<Camille?>, <si?>, <ma mi sta fissando, o è sola una mia impressione? > le dissi guardando in direzione di Alexander.
<No, credo proprio che ti stia fissando >, <dovrei andare lì a dirgli qualcosa?>, <nah lascialo perdere>.
Era il primo pomeriggio, ed eravamo sedute sulle scalinate di quel vecchio e trasandato campetto. Dall'aria al quanto abbandonata, ma c'era qualcosa di quella scuola che non sembrasse abbandonato?
Stavamo mangiando uno snek, e notavo che Alexander mi guardava continuamente .
<Ragazzi, su venite qui !!>. Gridó la signorina Flash.
Dovevamo andare vicino la porta destra del campetto, perché la signorina doveva "allestire" il campo .
Era giornata di lezione pratica, e quindi sarebbero volate fiamme di qua, rocce di là.
La signiorina azionò la leva dietro la porta da calcio, e si sentì un boato misto a un rumore di ingranaggi. Vedemmo che il campo iniziava a mutare, le scalinate in pietra trasandate si capovolsero dando spazio a lucidissime scalinate di vetro, rivestito in metallo. Le porte scesero sotto terra, e ne fuoriuscirono enormi mirini a forma d'uomo. Infine l'erba verde del suolo assunse delle sfumature celesti.
Tutto era pronto, e ci iniziammo ad allenare.Dopo circa trenta minuti, la signorina Flash ci chiese di separarci, i futuri black da un lato e i futuri white dall'altro. Come sempre tutti ci sedemmo e solo Alexander rimase nel campetto.
<Allora Alexander, ora voglio che tu mi faccia vedere cosa hai imparato in tutte le nostre lezioni. Per quanto riguarda l'elemento del fuoco> disse poggiandogli una mano sulla spalla.
Lui scrollandosela di dosso, rispose: <Con mio immenso piacere!>.
Si tolse la maglietta ormai zuppa di sudore, mostrandoci i suoi pettorali scolpiti. Dovevo ammettere che se anche io fossi innamorata di Caleb, Alex era difficile da non notare. Il suo era un fascino misterioso, probabilmente pericoloso. Non so se più da Edward di twilight, o da Christian gray di 50 sfumature di grigio. Il suo corpo era da urlo, senza ombra di dubbio, e poi aveva quei modi da educato uomo del seicento. Misto a un jack lo squartatore del ventunesimo secolo. Ma Caleb era Caleb, e per me non c'era paragone.
Fece un cenno di approvazione e cominciò. Lanciò una sfera di fuoco viola contro il manichino di paglia, che prese subito fuoco, incenerendosi dopo qualche secondo . Poi unì le mani, e creò una sfera di fuoco ancora più grossa, della precedente. C'era qualcosa di ipnotico in quel fuoco viola, e la scagliò su, in cielo, colpendola subito dopo con dei piccoli dardi di fuoco. L'effetto fu strepitoso, sembravano fuochi d'artificio, stupendi, ma al quanto pericolosi. Dato che arrivati a terra, i residui diedero fuoco a tutta l'erba circostante. Ma c'era qualcosa di strano in quel fuoco, creò una specie di scia, che a lungo andare raggiunse gli scarponi di Mark.
Il poveretto si alzò urlando in preda al panico, mentre Evye sbraitava contro Alexander dal suo posto. E tutti ci alzammo allarmati. La signorina Flash riprese subito il controllo della situazione. <Adesso basta!> gridò.
< Evye, basta gridare, il fuoco si è spento, Mark: ti aspetto nell'infermeria. E per quanto riguarda te, Alexander, sei bravo, ma la tua mancanza di coscienza non ti porterà lontano>.
Mi sedetti dinuovo vicino Camille. Guardavo Mark scendere gli scalini e andare verso l'uscita del campetto, mentre Alexander lo chiamava. Magari voleva scusarsi, magari non l'aveva fatto a posta.
<Hey! Mark! Ti chiedo scusa, ma sai come si dice no? Principessa bruciata, principessa fortunata!>
Ero davvero senza parole, Alexander era proprio uno stronzo patentato.Mentre tornava alle scalinate, notai che mi stava guardando, per l'ennesima volta.
<Adesso vado a dirgliene quattro!> dissi scendendo dallo scalino.
<Dai Aly, non fare la stupida> il commento di Camille mi passò indifferente.
Scesi velocemente i due scalini che ci separavano, e gli andai incontro.
<Hey!!! ma cosa hai da guardare? non sarò la ragazza più bella dell'istituto, ma neanche la più brutta, e non merito di essere messa in soggezione in questo modo, da uno come te!>
Lui mi guardò e aggiunse: < uno come me?> alzando un sopracciglio.
<Sì! Uno stronzo patentato>. Mi guardò per qualche istante, era difficile reggere lo sguardo con un paio di occhi color del ghiaccio, e così profondi. Non aggiunse altro, fece un mezzo sorriso malizioso, e continuò a camminare. Che cosa vuol dire? Che cosa vuole da me? perché i ragazzi sono così stupidi?
Me ne andai in campo, per sfogare un po di frustrazione con i sacchi da allenamento. In campo c'erano: Evye che si stava allenando a dormire sull'erba, e Caleb che si allenava con la telecinesi .
Non appena mi ci avvicinai, lui scattò come se gli avessi urlato contro. <Tutto bene?>. Gli domandai con snervante gentilezza. <Io e te non abbiamo niente di cui parlare! > mi disse schifato.
<Ma che cosa cavolo avete voi ragazzi, oggi. Sembra che siano venute a voi le "nostre cose">.
Caleb continuò a camminare ignorando il mio simpatico e furioso commento.
Scocciata, continuai ad allenarmi con Camille fino al tardo pomeriggio.Erano circa le sette, e mi stavo sgranchiendo le ossa sul lettone di mamma, a telefono con Camille. Stavamo spettegolando un pò di shopping e di ragazzi .
<Ma hai visto la tartaruga di Alexander, mio dio la vorrei tanto avere come animale domestico> disse Camille probabilmente sbavando sul telefono. Scoppiai a ridere, lacrimavo quasi!
<Sei proprio disperata! > le dissi continuando a ridere.
<Non sono disperata, è solo che è così perfetto >. Pensai che aveva proprio ragione, ma Caleb per me era molto meglio. Occhi verdi e capelli nero corvino, superano di gran lunga un fisico scolpito .
<Già, hai visto com era vestito Carlos stamattina? Le scarpe verde acqua, il pantalone viola, e la maglia rossa. Sono troppo belli insieme>.
<Ehm, si, il suo stile è insuperabile...fortunatamente! > Scoppiammo a ridere, ma poi la mia attenzione fu catturata da una specie di piccola fiamma che apparve e scomparve, quasi nello stesso istante. Sul davanzale della finestra.
<Ehi Cami, ti devo lasciare ...ehm... devo farmi una doccia> inventai una scusa.
<Okay, a dopo>.
Chiusi la telefonata e mi avvicinai al davanzale, vidi che c'era questa busta bianca dai bordi rossi. Con uno strano sigillo di cera. La presi e la aprii con delicatezza, dentro c'era un bigliettino:-Auguri piccola mia...
Beh, rimasi al quanto spiazzata e confusa. Era un bigliettino d'auguri. Ma eravamo al 21 ottobre e il mio compleanno sarebbe stato il 1 novembre, quindi perché così in anticipo? Ma soprattutto chi era il mittente ?
Guardai e riguardai la busta, ma era strana, uno stile di scrittura che non avevo mai visto .
Per non parlare della firma, che era una specie di graffio nero obliquo . Quel bigliettino mi ricordava solo che il giorno della scelta si avvicinava, e che da un anno a questa parte la mia vita sarebbe cambiata del tutto.
Ero indecisa se farlo o non farlo vedere a mamma e Camille, ma alla fine decisi di non farlo vedere a nessuno. Perché infondo, anche se ero preoccupata, era solo un bigliettino con un augurio. E far preoccupare anche mamma, avrebbe solo peggiorato le cose. Nascosi la busta con il bigliettino in uno scrigno di legno, che avevo da anni e anni. Lì sarebbe stato al sicuro, perché la chiave che lo apriva era solo una, e solo io sapevo dov'era.
Accesi il PC e iniziai a guardare le puntate che avevo perso di Grey's anatomy. Dimenticandomi completamente del
bigliettino misterioso.
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White Wings
Fantasy"Lo strumento più efficace per promuovere l'inganno, è quello di rivestire l'inganno nella verità" Io sono Alyssa, e la mia vita può essere racchiusa a pieno in questa citazione. Ma la bugia e l'inganno hanno una data di scadenza, e tutto alla fine...