Capitolo 25 - I Leclercq

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James

Ci fecero camminare verso la villa, eravamo circondati da guardie armate, si poteva già intravedere la porta, anzi forse portone, viste le sue dimensioni. Ci stavamo avvicinando sempre più, quando, invece di portarci dentro la villa, ci portarono sul retro.

Ora so perfettamente cosa penserete: «Perché non li portano dentro la casa? ». Me lo chiesi anch'io, quasi temevo una fucilazione. Invece finimmo in un immenso parco con tanto di piscina, sdraio, camerieri, due donne che prendevano il sole, mentre in lontananza si sentivano rumori di zoccoli. Ad un certo punto ci corsero vicino quattro cani e infine sbucò un cavallo nero con sopra un uomo.

Alla faccia dei cacciatori questi Grimm! Vivevano nel lusso!! L'uomo a cavallo era sulla cinquantina con i capelli neri ed un portamento altezzoso; fece un semplice gesto con la mano e fummo trascinati verso l'entrata sul retro della villa, passando di fianco alle due donne che prendevano il sole: una aveva un costume alquanto discutibile, se ci fosse stato Scott sicuramente avremmo commentato volentieri, mentre l'altra era sicuramente più grande d'età. Ci guardarono storto entrambe, mentre noi stavamo completamente zitti, Dafne che mi teneva il braccio e Arwen che si fumava la sua solita sigaretta.

Finalmente ci fecero entrare in casa, dalla porta di servizio della servitù, ma questi sono dettagli, e come potrete immaginare era tutto sfarzoso e tutto arredato alla perfezione. Iniziai a pensare che magari anche il maggiordomo poteva avere una jacuzzi in camera sua. Guardai Dafne, aveva gli occhi lucidi nel vedere quella casa e mi disse poi all'orecchio «Magari potremmo costruire una casa cosi! Sarebbe stupendo fare feste e rilassarsi in piscina» e poi mi strinse il braccio. Ora, vero che eravamo ricchi, ma onestamente rendermi cosi visibile e mettermi in mostra in quel modo non mi sembrava affatto una buona idea.

Arwen non poté che commentare con un frase rozza «Bella bettola! non me la ricordavo cosi! Devono aver fatto dei lavori» e mentre io lo guardavo disgustato, persino per il commento, una voce esclamò: «Arwen Riggs, da quanto tempo!!» ci venne incontro un uomo brizzolato di bell' aspetto, con un bel sorriso e poco più basso di me. Ah dimenticavo: con una vestaglia in raso. «Cosa ci fai qui? Pensavo fossi andato in pensione, o meglio ad ubriacarti in un bar» disse ancora sorridendo, rivolto ad Arwen.

Aveva il classico sorriso finto, giusto per far vedere quanto fosse ricco e simpatico. Non aspettò una risposta, ma ci guardò con aria incuriosita e anche un pò disgustata, o almeno così guardava me e Arwen. Invece con Dafne sembrava alquanto premuroso, le baciò la mano e le fece strada in un salottino, poi ci chiese «Bene visto che il mio vecchio Grimm non mi presenta lo faccio da solo, io sono François Leclercq, ora come mai due magici si trovano in casa mia? Anzi no non ditemelo ancora, che dobbiamo fare i controlli, portate gli stranieri in due camere e chiudeteli là fino a che non avremo finito»
Noi rimanemmo di sasso. Cioè non ci diede nemmeno il tempo di dire «Beh? » che fummo presi e trascinati tutti e tre in due camere, Arwen da solo, in modo che non potesse parlare con noi.

Non ci potevamo però lamentare più di tanto, visto che eravamo in una camera pari a quella di un hotel a cinque stelle. L'unico problema era che eravamo prigionieri dentro. Non feci tempo a finire il mio pensiero, che mi arrivò un cuscino.

«Cosa stai a fare, lì alla finestra?! Vieni qui, se siamo chiusi dentro a questa bella camera, tanto vale dormire un po'» Dafne mi stava aspettando in lingerie sul letto.

«Incredibile non stai bevendo nulla, di solito avevi già un cocktail in mano» le sorrisi e mi avvicinai, sedendomi infine sul letto e togliendomi le scarpe.

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