Firenze, Italia, 1469Lorenzo il Magnifico ( Albert Turner )
Dopo la risposta di Jacopo, mi sedetti sulla sedia vicino al suo letto. Ero incuriosito da quel ragazzo, volevo sapere tutto sulla sua vita.
Poteva sembrare strano, ma il motivo per cui volevo sapere tutte quelle cose era perché mi aveva salvato la vita, quindi, mentre ero lì fermo davanti a lui, gli chiesi di raccontarmi la sua storia.
Quando ebbe finito, rimasi quasi intristito nel sapere di come fosse stato abbandonato, prima dalla madre quando era piccolo ed in seguito persino dall'uomo, che gli aveva dato la possibilità di una nuova vita e di stare insieme alla sua famiglia.
Vedendolo giù di morale dopo aver raccontato la sua storia, mi misi a pensare a cosa potevo fare per tirarlo su, così subito d'impulso mi venne in mente di organizzare un banchetto per lui con la mia famiglia.
« Jacopo preparati e lavati, stasera cenerai con me! » lui mi guardò toccandosi la ferita sul volto.
Forse era più preoccupato del suo aspetto che di tutto il resto e rimase un attimo in silenzio, prima di rispondermi positivamente.
« Accetto con piacere Magnifico, purtroppo non credo di aver abiti adatti a questa occasione » si rammaricò.
« A quelli provvederò io! Mi raccomando solo di essere puntuale», gli risposi, girandomi per andare verso la porta.
Una volta uscito dalla stanza di Jacopo, mi diressi verso le cucine per dar l'ordine di preparare un banchetto.
Avevo fatto costruire un'enorme sala per permettere ai miei cuochi di cucinare al meglio: il pavimento in pietra grigia, ai muri le varie padelle e sotto di esse lunghi banconi dove poter appoggiare gli oggetti e cucinare, grazie ai forni sottostanti.
In fondo alla sala un maestoso camino, dove ogni tanto mi fermavo. Ammetto che era sempre un piacere entrare in quella stanza.
Quel giorno fu tuttavia un po' diverso. Non ci feci subito caso, finché non assaggiai uno dei piatti appena preparati.
Il conato di vomito fu fortissimo. Mi potevo dichiarare amante dell'arte culinaria e amavo far sapere ai miei cuochi, che apprezzavo il loro cibo, quindi quell'inaspettata reazione mi fece pensare ad un semplice malessere.
Lo stomaco continuava a ribollirmi, perciò me ne andai così dalla cucina, riuscendo comunque a dare indicazioni sul cibo che avrebbero dovuto servire.
Il dolore mi fece piegare in due appena uscito in cortile.
Ripresi fiato pian piano mentre notavo che già qualcuno della servitù mi stava osservando, così feci uno sforzo per raggiungere un luogo dove nessuno si sarebbe preoccupato del mio malessere.La stanza più vicina era una di quelle dei domestici, era chiaro che mi avevano visto e dovevo far qualcosa per giustificare la mia presenza li.
« Cos'è tutta questa sporcizia?! Siete dei nullafacenti, cosa vi pago a fare?! » Esordii, urlando per farmi sentire.
Arrivarono correndo un uomo e due donne, aprirono la porta sbattendola e guardandomi rammaricati.
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Dark Mystery
ParanormalMisteriosi omicidi sommergono la New York odierna, l'unico in grado di risolverli? Un affascinante inglese, con una segreta vita passata ricca di contenuto di cui vorrebbe dimenticarsi, ma è grazie a quest'ultima se riuscirà a trovare i colpevoli.