17 LE COSE CAMBIANO, OPPURE NO.

24 8 4
                                    

Mi sveglio di soprassalto, qualcosa si è infranto sul pavimento. Sembra ... ceramica ?
Tento di mettere a fuoco, ma la prima cosa che vedo non sono le quattro mura grigie della cella, c'è un quadro difronte a me. E questo non è il letto di legno cigolante. O sto sognando, o non sono nella cella.
<Chiedo scusa, signorina>. Mi giro per vedere da chi proviene quella voce. Una cameriera?!
<Chi sei?!>. Nessuna risposta, silenzio assoluto. <E perche mi hai chiamata signiorina?> le chiedo guardandola intensamente. Ma lei neanche alza la testa, ancora nessuna risposta.
<Alyssa!> grida qualcuno da dietro la mia spalla. Mi giro di scatto, so di chi è quella voce. Non riesco a trattenere le lacrime. E neanche lui si trattiene dato che si lancia subito sul letto.
Ci abbracciamo
<Alexander> riesco a sussurare.
Ho la voce impastata dalle lacrime. Lui non piange, ma mi stringe tanto forte, come se volesse farmi entrare dentro di lui. Come se volesse ricongiungermi a lui. Come se fossi una parte di lui.
<Ti amo, ti straamo. Ma non ho molto tempo, cerca di resistere al mio comportamento, devo farlo>. E mistringe piu forte sussurrandomi queste strane parole.
<Ma che cosa ...> mi zittisce con un bacio. Un bacio troppo veloce, troppo breve.
<Sappi solo che ti amo. Devi sapere solo questo>. Poi si alza in fretta e furia ed esce dalla stanza.
Io rimango imbambolata a fissare la cameriera. Lei fa un piccolo risolino. <Che hai da ridere? Prima mi ignori poi ridi di me?>. La poverina terrorizzata si zittisce e continua a preparare quel...te?
Mi sta preparando un te, mi sta preparando la colazione. Ma che diavolo sta succedendo?
<Puoi risparmiartela, non ho voglia di mangiare>le dico levandomi il lenzuolo dalle gambe. Indosso una vestaglia pulita. Spero tanto sia stata la cameriera muta a farmela indossare. Scendo dal letto a piedi nudi ed esco dalla stanza.

Mh. Niente di emozionante insomma. Un corridoio dalle pareti tapezzate di marrone. Mi incammino e raggiungo l'unica porta sulla destra del corridoio. Dall'altra parte lo spettacolo deprimente si ripete. Una sala da pranzo marrone, con mobili antichi. Ma non di quelli belli e costosi. Quelli decadenti e polverosi.
Oltre alla mobilia solita da cucina, c'è un lungo divano con penisola, e una poltrona. Proprio come a casa di Karyon, lo trovo seduto sulla poltrona intento a maneggiare la pipa. Sembra non si sia accorto di me, il momento che aspettavo, ora posso approfittarne. Lancio lo sguardo nella camera per vedere se riesco a trovare qalcosa per ucciderlo. Le dita mi formicolano, sento come se mi fossi dimenticata qualcosa di importante. Ma cosa?
<I tuoi poteri, stupidina>.
È vero. Ho passato cosi tanto tempo la sotto che mi sono completamente dimenticata delle forze. Mi si raggela il sangue nelle vene. Ma non per la dimenticanza. Ma per la voce che me lo ha ricordato.
<Credevi davvero che non mi sarei accorto di te? Ancora che mi sottovaluti, non hai imparato la lezione>.
<La speranza è l'ultima a morire> gli dico in tono di sfida. Sarei una suicida a sfidarlo proprio ora. Devo prima rimettermi in forze per affrontarlo.
<Simpatica come sempre. Comunque bentornata, ti ho teletrasportata direttanente in camera per evitare noie. Rory, la cameriera, ti ha lavata e rivestita. Spero tu sia contenta>. Rory è il nome di quella ragazza, ma com è finita a servire mio nonno?
<Non mi interessa, voglio sapere dove siamo e perche sono qui!> e anche dov'è Alex. Ma da quella cosa che mi ha detto prima, credo sia meglio non nominarlo. <Nessun piano cattivo, o niente del genere. Non sai che giorno è, vero? Sei qui solo perche voglio proteggerti. O meglio proteggere il nostro futuro. Scorda tutta la storia dei tuoi genitori, i tuoi amici e tutti i tuoi sogni adolescenziali. Sappi solo che devi scegliere di essere una Black Wings, poi le cose verranno da se>. Ma che sfacciato. <Non puoi obbligarmi a fare questa scelta, e lo sai bene>. <Certo non posso obbligarti, ma ci sono altri modi di portartici>.
Staremo a vedere.
<Sono stanca di te, e di stare fra quattro mura. Ho bisogno di uscire>. Lui senza dire una parola mi indica la porta alla destra del tavolo da pranzo. Senza troppa fretta la raggiungo e la spalanco.
Verde. Tutto quello che vedo, è un enorme distesa di verde. Foglie, alberi altissimi, rami caduti, fiori enormi. <Ma che cosa diavolo è tutto questo?> dico girandomi lentamente nella sua direzione.
<Ti presento la foresta di Hoia-baciu, in Romania>. L'unica cosa che riesco a dire, è Romania. Sussurrandolo ininterrottamente.
<Esattamente, e l'unico modo per tornare sta nei miei poteri. Con una piccola bussata alla porta posso riportarci a Seattle. Quindi se vuoi ritrovare la via di casa, piccola Gretel, devi attenerti a quello che ti dico>.
Vorrei essere morta. Davvero preferirei morire più che dover sopportare altro tempo intrappolata qui con questo mostro. L'unica cosa che mi fa sperare è Alexander.
<E comunque ti voglio far presente che siamo al 17 agosto, e la data del passaggio è piuttosto vicina. Quindi non dovrai penare troppo>. Fantastico! E chi lo avrebbe mai detto che i miei ultimi mesi sulla terra sarebbero stati cosi. Nell'intento di andare ad uccidere Karyon, vengo interrotta da Alex che entra nella stanza. Anche se l'ho visto pochi minuti fa, mi sembra di vederlo ora per la prima volta da sempre. Schiena dritta, spalle alte e sguardo serio. Sembra di rivedere Alexander il tenebroso della scuola. Poi apre bocca, e mi provoca il dolore piu lancinante che abbia mai sentito:
<Scusami Karyon, non mi ero accorto si fosse svegliata. Se lo vuoi posso trascinarla dinuovo alle celle> Trascinarmi dinuovo alle celle? Ma che cosa stava dicendo? E perche lo diceva con tanta indifferenza?
<No tranquillo, puoi anche sederti e fare colazione. Anzi, idea grandiosa! Farò servire la colazione qui, così staremo tutti insieme>.
Ho quasi ignorato le sue parole, e non sono riuscita a trattenrmi.
< Ma ... Alex ... c-che stai dicendo?> . Non si gira neanche per guardarmi in faccia <il mio nome è Alexander. Vado a dare l'aggiornamento a Rory> ed esce dalla stanza con passo solenne.
<Non è fantastico?> dice Karyon ghigando.
<Che cosa gli hai fatto?!> grido mentre non riesco più a trattenermi. Una lama piatta e sottile di ghiaccio mi si forma in mano. E la rabbia non mi fa esitare un secondo. La lancio nella sua direzione, punto alla faccia.
La lama non lo colpisce, ma gli fa un profondo taglio sullo zigomo destro.
In un attimo mi è subito addosso. Stringe il mio collo con tutte e due le mani. <Stammi bene a sentire puttanella! Se tu sei ancora viva è solo perchè io ho bisogno che tu lo sia! Quindi smettila di comportarti come se potessi vincermi! Non puoi! Mettitelo bene nella testa!!> mi schizza la faccia di saliva. Sbava tanto è adirato.
Ancora con le sue mani al collo, giro il viso verso il corridoio, e vedo che Alexander e Rory mi guardano dalla soglia. Lei terrorizzata, lui con indifferenza. E questa cosa mi fa molto più male della mancanza di aria nei polmoni.
Mi lascia andare, e subito boccheggio nel tentativo di recuperare tutta l'aria necessaria. Lui si ripulisce la guancia con il fazzoletto da taschino, e non gli rimane neanche un graffio sul viso.
<Scusatemi per il piccolo inconveniente, ma Alyssa aveva frainteso una cosa.
Che ora ha capito sicuramente, vero?>. Non riesco ancora a risponderlo, la gola mi fa malissimo.
Mi da un calcio sulle costole facendomi rimanere senza fiato.
<VERO?!>.
Capisco che se non lo rispondo lui continuerà, ma non ce la faccio.
Mentre tento di mettermi seduta, e mi ripulisco con la mano dal sangue colato al lato della bocca, annuisco. <Perfetto, ora, Rory servi la colazione. E ancora scusa>
Alexander prende posto senza neanche aiutarmi a rimettermi in piedi. Non so cosa faccia piu male, una costola rotta, o il cuore.
Mi alzo a fatica e mi costringo a raggiungere il tavolo. Mi siedo e bevo un sorso di acqua. Ma invece di ingoiarla, la sputo a terra. So che potrebbe sembrare un affronto, ma avevo bisogno di ripulirmi la bocca dal sangue.
<Non amo il sapore del sangue> aggiungo.
Alexander alla mia destra rimane impassibile. Mentre Karyon difronte a noi inizia a bere il suo te, ignorando la mia voce.
<Alexander, potresti gentilmente spiegare ad Alyssa le ragioni del tuo cambiamento? È molto curiosa di sapere>. Lui finalmente si gira verso di me, ma questa volta nel suo sguardo impassibile passa qualcosa. Qualcosa del mio Alexander, qualcosa che mi sa di scuse, per le cose brutte che sta per dirmi.
Mi vengono le lacrime agli occhi, ma lui serio inizia a parlare. Mentre sotto il tavolo, in segreto, e molto lentamente. Intreccia la sua mano alla mia.

White WingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora