Capitolo Otto: Non ne posso più dei barili

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Mentre i meticolosi Elfi della Foresta conducevano la Compagnia verso le loro segrete qualcosa scattò nella mente di Legolas – il Principe. Il mantello bianco, il fatto che non parlasse e che tenesse il volto nascosto.

"Siamo in presenza del Cavaliere Bianco" disse in elfico facendo sgranare gli occhi ai suoi compagni e facendoli guardare la figura avvolta nel mantello bianco nel mezzo del gruppo di nani. Dalle storie che avevano sentito sul Cavaliere pensavano sarebbe stato in grado di scappare. Stava guardando a terra ed osservava i suoi stivali neri che percorrevano il sentiero assieme al resto della Compagnia.

Gli Elfi stavano portando anche il Cavaliere nelle segrete insieme ai nani, ma Legolas li fermò. "Il mio Re gradirebbe parlare con voi" disse rivolgendosi a Thorin ed al Cavaliere. Loro si guardarono, erano a disagio. Thranduil è uno stronzo, Adelaide pensò fosse una donna quando lo vide per la prima volta.

Legolas teneva Adelaide per il bicipite mentre la conduceva nella stanza del trono di suo padre.

Adelaide guardò Thorin che ricambiò lo sguardo. Adelaide non aveva nessuna intenzione di rivelare chi fosse al Re Testa di Cazzo.

Ma pochissimo tempo dopo si trovarono al cospetto del suddetto Re.

"Ah" disse. "Thorin Scudodiquercia, Re Sotto la Montagna. Ed il Cavaliere Bianco. Perché mi trovo davanti a queste due rinomate persone?"

Adelaide combatté l'urgenza di fare in modo che non parlasse più - era così difficile per lei, più di suonare un mandolino con le mani legate dietro la schiena.

Adelaide osservò con un ghigno in volto Thorin che non cedette e non raggiunse un patto con Thranduil nonostante sarebbe potuta essere l'unica occasione di essere rilasciati. Thorin fu riportato in cella e Thranduil si rivolse alla figura nel mantello bianco.

"Cosa ci fa il Cavaliere Bianco nel mio reame? Trovi noiosi gli umani?" chiese Thranduil girandogli intorno come fanno i falchi con le loro prede. "Beh? Parla!"

Adelaide stette in silenzio mordendosi il labbro mentre cercava un modo per uscirne. Nella sua mente iniziò a comporsi un piano.

"Non sei un uomo di molte parole, vero?" domandò Thranduil. "Te lo chiederò solamente un'altra volta: perché sei in viaggio con i nani?" Thranduil si fermò di fronte lei a mezzo metro di distanza.

Lei gli diede un calcio che lo fece cadere all'indietro.

Poi corse balzando giù dalle scale ed appendendosi ad una trave prima di atterrare su di una mensola mentre Thran-cazzone ordinava alle sue guardie di catturarla.

Si nascose in una nicchia e vide le guardie oltrepassarla prima di dirigersi verso le celle nelle quali erano tenuti prigionieri i suoi amici. Arrivò giusto in tempo per vedere Bilbo che liberava Thorin. "Addie!" disse in un respiro, visibilmente sollevato. La abbracciò velocemente e seguirono Bilbo nell'enoteca.

"Nei barili!" esclamò lo hobbit.

Adelaide si mise in un barile e Thorin in quello di fianco a lei.

"Adesso cosa facciamo?" chiese Ori.

"Trattenete il respiro" rispose Bilbo prima di tirare una leva.

"Trattene-"

I barili rotolarono giù da una rampa per finire dentro al fiume. Bilbo li seguii senza entrare in un barile e Balin lo tirò su nella sua e si resse forte quando dovettero affrontare delle rapide.

Gli Elfi chiusero i cancelli e la Compagnia era in trappola. Spuntarono dal nulla degli Orchi che lanciarono frecce contro di loro. Kili uscì dal barile e fece per arrampicarsi sul ponte quando fu colpito da una freccia alla gamba. Grugnì di dolore e cadde a terra prima di allungarsi e tirare la leva che aprì i cancelli. Riuscì poi a scendere dal ponte e tornare nel barile.

Legolas ed un Elfo femmina, Tauriel, combatterono contro gli Orchi e guardarono la Compagnia allontanarsi nel fiume.

Adelaide medicò la ferita di Kili come meglio poté prima di captare la presenza di qualcuno dietro di sé. Si voltò e vide un uomo dai capelli scuri puntarle una freccia addosso. Dwalin ringhiò e balzò di fronte a lei e Kili con un ramo in mano. L'uomo tirò una freccia all'oggetto. "Muoviti ancora e sei morto" minacciò.

"Scusami" disse Balin, "Ma tu sei di Pontelagolungo, non è vero? E quella chiatta è tua?" l'uomo annuì. "Non è che potresti affittarcela?"

Adelaide trattenne un conato di vomito quando le fu scaraventato addosso del pesce morto. Non ne posso più dei barili, pensò.

Ebbero un incontro ravvicinato con Alfrid, il braccio destro del maestro, ma raggiunsero Pontelagolungo.

"Non voglio mai più vedere un barile in vita mia" grugnì rivolgendosi agli altri.

"Nemmeno io" risposero.

L'uomo, Bard, la guardava con curiosità. "Non sei il Cavaliere Bianco?"

Rieccoci.


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