Capitolo dodici

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Liam's point of view

È mattino. La città si sta rapidamente svegliando e io, come di consueto, sto andando al lavoro, un po' prima del solito perché Taylor, il mio capo, arriverà in ritardo e mi ha chiesto di aprire il negozio al posto suo.

Giunto davanti alla porta, mentre giocherello con le chiavi, per poco non calpesto qualcosa di viola abbandonato sullo zerbino. Abbasso lo sguardo: è un fiore dalla forma concava, mi sembra di averlo già visto. C'è anche un bigliettino scritto con grafia incerta, recita: Al fiorista con gli occhiali... tu sei il fiore più bello!

Arrossisco, perché il fiorista con gli occhiali non posso che essere io, e m'affretto ad aprire la porta e poggiare sul bancone chiavi, biglietto e fiore.

- Buongiorno, belle signore - dico alle rose, le prime che saluto ogni giorno. - Avete dormito bene?

Intanto che intrattengo queste 'conversazioni' con i fiori la mia mente lavora a pieno regime: non è la prima volta che qualcuno lascia un regalino sullo zerbino, tuttavia non avevo mai pensato che fosse per me.

Questo significa che ho un ammiratore segreto? O un'ammiratrice? Io?

Esco ad occuparmi delle piante esterne, inventando canzoncine per loro. Questo lavoro... è così rilassante!

- Buongiorno...

- Buongiorno - replico rapidamente, alzando il capo. Un ragazzo della mia età con le guance lievemente imporporate e le cuffiette che gli pendono dalla felpa mi osserva con un sorriso gentile a stendergli le labbra. - Oh! La solita margherita?

Annuisce piano, seguendomi all'interno del negozio. Si chiama Ian, è uno studente di fotografia, nonché un cliente abituale: compra sempre un'unica margherita e se ne va. Ogni tanto passa di qui nel tardo pomeriggio, dopo le lezioni, e allora chiacchieriamo un po' oppure facciamo un tratto di strada insieme.

Gli do la margherita e lui mi paga con delle monetine, sfiorandomi il palmo della mano nel consegnarmele. Non ha mai i soldi giusti.

- Oh, un'aquilegia. Che bel fiore - osserva, indicando il fiore viola. - Significa amore nascosto, vero?

Gli rivolgo uno sguardo stupito. Ha ragione, ma... come fa a saperlo?

- Sì...

Mi sorride di nuovo con indulgenza.

- Mio nonno amava molto questi fiori - spiega, prima di stringersi nelle spalle. - Ma io ho sempre preferito le margherite.

Gli do il resto, abbozzando un sorriso cordiale.

- Buona giornata, Ian.

- Buona giornata - replica, arrossendo, prendendo la margherita e uscendo rapidamente.

~~~

Misha's point of view

Liam è pensieroso. Lo so perché il suo sguardo è vacuo da quando abbiamo iniziato a cenare e mangia quasi meccanicamente, masticando con eccessiva lentezza.

- Liam?

Non risponde.

- Liam? - ritento, un po' meno timidamente. - A-amore? C'è qualcosa che non va?

Si riscuote e mi fissa per un lungo istante.

- Ah, no... è che... mi capitano cose strane al lavoro, ultimamente...

- Cose strane? - domando gentilmente, accarezzandogli una mano. Distoglie lo sguardo da me, a disagio.

- Uhm... qualcuno lascia sempre lo stesso fiore sullo zerbino, insieme ad un bigliettino. E questo fiore e questo bigliettino... sono per me.

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