15 IN GABBIA

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Infatti non riuscii ad evitare di prendergli il pugnale dalle mani. Quasi me lo infilzò tra le nocche del pugno chiuso.
Evye continuava a guardarmi con il terrore in volto. Non avevo la minima intenzione di tagliarle la gola, e avrei escogitato sicuramente qualcosa. Fu inevitabile che Karyon mi facesse qualche domanda, data la mia aria pensierosa.
<Inutile che pensi ad un modo per evitarlo. Non c'è! Ed io sto perdendo la pazienza! Fallo ora!>. Il suo sguardo faceva trapelare un pò di paura. Perché aveva paura che io realmente riuscissi a trovare il modo di uscire da quella situazione. Aveva paura delle mia capacità. Avrei sfruttato nel modo più ottimale possibile quella cosa.
Mi voltai verso Evye e dissi:
<Ok, va bene. È inevitabile, ha ragione. Cercherò di non farti troppo male, scusa>. Lei sussurrò un flebile "ti prego" come se stesse esalando già il suo ultimo respiro. Poi si accartocciò su se stessa, come pre proteggersi.
La geometria della situazione mi diede un grandissimo aiuto. Evye si trovava difronte Karyon, io ed Alex di fianco la parete rocciosa. Quindi per ucciderla avrei dovuto dare le spalle al mostro.
Mi mossi con estrema lentezza, valutando ogni possibilità, pregando ogni dio dalla dubbia esistenza, calcolando ogni minimo centimetro.
Poi, come se il piano nella mia testa uscisse fuori per mettersi in atto da solo. Alexander mi diede uno strattone, prese il coltello dalla mano, e lo conficcò nell'occhio di Karyon.
Un urlo di dolore straziato, non attese molto ad arrivare. Karyon si accasciò su se stesso delirante; ma sapevo bene che non stava morendo. <Presto, non sprechiamo tempo, questo non lo fermerà. Scappiamo! >.
Presi Evye per mano e seguimmo correndo Alexander. In quel tunnel roccioso che sembrava dinuovo non terminare mai.
Non so come, ma sapevo che dovevo superare Alexander, e ci riuscii. <Ma che fai!> mi urlò alle spalle.<Il fuoco!> dovevo superarlo perché così sarei riuscita a far esplodere la tonda porta di pietra all'entrata, con il fuoco. Avendo capitami al volo, Alex non rispose, e continuammo a correre. Mentre le urla di Karyon continuavano incessanti.
<STUPIDI ILLUSI !!!>
Fu l'ultima cosa che gli sentimmo urlare. Poi raggiungemmo la porta, che, come previsto, esplose sotto l'eccessiva pressione del mio fuoco. <Presto,presto! Alla macchina!> . Facemmo salire in superficie prima Evye, poi Alex mi prese in vita e mi fece appendere al bordo di pietra per farmi issare sù. Ma avevo le mani maledettamente sudate! come il resto del corpo d'altronde, e scivolai.
<Dai Aly, forza!> con uno sforzo non indifferente riuscii a salire, seguita subito da lui.
Una volta in superfice, la prima cosa che feci, fu cercare con lo sguardo Evye. Ma non riuscivo a vederla da nessuna parte.
Avvertivo un certo capogiro, forse giustificato dal fatto che avessi corso per metri, in preda all'ansia. Poi avvertii la nausea, e capii che qualcosa non andava.
Me lo avevano sempre detto: "Alyssa, sei una pessima osservatrice". E avevano ragione, ero completamente cieca!
Il mondo si schiacciò su se stesso, repentinamente, facendomi crollare sotto il suo insostenibile peso. E il mio campo visivo si ridusse ad una linea sottile, al punto da non farmi vedere quasi più nulla. Ma non abbastanza, da non farmi vedere le sue scarpe nere laccate, macchiate del suo stesso sangue. Che illusa che ero, a pensare di poter scappare da lui.

aly ...
Aly ...
Aly !! ...
<ALYSSA !!>
Saltai letteralmente dal ...
Da dove mi trovavo. Era una cella? Io mi trovavo in una specie di cella !?
Ero sul pavimento, che dato il fredde e l'umido che emanava, doveva essere di pietra. Una pietra molto vecchia, che costituiva anche le pareti. Tutto quello che mi circondava, era un letto senza materasso, solo toghe di legno ammuffito, e un secchio di ferro.
Mi alzai, angosciata dalle grida di quella voce, con molta fatica, ero a pezzi. In qualsiasi modo fossi arrivata li dentro, il viaggio non doveva essere stato molto comodo.
Quelle continue grida, lasciarono trapelare che chi stesse gridando, stesse anche piangendo disperato. Una volta impiedi, riuscii a vedere oltre le sbarre che fungevano da porta. La persona che gridava era Alexander.
Alexander il figo tenebroso, stava piangendo chiamando il mio nome!? Forse ero io stupida a pensarlo ancora così, dopo l'ultima volta che eravamo stati soli, le cose erano cambiate un pò. <Alex, sono qui, perché gridi?>. I suoi occhi arrossati dal pianto, si ipnotizzarono sul mio viso. Come se mi vedesse risorgere dalla morte.
<Alyssa! Io ... pensavo che lui ... che Karyon!  ... che lui, e io ...>  . <Alexander, calmati! Già ho la testa che mi scoppia. Con calma, spiegami cos è successo>. <Io mi sono svegliato qui, più o meno un ora fa, poi ti ho visto li a tera. E pensavo che lui ti avesse fatto qualcosa ! ...> non riusciva neanche a trattenere le lacrime. Aveva effettivamente la voce spezzata.
Quella cosa mi riscaldò il cuore. Allora c'era qualcuno a cui importava di me. <Aw... Alex, sei così dolce. Scusami di averti fatto preoccupare. Tu stai bene?> . Quella situazione era surreale. < Non è tua la colpa della mia preoccupazione, è sua! E comunque sto bene. Mi sento un pò la testa vuota, ma tutto sommato sono contento di essere vivo. Sono contento di essere con te, di sapere che stai bene>. Le celle erano identiche, eravamo l'uno difronte all'altra. Posti sui lati di questo non troppo lungo corridoio; dalla mia cella si vedevano in lontananza delle scale che salivano. Eravamo faccia a faccia, ma non abbastanza vicini da poterci toccare, neanche le punte delle dita. <Grazie. Anche io sono felice di essere con te. Se stiamo insieme, tutto questo mi sembra meno spaventoso>.
Mi fece un sorriso bellissimo, amavo quel sorriso.
Sarà che mi piacciono i sorrisi in generale, dato che è la prima cosa che vedo in un ragazzo. Ma il suo sorriso riusciva ad illuminare l'oscurità che mi aleggiava intorno. Forse stavo iniziando ad innamorarmi ? Avrei saputo dirlo con sicurezza? Ma non volevo essere da nessun altra parte, se c'era lui. Mi andava bene stare anche lì in quella cella, l'importante era la sua presenza. <Secondo te dove siamo?>, mi chiese.
Risposi con un alzata di spalle, mentre focalizzai la mia attenzione su un aggeggio rosa appeso sulla parete vicino le scale. <E quel coso che diamine è!> suscitato dalla mia esclamazione, Alex seguì il mio sguardo e lo vide. < Credo che serva per annullare i nostri poteri, sai ho cercato di sciogliere le sbarre con il fuoco. Ma a quanto puoi vedere siamo ancora qui>.
Fantastico! Soli, chi sa dove, e pure "disarmati". Era davvero una cosa fantastica!
Come se fossi stata colpita improvvisamente da una boccata d'aria gelida, sentii occhi e bocca spalancarsi.
EVYE!
<Alex! Dov'è Evye!  Come cavolo abbiamo fatto a dimenticarci di Evye !>. Si portò le mani nei capelli, stringendo forte, imprecando.
<Beh, se non è qui starà sicuramente con lui>.<Appunto!>, mi accasciai sul "letto" con la testa fra le mani. Perché quel mostro aveva messo in mezzo proprio Evye. Non meritava di essere immischiata in tutto questo enorme disastro ...

... passarono le ore. Eravamo entrambi seduti ad indiano sul pavimento. Stavamo lanciandoci un piccolo pezzo di legno staccatosi dal modernissimo letto. <Hey, sai che mi piace vederti spensierata, smettila di essere così musona>.< Ti pare che sia una situazione in cui poter essere spensierata?>. Fece un piccolo risolino. <No. Ma dovevo provarci, mal che vada mi piace vederti comunque. Quindi va bene anche così>. Non riuscii proprio a trattenermi, tirai la testa all'indietro, quasi cadendo. Mi faceva troppo ridere il fatto che riuscisse a flirtare con me in quella situazione. <Stupido!> gli lanciai il pezzo di legno, che si andò a conficcare prorpio sul lato sinistro del suo petto. Cadde lentamente all'indietro, sbiascicando: <Oh no! Mondo crudele, la cattivissima Alyssa Moore mi ha colpito al cuore. Chiamate i rinforzi!  > . Piangevo quasi dal ridere! Era troppo buffo.
Forse non era il momento migliore per parlarne. Forse non ci sarebbe comunque mai stato un momento migliore per parlarne. Quindi lo dissi, così, come se fosse una semplice esclamazione.
<Ti amo, Alexander ... ti sto amando ogni minuto di più, ogni doloroso istante di più>.
Si rialzò dal pavimento con una faccia indescrivibile, a metà tra lo stupore e il compiacimento. Con un sottile ghigno mi disse:< Mi dispiace, ma io ti vedo solo come la nipote di uno psicopatico, pluriomicida. E non voglio rischiare di perdere letteralmente la testa, per averti riportata a casa in ritardo>. Ma che idiota!
Ridendo aggiunse:< Scherzo ovviamente. Ti amo anche io Alyssa ... come potrei evitarlo ! >. Finalmente una cosa positiva, perché lo era, giusto?.
<Però mi domando, come abbiamo fatto ad innamorarci, nonostante il caos che ci sta attorno. Voglio dire, entrambi abbiamo perso i genitori, entrambi viviamo con uno psicopatico ...>< e magari è proprio questo che ci ha fatto avvicinare! Insomma Aly. Viviamo in un mondo con la "magia". Non dovrebbe sorprenderti tanto l'amore. Infondo anche i bucaneve sbocciano nonostante la bianca, fredda minaccia. Sorprendendo tutti >.
<HO OOOH, questa te la sei scritta da qualche parte, pronta per l'occasione? >. Mi rilancia il pezzo di legno in segno d'offesa. <È fantastico quello che hai detto. Ti sto amando anche per la tua capacità di continuare a sorprendermi nonostante tutto>.< Però non è giusto! Questa è la parte in qui c'è il bacio appassionato. E invece siamo in cella. Che vita di merda ! >

Oh, che piccioncini! Mi dispiace deludere le tue aspettative signorino Alexander. Ma non preoccupatevi troppo. Avrete ancora  molto tempo per parlare dei vostri sentimenti.
Siete stati degli stupidi a pensare che poteste scappare da me! E ora pagherete le conseguenze del vostro gesto.
Passo e chiudo

Quella era inconfondibilmemte la voce di Karyon. Proveniva da una specie di altoparlante, ma non riuscivo ad individuarne. Era abbastanza prevedibile, che ci stesse controllando.
<Sei uno schifoso pezzo di merda!> gridò Alexander. <Dai, Alex. È inutile, lo sai. Credo sia notte, perché non proviamo a dormire un pò?> . Lui mi rispose non troppo soddisfatto <d'accordo> e andò a mettersi sul suo letto.
Io feci altrettanto, ripensando a quanto tempo saremmo dovuti stare li dentro. Giorni? Mesi!? Anni!!?

P.S. piccolini! Se vi interessa saperlo, la vostra stupida amichetta sta bene, pronta per quando Alyssa sarà disposta a vedere il suo futuro. E, domattina al vostro risveglio, troverete dei diari dove potrete sfogare la vostra noia. O che diamine ne so? Fateci quello che volete. Sogni d'oro
Passo e chiudo.

<Ma va all'inferno !! >
La buonanotte più dolce che mi venisse in mente, per quel mostro. Alexander, come me. Aveva sicuramente capito la sua allusione. Ma non avrei mai usato la vita di Evye, per porre fine a quella ridicola prigionia.

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