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Cameron erano davvero tanto agitato e angosciato. Si stava morsicando con forza il labbro inferiore mentre nel suo stomaco le budella continuavano a contorcersi.

Stava camminando avanti e indietro nella camera degli ospiti mentre pensava a come comportarsi con sua madre. Sapeva di averla ferita, ma in parte se lo meritava. Aveva abbandonato la sua famiglia per crearsene un'altra. Dal suo nuovo marito aveva avuto un figlio; quando erano scappati dieci anni fa era, oltre al fatto che fossero innamorati, perché sua madre aveva scoperto di aspettare un figlio da lui.

Cameron non potrà mai dimenticare lo sguardo del padre dopo aver letto quel misero foglietto che sua moglie gli aveva lasciato attacco al frigorifero. Perso. Vuoto. Era persino sbiancato e il suo respiro si era mozzato in gola poi era caduto in ginocchio ed era scoppiato a piangere.

Lui, innocentemente, gli aveva chiesto se si era fatto male con la carta, ignaro del fatto che la madre gli avesse abbandonati per un altro uomo con cui ben presto avrebbe costruito una nuova famiglia.

Forza Cameron. Esci da quella stanza e vai a parlare con tua madre. Fai come ti ha detto la tua ragazza e vedrai che si risolverà tutto.

Cameron uscì dalla camera col cuore in gola poi con corti e incerti passi, si avviò verso la porta della stanza di sua madre.

Ispirò bruscamente poi bussò. Due colpi leggeri mentre il suo cuore batteva all'impazzata nel suo petto. Il battito violento del suo cuore stava soffocando tutti gli altri suoni. Percepiva solo esso e il suo respiro irregolare.

Cameron datti una calmata! Devi incontrare tua madre, mica Satana.

Pochi attimi dopo la porta venne aperta e quando la madre si trovò davanti Cameron, spalancò la bocca mentre una scintilla di felicità brillò nel suo sguardo.

«Ciao.» mormorò lui, abbassando lo sguardo.

«Entra pure.» ribatté la madre con voce debole, ma con accenno di sorriso dipinto sul viso.

Cameron entrò nella camera della madre con passi incerti poi dopo aver preso un profondo respiro, le chiese scusa.

«Scusa, non avrei dovuto darti della stronza e urlarti contro.»

La madre scosse la testa, facendo ricadere delle ciocche di capelli castani chiari sulla fronte.

Il ragazzo si soffermò a guardarla. Era cambiata moltissimo dall'ultima volta che l'aveva vista. I capelli castani erano stati schiariti; il viso era più snello e i suoi occhi più accesi. Era bellissima, si ritrovò a pensare Cameron.

«Non chiedere scusa, hai perfettamente ragione. Sono una stronza. Vi ho feriti e di questo me ne dispiace molto, ma... amo davvero Bryce.» la madre deglutì, sedendosi sul suo letto e facendo segno a Cameron di fare lo stesso «So che avrei dovuto continuare a fare parte della vostra vita, stare con voi, vedervi crescere, ma mi sentivo in colpa nei vostri confronti. Io vi avevo abbandonati per un altro uomo da cui aspettavano un altro figlio. Poi non riuscivo a guardare in faccia tuo padre, forse è anche per questo se abbiamo deciso di andare a vivere il più lontano possibile. Mi dispiace aver smesso di farmi sentire, ma non ce la facevo più. Stavo male perché non ero lì a fare la madre. Non ero con voi a guardarvi crescere. Alla fine ho deciso di smettere di telefonarvi o scrivervi perché ero arrivata al punto di piangere in qualsiasi momento perché pensavo a voi e a come stavate crescendo senza di me, senza una madre ingrata che è sfuggita alle sue responsabilità di moglie e madre.» la donna scoppiò a piangere e solo in quel momento il figlio si avvicinò a lei e l'avvolse in un abbraccio, accarezzandole la schiena per tranquillizzarla.

«Shhh... Ora va tutto bene. Siamo insieme.» mormorò Cameron, anche se non era del tutto convinto di quelle parole, essendo che si sentiva ancora distante da lei. Forse doveva davvero parlare di quello che le aveva suggerito Elizabeth.

Dopo essersi staccato dalla madre che, per fortuna, aveva smesso di piangere, incominciò a parlare.

«Durante i primi anni è stato davvero difficilissimo. Papà piangeva spesso. Cole invece non capiva perché tu te ne fossi andata via mentre io avevo capito tutto. All'età di dieci anni ero io a prendermi cura di Cole perché papà passava tutto il suo tempo a lavoro pur di non tornare in quella casa che aveva condiviso con te, infatti dopo pochi anni ci trasferimmo in un'altra casa. Dopo esserci trasferiti in una nuova casa, papà era tornato a fare il padre. Era sempre presente, tanto che poi è diventato quasi un migliore amico per me, un amico a cui chiedere consigli e con cui passare le serate davanti alla televisione però la tua mancanza si sentiva, eccome se si sentiva.» il ragazzo accarezzò la mano della madre, la quale era tornata a singhiozzare.

«Sai, in tutti questi anni mi sei mancata moltissimo, forse più dell'ossigeno stesso. Non ho mai smesso di pensarti anche se avevo incominciato a provare odio e rancore nei tuoi confronti, soprattutto durante i primi anni della mia adolescenza.

Avrei tanto voluto che tu ci fossi stata durante quegli anni, avrei potuto chiederti consigli o semplicemente parlarti di tutto quello che mi passava per la testa perché, devi sapere che in quel periodo ho incominciato a fare cazzate di cui ancora adesso mi pento. Se non fossi stato quello che a quei tempi ero diventato, forse io e la mia ragazza staremmo insieme da molto più tempo ma mi sono comportato di merda con lei, facendola anche soffrire. Non puoi capire quanto sono grato a Lizzy di avermi perdonato e di avermi dato una seconda occasione, seconda occasione che voglio dare a te, proprio come lei ha fatto con me.

Sai mamma, la tua musica mi ha aiutato moltissimo, mi ha fatto sentire vicino a te nonostante non eri con noi, però nell'ultimo periodo ho smesso completamente di ascoltarla. Papà dice che è perché ho trovato l'amore di Lizzy, anche io la penso così però vorrei lo stesso sentirti suonare per me.

Suoneresti ancora per me se dovessi chiedertelo? Vorrei tanto sentirti suonare come facevi quando io e Cole eravamo piccoli e dovevi metterci a dormire.

Negli ultimi anni ti ho odiata davvero tanto, poi però Lizzy mi ha fatto capire che se non dovessi perdonarti e poi dovesse succederti o succedermi qualcosa me ne pentirei per il resto della mia vita.

Quindi sono qui a dirti che ti perdono, nonostante tutto. Ti perdono perché stai cercando di riallacciare i rapporti con me, Cole e papà e te ne sono grato. Ti perdono perché mi manca mia madre. Ti perdono perché anche se non lo mai ammesso, ti ho sempre voluta bene nonostante dicessi di odiarti da morire.» una lacrima scivolò sulla guancia di Cameron. La madre con un polpastrello la scacciò via, andando poi ad accarezzare il viso del figlio, «Grazie. Grazie tesoro mio.» mormorò con la bocca impastata di saliva e le lacrime agli occhi.

Cameron sorrise alla madre e la madre sorrise al figlio poi si abbracciarono, un forte e inebriante abbraccio che trasmise tutta la mancanza che durante gli anni uno aveva sentito dell'altro.

«Ti voglio bene Cameron.» biascicò la donna, appoggiando la testa sulla spalla del figlio.

Cameron abbozzò un sorriso, accarezzandole la testa, «Anche io mamma.» replicò lui mentre nella sua mente immaginava Elizabeth saltellare dalla gioia. Grazie amore mio, è tutto merito tuo.

Cherry Lips - Sequel di Anonymous [Youth Series ~ Book #4]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora