13 PROF KORY

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Il tempo sembrava volare all'interno di quelle quattro mura. La casa non era molto grande come immaginavo. Era composta da cinque stanze. Ma ancora non avevo visto l'esterno. In più di una settimana, non ero ancora uscita di li. Le giornate si svolgevano in questo modo: sveglia alle 8, colazione. Allenamento fisico dalle 9 alle 13. Dalle 13:30 alle 15, studi comuni, per non rimanere indietro con la scuola. Poi dalle 16 alle 19 allenamento speciale. Che consisteva nel cercare di sviluppare nuove abilità. Avevo quasi imparato a padroneggiare il fuoco. E con me anche Alexander, aveva migliorato di molto le sue forze.
Vivere con Karyon era come vivere con un generale dell'esercito. All'inizio ero riluttante, ma poi mi sono chiesta "a che pro"? Era inutile opporsi, tanto valeva allenarsi duramente per migliorare. E una volta diventata brava mi sarei potuta opporre. Infondo l'ha detto proprio lui. "E sovrasterai  anche la mia potenza". Non vedevo davvero l'ora che accadesse.
Era fine marzo, ed era arrivata l'ora di ricominciare ad andare a scuola. Più di un mese di assenze, si sarebbero iniziati a fare domande. Quella mattina il programma giornaliero era annullato. E dopo la colazione, finalmente uscimmo di casa. Come pensavo, quella era una casa isolata da tutto e da tutti. Sembrava una normalissima casa di campagna, nessuno avrebbe mai sospettato che dentro ci fosse un essere del genere. Ci avvicinammo all'auto ed entrammo. <Hai preso tutto? Ti accompagnerò fin dentro l'aula. Quindi abituati all'idea>. Sarebbe stato molto difficile ritornare a scuola. Sopratutto perché non sentivo ne Camille ne Caleb da settimane. Con Caleb era finita malissimo e con Camille anche peggio. Avrei sicuramente tentato un approccio, non appena li avrei visti.

Arrivammo a scuola in orario, scendemmo dalla macchina e ci avviammo subito all'entrata. Non passammo per la caffetteria, non andammo a lezione normale. Ma ci dirigemmo direttamente nella parte "segreta" della scuola. Raggiunta l'aula mi intimò di entrare. C'erano quasi tutti, mancava solo Alexander. Il posto vicino Camille era vuoto come sempre, e mi accinsi a raggiungerlo. Mentre mi stavo sedendo dissi subito <Scusa Cami, posso davvero spiegarti tutto ...> non mi fece neanche finire la frase, che si alzò e si andò a mettere vicino Caleb e Evye.
Era davvero meraviglioso, ero completamente sola. A voler mettere la ciliegina sulla torta, pochi istanti dopo entrò in classe Alex, e si sedette vicino a me. <Lo sai che hai appena distrutto tutte le mie possibilità di fare pace con Camille> lui mi guardò come se fossi un ebete <non preoccuparti di Camille, siamo in rotta di collisione Aly. Chi ci tiene resta, non hai il tempo di pensare agli amici. Non hai il tempo di correre dietro alle persone. In questo momento siamo io e te. Solo io e te>. Non ebbi il tempo di rispondere, perché quello che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene.
<Buongiorno a tutti ragazzi, io sono il professor Kory. Vengo dall'estero e porterò in questa classe un nuovo metodo di studio> non avevo parole. Anche li, anche a scuola, dovevo sopportare la sua presenza. E che fine aveva fatto la signiorina Flash?
<Dimenticate i libri. Dimenticate la fazione. Dimenticate tutto quello che avete appreso fin ora. Io vi aprirò la mente, vi mostrerò che non ci sono limiti>. Evye da brava sfrontata quale è, lo interruppe per chiedergli cosa intendesse dire.
<Intendo dire, che da oggi lasciamo l'aula. Esattamente oggi inizia il vostro allenamento da Wings superiori. Con calma vi spiegherò in cosa consiste questo termine. Ma per ora, posate i libri e usciamo. Si va a caccia di criminali>. Sentivo nel profondo che quella affermazione sarebbe stata molto pericolosa. <Oggi vi limiteremo a guardare Alexander e Alyssa. Che sono degli studenti preparati e promettenti>. Ecco, sarebbe stato davvero un disastro.

Erano le tre in punto. Dopo lo shock generale della spiegazione di Karyon sul fatto che i wings potessero avere poteri illimitati. Salimmo sul tetto di questo palazzo a cinque piani. Non troppo alto da avere le vertigini, e neanche troppo basso per non riuscire ad avere degli "obbiettivi". E per obbiettivi lui intendeva i barboni, o i tossici che si andavano a fare dietro quelle stradine appartate. Voleva che noi lasciassimo palle infuocate addosso a quella gente per farci allenare con la mira. La sua giustificazione era "nessuno noterà un pò di feccia in meno". Erano tutti rimasti a bocca aperta, anche io, nonostante conoscessi già il soggetto. L'unico che non si era tirato indietro era Alexander. Avevo paura potesse fare qualcosa di cui si sarebbe pentito. Un pò avevo imparato a conoscerlo. E non mi sembrava il tipo che abrustoliva la gente per strada.
Lui stava sul ciglio del cornicione, mente tutti noi stavamo a un paio di metri di distanza. Aspettando il fatidico momento.  <Ragazzi, ragazzi ... sono molto deluso dal vostro comportamento. Sopratutto dal tuo Alyssa. Tollererò questa vigliaccheria solo oggi. Da domani i vigliacchi saranno eliminati! A voi l'interpretazione>. Eliminati, davvero stupendo. Voleva uccidere anche i suoi nuovi alunni. Che razza di mostro.
<Uh, chi abbiamo qui. Un fattone! Eccellente! Signior Alexander, la mossa a lei>. Speravo tanto che non lo facesse. Volevo con tutta me stessa che non lo facesse. Ma ormai dovevo essere abituata alle delusioni. A vedere le cose andare in un verso che io non avrei mai voluto. E anche quella delusione non mancò il colpo.
Fu un attimo, prima vidi la sfera di fuoco formarsi nella sua mano destra, poi essere lanciata con tutto lo sdegno di cui era capace. Poi le urla, di quella povera anima Persa.
<Bravissimo! Ottima mira. Ora torna dai tuoi amici impauriti. Ragazzi miei oggi avete imparato una lezione importante> non mi sarei mai stupita abbastanza per la stupidità di Evye, che disse. <Mai fidarsi dei nuovi professori, potrebbero essere dei maniaci omicidi!>
Karyon non sembrò darle peso, e continuò a parlare.
<È la nostra natura. Siamo fatti per distruggere. È la costante della nostra specie. Non conta cosa scegli di essere. Si riduce tutto ad una scelta elementare. Distruggere o essere distrutti>.

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