Capitolo 27 - Viaggio nel passato

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Dafne

Ora io è James eravamo nei guai, avevamo un vampiro antichissimo con cui avere a che fare ed eravamo fra le campagne parigine.

Ottimo! Potevo dire addio a shopping e a tutto quello che si poteva definire divertimento!!

Visto che James non sapeva chi fosse Lorenzo gli feci comparire un bel po' di libri al riguardo. Ora non rimaneva che farsi dire dai miei come avevano trovato il diario. Così feci in modo di fare una vision, una sorta di video-chiamata magica, visto che noi eravamo nel mondo dei mortali e loro a Goldwich.

«Ciao mamma!»

«Ciao cara, dimmi: cosa ti serve? Mi chiami quasi sempre per questo» mi salutò mia madre, sarcastica come sempre.

«Ci servirebbe sapere dove hai trovato il diario»

«Il diario lo trovai a Strangevil, in una bottega che non avevo mai visitato prima. Lo trovai cinque anni fa. Mi spiace, ma non so dirvi di più! Ora scusatemi, ma devo andare» Petunia concluse la chiamata senza nemmeno darmi modo di salutare.

Francois stava camminando avanti e indietro, mentre James aveva appena finito di leggere qualcosa a proposito del Magnifico.

«Voi mi state dicendo che abbiamo a che fare con una sorta di ex capo italiano del 1470??!!» chiuse il libro «Ottimo!!» si mise a guardare da una finestra, che dava sul giardino.

«Può sembrare difficile, Lord Melbourne, ma non è impossibile. Ho diari che documentano uccisioni di individui potenti come questa. Sì, ammetto che tanti sono caduti nel farlo, ma noi Leclercq abbiamo numerose esperienze con queste cose o almeno i miei parenti le hanno. Io, diciamo che mi sono ritagliato una vita tranquilla, quindi suppongo che bisognerà allenarsi un po'». Lui la faceva così semplice, forse anche troppo, ed iniziava a darmi l'idea che fosse l'unico della sua famiglia a non aver mai fatto il suo lavoro.

Ora la cosa a cui pensavo era di andare a Strangevil per sapere del diario. Il problema nacque quando Francois ebbe la stessa idea e quindi si autoinvitò a viaggiare con noi.

Arwen nel mentre sbucò più sobrio di prima: «Allora avete risolto?» James lo sguardò «Meno male che dovevi aiutarci!!!»

«Denti a punta era un battuta quella? Sono stupito. La mia compagnia ti sta facendo bene!» rise, per poi sentirsi zittire da Leclercq.

«Riggs, credo che noi dobbiamo fare una chiacchierata, voi ragazzi intanto iniziate ad andare fuori.»

Cosi io e James uscimmo, lasciando lì Arwen con Francois. Andammo in giardino e notammo che erano sparite le donne che erano vicino all' acqua e persino l'uomo a cavallo non c'era più.

Mentre io e James eravamo fuori..

«SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO RIGGS!!!! Porti qui in casa mia dei magici senza invito, in più scopro che sono in possesso di un diario di famiglia scomparso e con un vampiro antico a disturbare la pace!! Come ti sei permesso???» Francois si accese un sigaro e fece sedere Arwen.

«Signore io credevo di fare la cosa giusta, voglio dire, la situazione mi sembrava seria!» rispose Arwen impaurito.

«E lo è. Grazie a questi due sprovveduti, abbiamo l'occasione di sterminare dei magici che ci creano problemi, compresi questi due ovviamente, anche perché, se si spargesse la voce che a ogni problema vampiri, maghi, lupi mannari e chissà quanti altri, possono entrare a casa mia per parlare con Leclercq, si romperebbe un equilibrio che dura da sempre, cioè che noi comandiamo sulle creature magiche e siamo noi a prendere decisioni, non una maghetta e un Lord vampiro!! Ora quello che tu farai è venire con noi fino a quella maledetta città, e non intendo Goldwich, ubbidirai ai miei ordini. SONO STATO CHIARO RIGGS?????».

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