12 FRIDA

54 29 3
                                    

Non so come. Ma dopo aver varcato l'ingresso della casa di Alexander,  tra le sue urla. Mi ritrovai seduta, su una poltrona, difronte un caminetto. Accanto a me c'erano altre due poltrone, rivolte al camino. Una era vuota, su una c'era lui. Karyon.
<Hey piccola mia, bentornata. Si, lo so cosa ti starai chiedendo. Ho usato i miei poteri per velocizzarti il tutto. Hai mangiato e ti sei lavata, non preoccuparti la tua vita con me sarà sempre preservata nel migliore dei modi>.
Ma come faceva certe cose. Ero al quanto disorientata, non riuscivo a capire dove fossi. Dove fosse quel posto in cui mi trovavo. <Dove siamo?>. Lui mi guardò come se fossi un piatto prelibato, e non aspettasse altro che potermi assaporare. <Siamo a casa. Finora hai bisogno di sapere solo questo. Siamo vicino scuola, e quindi potrai continuare normalmente i tuoi studi>. Eravamo vicino scuola. Fantastico ! Ancora una volta essa era il mio punto di riferimento. <Siamo qui perché devi dirmi la verità, ti ascolto!>. Prese la pipa di legno che era poggiata su di un tavolino, e inspirò profondamene. <Sei molto impaziente, bambina. Ma non rammenti che attendiamo un ospite?> quel suo linguaggio forbito e tranquillo, stava iniziando ad irritarmi. <Non credo che dopo quello che gli hai fatto, Alexander si presenti>.
A voler demolire le mie certezze e spazzare via ogni mio dubbio. Alex entrò nella stanza, varcando la porta e dirigendosi verso l'ultima poltrona rimasta, a grandi falcate.
<Oh, ottima scelta signior Alexander. Sono molto contento ed onorato di averla qui. Spero sia curioso, perché la storia sta per cominciare>. Non ci fu risposta, solo un cenno del capo.
Per un istante Alex mi guardò negli occhi. E non riuscii più a vedere le sue iridi trasparenti come il ghiaccio. Erano scure, offuscate dal dolore.
<Benissimo! Potrei avere il piacere della vostra completa attenzione?>.
Sussurrai un semplice -cominciamo

<Partiamo dal fatto che, tutte le cose che vi sono state dette a scuola. Sono tutte mezze verità. La più clamorosa è quella dei poteri. Ogni creatura mezzo-umana può avere qualsiasi potere essi voglia. L'unico limite è quello che vi ponete. Con un pò di esercizio e  di sacrificio riuscireste a sbloccare in voi qualsiasi potere. Precisata questa cosa, che magari potrebbe levarvi qualche dubbio sul mio conto, inizio>.
Forse era per questo che stavo sviluppando certe abilità. Semplicemente mi impegnato troppo e non mi concentravo. Però ora dovevo pensare solo al suo discorso. Quindi concentrai tutta la mia attenzione su di lui.
<Io, sono immortale. Ma posso essere ucciso. E tutti quelli com me lo diventano. Prima della mia ascensione, prima che scegliessi il così detto "male", scoprii molte cose. Cose pericolose, che i grandi di allora volevano tenere nascoste. Scoprii il segreto del potere. Imparai abilità alla mia età, sconosciute anche ai Wings più esperti. E quando andai a vivere negli inferi, non accettavo di essere limitato li giù. Riuscii ad evadere, da quella prigione chiamata casa. E nella mia permanenza sulla terra, conobbi una donna di nome Stesy. Il mio cuore, fu troppo fragile. E si consegnò nelle sue mani. Sapevo che la cosa non andava bene. Ma non riuscivo a trattenere i miei sentimenti. Dopo qualche mese, giacetti con quella donna, la mia donna. E lei rimase incinta. Incinta di un bellissimo bambino>.
Ma se Stesy era mia madre, e lui mio padre. Vuol dire che ho un fratello?
<Decidemmo di chiamarlo Rhaul. Purtroppo non godetti molto della sua nascita. Perché i Wings anziani di allora mi cercavano. Mi volevano morto. Sapevo che prima o poi mi avrebbero trovato, e quindi decisi di far nascondere la mia famiglia. Inviai una lettera ad una persona che mi doveva un favore. Ed essa accettò in casa Stesy e il piccolo Rhaul. Io fui trovato pochissimo tempo dopo la loro partenza. Fui portato dinanzi Eres, il mezzo umano supremo di allora. Lui voleva giustizziarmi. Ma non sapeva che io avevo scoperto delle cose molto interessanti.
"Uccidi un White wings corrotto, e avrai la sua ombra". Questa citazione, racchiude il segreto del potere. Scegliere i Black wings è un trampolino di lancio. E così feci, pugnialai a morte Eres. Era un White wings. Ma era anche furbo e corrotto. Così uccidendolo, il suo potere si trasferì in me. Spezzando le catene che ci tengono legati ad una delle categorie. Da allora ho un ala bianca ed un ala nera. Però il potere di Eres aveva toccato anche il mio primogenito. E la sua progenie quindi ha il mio stesso potere. So che lui procreò una bambina, ma solo ora ho scoperto che sei tu. Piccola mia. Alyssa, sei la figlia di Rhaul, mia nipote. In te scorre il mio stesso sangue. Il sangue del potere. Potere che, in fine, mi portò ad una guerra contro tutti i Wings. Nessuno riusciva a contrastarmi. Mi sono divertito per ben sei anni a straziare le loro vite ostinate. E purtroppo di questo mi pento un pò. Perché uccidendoli quasi tutti, non avevo più carne da comandare. E anche perché potevo arrotondare a dieci anni ma sono stato troppo impaziente!>. Non mi interessava minimamente del sangue del potere. Che voleva dire che Rhaul era mio padre. Quindi chi era Stesy. Dato che era la sposa di Karyon. E che quindi non poteva essere anche mia madre?
<Ma allora chi è mia madre?> <Oh, domanda semplice. Frida Clark. Nonché consorte di mio figlio>. Ma quello era ridicolo! Allora Stesy chi era ? Perché solo un altro inganno. Non riuscivo a concepire che neanche mia madre fosse una menzogna. Sentivo le lacrime calde scendere lungo le guancie. Tentavo di trattenermi ma era impossibile. <Allora mia madre Stesy chi era?> <Lei non era nessuno. Il nome è solo uno stupido scherzo del destino. Ti aveva adottato dopo che Frida e Rhaul furono uccisi e trovati morti in casa vostra. Uccisi dai White wings per i miei peccati. Che gente spregevole!>
Era davvero fantastico. Quindi il punto della situazione era che: io ero la figlia di due morti, adottata da una persona che pensavo fosse la mia vera madre. Nonostante lei conoscesse la verità su di me. Era un ottima bugiarda, anche per quanto riguarda la storia su mio padre. E poi è morta facendo una cosa per me. Non avevo parole. < Spero vi sia piaciuta. Il punto adesso è allenare te, piccola mia. Devi dimostrare il tuo vero potenziale. Essere te stessa. Sei fatta per comandare, impara ad usare la tua superiorità. E per quanto riguarda te, Alexander. Se vorrai, allenerò anche te. E diventerai il Black Wings più potente di tutti>.
Alex non si mosse di un millimetro. Fece dinuovo un cenno con il capo, e poi continuò a guardare fisso me. Stavo piangendo, ma non me ne rendevo neanche conto. Era forse un pianto liberatorio? O solo il risultato del dolore della consapevolezza? Non volevo che quella storia fosse vera. Non volevo allenarmi, e non volevo di certo comandare un bel niente. Poi come se niente fosse, dalla mia bocca uscì una lamento che aveva il sentore di <Perché >. <Perché? Mh, una bella domanda. A quale perché vuoi che io dia una risposta?> . Mi faceva schifo anche sentire la sua voce! Ma volevo sapere solo una cosa in quel momento. <Perché ti ha divertito fare una guerra? Hai idea di quante vite hai distrutto ?> sputai fuori quasi con rabbia. <Certo che ne ho idea. Ma è stato davvero divertente. Però devo ammettere che se mi soffermo a pensarci, un pò mi dispiace di esserci andato giù così pesante. Ora potrei stare ancora a divertirmi!> finì quella frase ridendo di gusto. Era davvero una persona spregevole. <Come fai a guardarti allo specchio! Sei un mostro! Sei cattivo dentro. Non è vero che chi sceglie i Black wings è cattivo per forza. È cattivo chi ci nasce, così ! A te piace fare del male. E il potere nelle tue mani porterà solo ad altri disastri>. <Ah perché tu invece sei buona e pacifica. Non mi pare ti sia fatta scrupoli quando hai visto bruciare viva tua zia, o che ti sia sentita in colpa dopo. Infondo infondo siamo uguali.  Abbiamo lo stesso sangue. Se non adesso, fra un pò. Ma il tuo vero io uscirà fuori. E sovrasterà anche la mia potenza. Tu sei destinata a grandi cose, piccola mia ... >. Basta!  Non volevo più ascoltarlo. Non sapevo dove eravamo ma di certo ci sarebbe stata una stanza da qualche parte dietro quella porta. Mi alzai impettita, prima che lui potesse terminare. Ma nel superare la sua poltrona e avviarmi verso la porta, mi prese il braccio con una mano e mi bloccò. <Alyssa, sei destinata al potere. Che tu lo voglia o no. Esso verrà a reclamarti>.

White WingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora