chapter ten.

714 61 39
                                    




"Potevi richiamarmi, Abby, no?"

Abby si era ritirata in camera sua, dunque, per affrontare sua mamma. La stava anche per richiamare, ma Elise aveva fatto prima, quindi aveva direttamente risposto alla sua telefonata piuttosto che staccarla e richiamarla.

Ed era anche quello che stava cercando di dirle da cinque minuti, ma la donna era cocciuta, non capiva. 

Voleva avere per forza ragione lei, ma sua figlia si stava spazientendo. 

Aveva mal di testa, quella giornata era stata così lunga che avrebbe preferito terminarla il prima possibile con una bella dormita.

"Mamma, quante volte te lo devo dire che ti stavo chiamando proprio quando tu hai avviato la chiamata?" sbottò, sbuffando. 

Aveva messo il viva voce, in modo che lei potesse svestirsi per poter mettere qualcosa di comodo. 

L'aria di novembre stava arrivando, essendo che faceva più freddo degli altri giorni. Preferì infatti coprirsi perbene, con un maglioncino bianco e un paio di pantaloni lunghi neri.

"Potevi anche richiamarmi prima che lo facessi io! Ti ho lasciato due chiamate alle due circa, ora sono le sei quasi di pomeriggio."

"Lo so', lo so'..." lagnò, struccandosi. 

Non ce la faceva più.

"Eh, spero che la prossima volta terrai a mente di questa cosa," la sentì sbottare anche a lei, dall'altra parte del telefono. "Ad ogni modo, come sta andando lì?"

"Bene. Mi hanno selezionata per un concorso di architettura, e l'ho vinto. Stamattina sono andata persino in azienda."

"Oh, ma è una cosa grandiosa!" la sentì esultare. 

In meno di cinque secondi, aveva cambiato completamente il suo umore. Era così altamente lunatica, talvolta manco lei che era la figlia riusciva a stare dietro ai suoi continui sbalzi d'umore.

"Già, lo è." sorrise soddisfatta, mentre stava ripiegando alcuni dei suoi vestiti puliti.

"Non sai quanto sono felice, vederti così produttiva... mi rende molto, molto felice. Tu non lo sei? Ti sento un po' giù."

"Lo sono anche io, mamma. Sono molto felice. Solo, ho paura di deludere le aspettative, ora mi sa' che mi metteranno come osservatore dell'intero progetto, dato che l'ho realizzato io." si fermò un attimo, al centro della stanza, a pensare.

Se davvero l'avessero assunta come osservatore dei lavori per la casa famiglia, significava stare più a contatto con gli architetti, e cioè più in contatto con Harry. Avrebbe avuto la possibilità di vederlo quasi ogni giorno, magari avrebbero recuperato anche i rapporti.

Ma a cosa pensi, stupida. Pensa piuttosto a tua madre, che ti sta richiamando!

"Pronto, Abby? Ci sei?"

E fu proprio la voce di sua mamma a riportarla sulla Terra. Batte' più volte le sopracciglia per mettere a fuoco, e si rese conto di essere una stupida che sognava ad occhi aperti.

"Sì, mamma, sì." blaterò, tossicchiando infine. 

Non poteva sempre finire per immaginare un qualcosa col suo ex coinquilino, ormai si erano separati, non si erano visti per sedici mesi.

"Bene. Ti stavo dicendo che molto probabilmente, settimana prossima veniamo lì, in America."

"Ah, davvero? Una visita di cortesia?"

Reborn Soul [MadSoul's Sequel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora