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«Non sono riuscita a chiudere occhio e adesso sembro un panda con i capelli arruffati. Perché non mi hai svegliato prima?» sbraitò Elizabeth mentre si legava con violenza i capelli in un chignon disordinato. Cameron, invece, era alle prese col correttore che stava applicando sotto agli occhi della sua fidanzata.

«Perché sei bellissima sempre.» replicò lui con una scrollata di spalle.

Elizabeth in risposta gli tirò un pugno contro allo stomaco che lo fece scattare indietro con un gemito di dolore, «Voglio fare una buona impressione con i tuoi nonni, non voglio sembrare una che è appena scappata di casa.» mise su il broncio, gonfiando le guance.

«Dai, amore andiamo che è un viaggio lungo.» Cameron fece alzare la sua ragazza dalla vasca da bagno poi la trascinò fuori dal bagno e successivamente dalla sua camera da letto.

Salutarono il padre del ragazzo e poi velocemente raggiunsero la macchina di lui. Elizabeth entrò in macchina, sbuffando scocciata mentre teneva il labbro inferiore sporto in fuori.

«Riposati un po', poi ti sveglio io quando siamo arrivati.» mormorò Cameron dopo aver fatto partire l'auto. La ragazza corvina annuì appena, appoggiando la testa contro al finestrino e fissando il cielo azzurro di quel giorno di maggio.

I due ragazzi erano in viaggio da quasi un'ora ed Elizabeth si stava snervando perchè non riusciva a riposarsi, nonostante si sentivano solamente i loro respiri incrociarsi e il rumore delle gomme contro all'asfalto di quella strada. Le strade che portavano al New Jersey quella mattina erano deserte e per loro fortuna non avevano incontrato nemmeno un intoppo. Viaggiavano tranquillamente e a velocità moderata.

«Amore quanto manca?» domandò Elizabeth sbuffando e mettendosi a posto la gonna color panna che si era alzata di qualche centimetro.

«Circa un'ora e mezza.» rispose velocemente Cameron, svoltando poi a destra ad un incrocio.

Elizabeth emise un sospiro carico di ansia poi si appoggiò contro allo schienale del sedile della macchina del fidanzato e si mise a fissare il cielo che pian piano stava incominciando a scurirsi.

«Amore rilassati, andrà tutto bene.» le mormorò Cameron, accarezzandole una coscia, dopo avere staccato la mano dal volante. Elizabeth gli fece un sorriso tirato poi annuì, mordendosi l'interno della guancia.

Elizabeth, sia per noia che per l'ansia, incominciò a trafficare nella borsa color panna alla ricerca dello specchietto che si portava sempre dietro, ma non fece in tempo a trovarlo che una macchina tamponò la loro auto, facendola sballottare in avanti e facendole picchiare la testa contro al cruscotto. La ragazza emise un verso di dolore, massaggiandosi poi la parte colpita da cui fuoriuscirono dei rivoli di sangue mentre Cameron continuava a domandarle come stava, cercando disperatamente di riprendere possesso dell'auto. L'auto alle loro spalle gli tamponò ancora poi iniziò a slittare a destra a sinistra, ad accelerare e frenare in continuazione. I due ragazzi capirono subito che l'uomo al voltante era ubriaco, ma fu troppo tardi perché la loro macchina iniziò a sbandare, fino a finire in un burrone al ciglio della strada. I due fidanzati incominarono a gridare terrorizzati più che mai. Il cuore di entrambi batteva così forte nei loro petti da sentirlo fischiare nelle loro orecchie mentre i loro respiri gli si spezzarono in gola.

L'auto si catapultò, strisciando sulla parete rocciosa e rotolando un bel paio di volte, facendogli sballottare violentemente al suo interno come palle da tennis su un campo di gioco.

Elizabeth picchiò con violenza la testa contro al finestrino, provando un dolore allucinante poi venne scaraventata da una parte all'altra dell'auto come una bambola di pezza, senza riuscire a fermarsi. Scontrandosi anche con Cameron che ormai aveva perso i sensi, dopo aver picchiato con forza la testa contro al volante. Le lacrime iniziarono a sgorgare impetuose dai suoi occhi scuri mentre pregava di non morire in quell'ammasso di ferraglie, di non far morire nessuno dei due.

Il parabrezza e i finestrini, ormai ridotti in pezzi, schizzarono da ogni parte, colpendoli in pieno, ferendoli gravemente, graffiando, lacerando la loro pelle e conficcandosi in profondità nelle loro carni.

Elizabeth continuava a piangere e a singhiozzare con il corpo pieno di ferite e grondante di sangue mentre cercava di aggrapparsi al suo fidanzato privo di sensi, poi di colpo l'auto si fermò. Aveva finalmente finito di rotolare.

I due ragazzi si ritrovarono con l'auto a testa in giù, bloccati da un enorme tronco rovesciato al suolo, miracolosamente vivi, ma gravemente feriti.

L'ultima cosa che Elizabeth vide prima di svenire fu il viso grondante di sangue di Cameron poi il buio totale.

Cherry Lips - Sequel di Anonymous [Youth Series ~ Book #4]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora