono certa è che temo le persone, o meglio temo quello che possono arrivare a fare. Ho provato l'ira di mio padre sulla pelle e visto cose che una bambina non dovrebbe mai essere obbligata a vedere, quindi conosco quanto un uomo possa diventare crudele.
Sto ancora riflettendo tra me quando sento la mano di Seth circondarmi il fianco ed il suo abbraccio schiacciarmi contro il suo petto. La posizione in cui finiamo è abbastanza scomoda ma non ho voglia di muovermi, tra le sue braccia mi sento al sicuro e non voglio rovinare il momento.
Seth mi tiene stretta a se per un tempo che mi sembra infinito, quando poi mi lascia ho le lacrime agli occhi ed il fiato corto, è riuscito a farmi piangere e lo odio per questo, non mi piace il modo in cui riesce a leggere ogni mio stato d'animo senza neanche conoscermi, detesto il fatto che ogni volta che finisco per stare da sola con lui io non riesca più a pensare o ad agire lucidamente, odio che lui cerchi costantemente di stuzzicarmi prendendomi in giro, eppure anche dopo tutto questo, continuo a sperare di vederlo senza nemmeno rendermene conto.
<<Hei, non piangere okay?>> Dice sorridendo teneramente, mentre dolcemente mi prende il viso tra le mani puntando i suoi occhi nei miei.
<<Non è che possa scegliere di farlo o meno>> Ribatto stizzita.
Lui scoppia a ridere e mi pizzica una guancia.
<<Ma che fai?>> Esclamo sorpresa portando la mano sulla sua che è ancora sul mio zigomo.
<<Evito che tu pianga>> Sorride.
<<Certo che voi ragazzi avete uno strano modo di consolare le persone>>
<<Perché? Chi altro ti ha consolato?>>
La sua voce cambia e in un batter d'occhio è priva di sentimento, fredda.
<<Che succede?>> Domando preoccupata.
<<Nulla, se qui abbiamo finito io me ne andrei>> Risponde alzandosi in piedi e uscendo dalla stanza.
Ma seriamente? Ma che problemi ha? Mio Dio meglio che per oggi non lo veda più altrimenti potrei non rispondere delle mie azioni.

Lascio l'infermiera a passo spedito camminando tutta impettita diretta verso la mia ultima lezione di oggi, visto che grazie a "Mr. Repentini Cambiamenti D'umore" ho perso le due ore di grafica.

La lezione si svolge regolarmente e a pranzo raggiungo i ragazzi in mensa.
<<Ciao Cate>> Mi salutano subito contente Opal e Ashley.
<<Hei>> Rispondo al saluto facendo "ciao ciao" con la mano.
<<Acida pranzi con noi?>> Chiede Sean dall'altro lato del tavolo. Sulle sue gambe è comodamente seduta Whitney che mi sorride. Le sorrido di rimando per poi tornare al suo pseudoragazzo.
<<Era quello che pensavo>> Dico sorridendo a Frederic e sedendomi accanto a lui.
Sean non ribatte perciò inizio a conversare con il ragazzo al mio fianco mentre spilluzzico il mio pranzo. Non vedo mio fratello da nessuna parte perciò mi appunto mentalmente di mandargli un messaggio più tardi. Finito di mangiare Frederic si offre di accompagnarmi in ferramenta.
Oh finalmente ti sei ricordata della mensola?
Mi rammenta la mia vocina antipatica.
Durante l'andata non parliamo quasi per nulla e al ritorno Frederic si comporta in modo strano. Quando arriviamo finalmente davanti la mia stanza lui appoggia la mensola a terra e per un po di tempo rimane in piedi davanti a me dondolandosi avanti e indietro sui talloni.
<<Hei, è successo qualcosa?>> Chiedo preoccupata per lui.
<<Mmh, non proprio. Cioè si, ma no>> Cerca di spiegarsi finendo solo con il peggiorare il tutto.
<<Molto chiaro non c'è che dire>> Provo a sdrammatizzare, ma senza successo <<Senti Frederic dimmelo a parole tue, io sono qui per te e non ho intenzione di andarmene quindi prenditi tutto il tempo che ti serve>> Continuo poi più seria.
<<Vedi Cate, penso che...tu possa....piacermi>> Ammette qualche minuto più tardi lasciandomi di sasso <<Non so esattamente quando sia iniziata questa cosa, e so bene che non ci conosciamo da tantissimo, ma vorrei che tu pensassi un po alla mia proposta e che infine tu possa darmi una risposta>> Continua spiegando meglio.
Per un po resto in silenzio non sapendo bene cosa lui si aspetta che io gli dica, ma non voglio vederlo soffrire perciò apro la bocca e do fiato ai miei pensieri <<Cazzo Frederic, mi hai preso di sprovvista ma voglio pensarci bene prima di darti una risposta, perciò devi lasciarmi un po di tempo>> Rispondo sorridendogli. Lui fa lo stesso e prima di andarsene mi abbraccia.
<<Pensaci quanto vuoi, io aspetterò>> Mi sussurra ad un orecchio prima di lasciarmi andare.

Sto cercando di montare la mensola, ma non riesco a concentrarmi e in più a metà dell'impresa qualcuno bussa alla porta.
<<È aperto>> Grido scendendo dalla sedia su cui ero salita per forare la muratura ed inserire i tasselli così da fissare il gancio alla parete.
Quando mi giro mi sorprendo di trovarmi faccia a faccia con Sean, che mi sorride.
<<Anche a me piace forare>> Esclama con tono malizioso.
<<Battute a sfondo sessuale?>> Domando a nessuno in particolare con un sorriso <<Non può essere altri che Sean>> Mi rispondo subito dopo.
<<Sempre acida tu>> Ribatte lui sorridendo, in risposta gli faccio la linguaccia.
<<Come mai qui? Se stai cercando Whitney, non c'è>> Dico girandomi e tornando al lavoro.
<<In verità cercavo te>> Risponde sedendosi sul mio letto <<Tuo fratello ti sta cercando, dice di averti inviato un casino di messaggi ma tu non hai risposto a nessuno>>
<<Non ho avuto tempo di guardare il telefono>> Sentenzio con la faccia verso il muro, per non fargli vedere che sto mentendo. In realtà ho visto i messaggi, ma il mio cervello continuava a pensare alla dichiarazione di Frederic e non mi è neanche passato di mente di rispondergli.
<<Va bene, ma vedi di scrivergli dopo>> Mi consiglia.
<<Sì capo>> Rispondo facendo il saluto militare.
<<Che scema>> Sorride scuotendo la testa.
<<Invece di rompere perché non mi passi uno di quei chiodi?>> Dico indicandogli una scatolina di plastica rossa.
<<Al suo servizio>> Fa un leggero inchino passandomene uno. Prendo il chiodo e prima che lui si allontani gli scompiglio i capelli con una mano ridendo.
<<Maledetta ora me la paghi>> Esclama prendendomi per i fianchi e facendomi scendere dalla sedia mi spinge sul mio letto cominciando a farmi il solletico.
Continuo ad urlargli di finirla contorcendomi sotto le sue mani, rido così tanto che la pancia inizia a farmi male. Alla fine sfinita mi accascio sulla trapunta morbida così Sean la smette per poi sdraiarsi al mio fianco ridendo.
<<Erano anni che non ridevo così>> Dico con un sospiro.
<<Davvero?>> Domanda serio, girandosi verso di me.
Annuisco arrossendo <<Grazie>> Sussurro poi sorridendogli.
<<Quando vuoi>> Dice strizzandomi l'occhio. Rimaniamo così sdraiati per una mezz'oretta senza parlare, l'unico rumore è il suono dei nostri respiri affannati, poi Sean si alza sbuffando.
<<Si è fatto tardi>> Mi informa mentre si rimette le scarpe <<Se non mi faccio vedere, Whitney darà di matto pensando che mi sto facendo qualcuna in qualche sudicio bagno di un nightclub nei dintorni>> Continua poi indossando il giacchino in jeans.
<<Ma almeno lei ti piace?>> Chiedo curiosa guardando il suo riflesso nello specchio.
<<Mmh, non è proprio così. Diciamo che se devo scegliere sono più dalla parte del piacermi, ma non so, sento che manca ancora qualcosa. Per me, almeno in questo momento, è solo sesso>> Risponde sistemandosi un ciuffo di capelli neri ricadutoglisi sulla fronte.
<<Mi dispiace per Whitney, ma penso di capire il tuo punto di vista>> Gli sorrido sinceramente mentre lo accompagno alla porta.
<<Ci vediamo>> Mi saluta baciandomi una guancia, sorrido a quel contatto e annuisco mentre Sean si volta dirigendosi verso il centro del campus.
Quando torno in camera, sono troppo stanca per continuare il montaggio della mensola perciò mi sdraio sul letto e sblocco il telefono andando a guardare le novità su Instagram. Dopo qualche minuto un messaggio interrompe il mio momento di svago e leggendo il nome del mittente mi ricordo della dichiarazione di Frederic. Fortunatamente la chiacchierata di oggi con Sean mi ha aperto gli occhi così ora so cosa rispondergli.
Gli scrivo un messaggio per invitarlo al parco giochi vicino all'accademia. La sua risposta mi arriva qualche secondo dopo, come se non stesse aspettando altro che un mio cenno.
Mi tiro in piedi stiracchiandomi, poi vado verso l'armadio, recupero un paio di leggins e una delle felpe che ho rubato a mio fratello nel corso dello scorso anno, questa in particolare è una delle mie preferite probabilmente per la stampa di una rosa rosso sangue sul retro della felpa grigio fumo, indosso un paio di All Star basse anch'esse nere e dopo aver messo in tasca il cellulare e le chiavi esco dalla stanza e con il cappuccio calato sulla fronte e le cuffiette con la musica a tutto volume nelle orecchie comincio a correre veloce verso il giardino. "Sono pronta, questa volta non mi tirerò in dietro all'ultimo" continuo a ripetermi nella testa mentre la pressione del sangue comincia a farsi sentire sulle tempie.

JUST LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora