Capitolo 21 - Strani amici

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James

Dafne come al solito ci aveva messo nei guai: il fatto che tenesse il lupo barista per l'orecchio, stile nonna che sgrida il nipote, non era piaciuto ai membri del branco, che nel frattempo ci avevano circondato e almeno ne avevo contati otto.

« Dafne direi che lo puoi lasciare, tipo ORA! »

« Oh James non ci si riesce mai a divertirsi con te! »

« Scusa se non voglio morire dopo 300 anni! » Lei allora mollò la presa e il barista si gratto' l'orecchio, per poi saltare il bancone arrivando dalla nostra parte.
Quindi ora erano nove lupi.

« Fantastico! Uno in più » dissi sarcastico.

Dafne si tirò su le maniche « Finalmente un po' di azione » sbraitò e subito dopo i lupi iniziarono ad attaccare. Per fortuna non si stavano trasformando, amavano troppo il loro bar per distruggerlo, anche se comunque avevano una forza non indifferente.

Iniziarono cosi le botte stile Bud Spencer: appena ne buttavo uno contro il muro, me ne arrivavano addosso altri due e non sembravano stancarsi mai.

Dafne invece usava la magia e fu così che uno di loro venne trasformato in un gatto (credo che non si farà più vedere da quelle parti per un pò ). Poi io mi distrassi, per vedere cosa stava facendo e proprio allora mi colpirono.

Ora io non voglio stare a spiegarvi perché un pugno di un umano non mi faceva nemmeno un graffio, mentre il pugno di un licantropo era un pò diverso: infatti finii al di la del bancone, contro le bottiglie sulle mensole e addio alcolici.

Dafne mi guardò « Che spreco! » sospirò e continuo a "lottare" mentre io mi rialzavo per andare ad aiutarla.

« Non mi sembra esattamente il momento di pensare a bere » e colpii quello che le stava arrivando alle spalle.

Esattamente in quel momento la porta del bar si spalancò ed entrò un uomo vestito in modo elegante.

« Signori, signori, direi che non è il caso di distruggere tutto, no? » Qualcuno dei lupi lo ascoltò, ma altri tre continuarono a tirare pugni.

Lui non sembrò molto contento di questo fatto: ne prese uno per il collo facendo scintillare gli occhi rossi, che non erano come quelli dei vampiri, ma brillavano sembravano come dei rubini. Poco dopo si sentirono dei guaiti e tutti si fermarono, compreso noi.

L'uomo allora si riaggiustò la cravatta con modi da vecchio gentiluomo, anche se dimostrava all'incirca la nostra età.

« Bene, ora che siamo tutti calmi, spiegatemi cosa siete venuti a fare nel mio bar » schioccò le dita e uno dei lupi gli porse una sedia, dove lui si accomodò.

« Sono molto incuriosito di vedere un vampiro e una maga nel territorio del branco, non capitano tutti i giorni queste cose » fece segno ai suoi di sedersi e tutti gli ubbidirono come cagnolini.

Io rimasi stupito, non per l'ubbidienza dei lupi, ma per come era vestito, in genere i lupi erano trasandati, quello invece sembrava uscito da una sfilata di Giorgio Armani, infatti osservai Dafne che era rimasta leggermente estasiata da quella vista, poi presi coraggio per parlare.

« Noi siamo qui..perché abbiamo un problema. »

« Un grosso problema! » si intromise Dafne mettendosi davanti a me « quindi speravamo di poter parlare con lei in privato » Lui ci guardò.

« Mi state dicendo che siete venuti qui a creare disordine per un inutile problema? » si mise a ridere e cosi fecero gli altri attorno a lui.

« Va bene signori, vi ascolto » Noi restammo perplessi, ma aveva davvero accettato di ascoltarci.

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