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Elizabeth si risvegliò in ospedale, sdraiata su un lettino, con la flebo attaccata al braccio. Era piena di bende e aveva il gesso ad una gamba. Si sentiva frastornata, come se qualcuno le fosse passato sopra con un carro armato poi si ricordò dell'incidente e il suo pensiero volò immediatamente a Cameron; lo trovò dormiente nel lettino al suo fianco.

Con la mano destra fece per scostarsi il ciuffo da davanti l'occhio sinistro, ma sentì un fortissima fitta trafiggerle la schiena che la fece immobilizzare sul posto. Emise un forte gemito di dolore mentre cercava di ricacciare indietro le lacrime che cercavano ostinatamente di uscire poi iniziò a dare un'occhiata alla stanza, ma vedeva ben poco. La persiana socchiusa della stanza lasciava filtrare solo poca luce. In tutta la stanza si sentiva odore di disinfettante che le fece venire il voltastomaco. Odiava gli ospedali, le davano quel senso di morte.

La porta era leggermente aperta e la ragazza sentiva arrivare ovattate le voci dei medici e delle infermiere. Poi la porta si spalancò, e una fortissima e accecante luce bianca la costrinse a chiudere gli occhi.

«Lizzy ci hai fatte spaventare a morte.» la voce sommessa di Natalie le fece spalancare gli occhi. Sbatté più volte le folte ciglia per mettere a fuoco la stanza illuminata, poi puntò i suoi occhi castani sulle figuri esili delle sue amiche. Natalie e Josephine avevano le lacrime agli occhi ed erano pallide in viso.

«Che cos'è successo? Da quanto sono qui? Come sta Cameron?» domandò Elizabeth con voce flebile mentre cercava di tirarsi su.

Appoggiò la schiena contro un cuscino bianco che sarebbe dovuto essere morbido, ma che in realtà sembrava che ci avessero ficcato dentro del marmo per farti dormire male poi fece un profondo respiro.

«Hai avuto un incidente con Cameron; lui sta bene, ma tu... Dio non sapevamo se ti saresti svegliata. Sono passati due giorni dall'incidente.» Josephine si avvicinò al letto dell'amica e dopo essersi messa al suo fianco, le accarezzò dolcemente una guancia.

Ora che Josephine le era così vicina, riuscì a vedere meglio il suo viso. Era pallida, aveva due profonde occhiaie e gli occhi gonfissimi. I capelli castano chiaro sempre tenuti in ordine, ora legati in uno chignon disordinato. Natalie era nelle stesse condizioni.

«Mi spieghi che ci facevi in macchina con Cameron?» domandò tristemente Natalie dopo essersi messa al fianco di Josephine.

«Stavamo andando a conoscere i suoi nonni.» rispose Elizabeth, soffocando un colpo di tosse.

Josephine e Natalie si scambiarono un'occhiata poi quest'ultima strinse la sua mano pallida in nella ossuta dell'amica e emise un forte sospiro. La sua pelle era calda e morbida contro a quella di Elizabeth, molto più fredda.

«C-che succede?» balbettò preoccupata. Il macchinario che segnava il battito cardiaco iniziò a emettere bip più velocizzati, segno che il suo cuore stava battendo velocemente.

«Cosa stai dicendo Lizzy? Tu e Cameron avete fatto un incidente perché pioveva e una macchina ha perso il controllo e vi è venuta addosso. Ti stava riportando a casa essendo che ti eri persa.» ribatté Josephine con voce pacata, ma visibilmente preoccupata per l'amica.

«Cosa? No, io e Cameron stiamo insieme da sei mesi. Dovevo incontrare i suoi nonni. Una macchina ci è venuta addosso e noi siamo finiti in un burrone.» biascicò Elizabeth con le lacrime agli occhi. Cosa stava succedendo? Possibile che si fosse immaginata tutto? Lei e Cameron non stavano insieme? Era stato tutto un sogno dovuto all'incidente? Oppure le sue amiche le stavano mentendo? Ma perché?

«No, piccola. Cameron è il solito coglione che fa sesso con tutte. Ha detto che ti ha dato un passaggio solamente perché gli facevi pena.» Natalie le accarezzò una mano, ma quello non servì a calmarla, anzi fece aumentare ancora di più la velocità dei suoi battiti e le lacrime, che ormai sgorgavano come un fiume in piena dai suoi occhi gonfi.

«No... Non è possibile...» biascicò lei distrutta mentre la sua vista incominciava ad appannarsi poi i suoi occhi rotearono all'indietro e lei svenne, cadendo contro al materasso del suo lettino d'ospedale.

Era stato tutto un sogno, un bellissimo e incredibile sogno.

Fine.

No, I'm just kidding.........



La ragazza continuava a venir scossa da qualcuno mentre gridava e a piangeva nel sonno.

«Lizzy!» gridò Cameron preoccupato, scuotendola ancora e solo in quel momento la ragazza spalancò gli occhi, tuffandosi nelle braccia del suo fidanzato.

«Stiamo insieme, vero? Siamo fidanzati, vero?» domandò sommessamente Elizabeth mentre strofinava il viso sul petto del suo ragazzo.

Il ragazzo le accarezzò dolcemente i capelli, sorridendo appena, «Certo amore mio, è stato solamente un incubo.» sussurrò con voce calma, «Guarda, siamo arrivati dai miei nonni.» disse, aiutandola poi ad uscire dalla macchina.

«Amore, va tutto bene. Sono qui con te.» Cameron avvolse la sua ragazza in un abbraccio inebriante mentre le accarezzava con delicatezza la schiena per tranquillizzarla.

«Non ti lascerò mai.»

«Giuramelo.» singhiozzò lei.

«Te lo giuro piccola mia. Ora però entriamo in casa che sento lo sguardo dei miei nonni bruciarmi sulla schiena.» disse ridacchiando sull'ultima frase. Elizabeth ridacchiò contro al petto del suo fidanzato poi si allontanò da lui con dispiacere ed infine annuì, pronta per conoscere i nonni del suo Cameron.

Cherry Lips - Sequel di Anonymous [Youth Series ~ Book #4]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora