EPILOGO

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Sono passate sei settimane dalla battaglia contro mio nonno ed Alexander, la città si è riassestata e le vite di tutti sono andate avanti. Ma soprottutto è finalmente arrivato il giorno dell'ascensione. Sia io che Camille ci aspettavamo un luogo grandioso e bellissimo per questo giorno, invece siamo nel campo dietro scuola. Dove tempo fa ci allenavamo. Io sono seduta sulle scalinate inferiori, con i piedi sull'erba. Caleb è sulla sua sedia a rotelle al mio fianco. A parte i deceduti, lui è quello che ne è uscito peggio. Non è stato possibile creargli un arto artificiale. Il taglio era stato fatto a zigzag e i tendini e il muscolo erano troppo martoriati. Quindi ora al posto della sua gamba destra c'è un esile moncherino. Quel ragazzo non era stato più lo stesso fisicamente, ma sopratutto mentalmente. La perdita della gamba, ma sopratutto la morte della sorella lo hanno segnato duramente. Non parlava più molto e preferiva sempre stare da solo. Solo qualche momento fa aveva dato segni dell'adolescente che era, abbracciando Camille e dandogli un imbocca al lupo.
Lei era stata la prima di noi ad ascendere. È stato tutto molto veloce e d'effetto, si è posta su quella specie di piedistallo nero ed è stata avvolta da una luce bianca. Poi due belilissime ali bianche le sono spuntate e la luce è diventata troppo accecante per restare ad occhi aperti. E quando ho guardato dinuovo lei era sparita. L'emissario del consiglio, che fungeva da sostituto alla signorina Flash, ci ha detto che è una cosa che ci sentiamo dentro, come una sensazione. Che ci trascina da una parte o dall'altra.
<Alyssa Moore>
Dice un altro wings per indicare che è arrivato il mio turno.
Mi alzo lentamente, abbraccio Caleb e mi avvicino alla piattaforma. <Hai visto cosa fare, buona fortuna, e che tu scelga la strada migliore per te stessa> ringrazio velocemente, e mi metto in posizione.
La luce si accende, è piacevolmente calda, quasi accogliente. Camille ha fatto il tutto molto velocemente, ora mi starà aspettando dall'altra parte. Sono sicura che la vita da white wings sarà magnifica, e che insieme noi la vivremo anche meglio. Ma sono altrettanto sicura che lei riesca a viverla anche senza di me.
Perchè mi dispiace Camille, ma quello che sento non sono dolci note calme e tranquillità. Quello che sento è un urlo, mi sta reclamando. Musica ad altissimo volume, quasi rumore assordante. So bene che questa strada è disseminata di morte e problemi costanti. Ma ho bisogno di sentire ancora l'adrenalina da battaglia, quella consapevolezza di "uccidi o verrai uccisa". Il mio percorso di vita, mi ha insegnato, mi ha indirizzata verso la pace, verso la calma. A scegliere di essere una white wings e vivere tranquilla. Ma ogni tanto le cose non vanno come previsto.
Mai, le cose vanno come previsto.

FINE

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