13.'Baby'

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“Cosa ci fai tu qui?” chiesi a Louis sussurrando.

“Ho lezione di diritto, piccola.” rispose masticando la sua gomma in un modo davvero disgustoso.

“Intendevo, perché ti sei seduto qui se ci sono un sacco di posti vuoti?”

“Volevo stare al primo banco, non posso?”

Non risposi, sapevo che stesse spudoratamente mentendo, feci di tutto per seguire la lezione di diritto del professor Zac anche se Louis non mi lasciava un secondo in pace, spostava la sedia, accavallava le gambe, si tirava con due dita la gomma fuori dalla bocca e poi la lasciava penzolare davanti alla mia faccia facendo dei versi da malato mentale e incrociando gli occhi, giocava con la molla della sua penna, la faceva volare e rideva come un ebete quando arrivava a terra, si dondolava con la sedia, mi soffiava sull orecchio e si innervosiva quando io non emettevo neanche un verso di fastidio e continuavo a prendere appunti sul mio quaderno rosso. Questo mi divertiva molto, il fatto che riuscissi a tenergli testa, anche se era molto difficile visto il suo comportamento demenziale e infantile.

“..In America, invece, c'è una repubblica presidenziale, adesso a capo abbiamo Barack Obama, e vi svelo un segreto ha dei cani che gli somigliano...” disse il professor Zac ridendo sonoramente.

“Ti raccomando appunta anche il colore del pelo dei cani, ti servirà per gli esami.” mi sussurrò Louis masticando le parole.

“Non sei simpatico, sei squallido.” dissi per poi riprendere a scrivere quello che il professore spiegava.

“Oh. Ma quanto siamo suscettibili sta mattina.” disse togliendomi il quaderno rosso da sotto mano.

“Smettila coglione.” dissi con un tono di voce troppo alto alzandomi dalla sedia e catapultandomi verso di lui, senza accorgermi che in classe era calato il silenzio e che tutti ci stessero fissando.

“Adesso potresti anche tenere a bada i tuoi ormoni, lo so che sono irresistibile e tutto quanto, ma mi sembra esagerato che ti getti in questo modo addosso a me c'è gente qui e ho una reputazione io, se vuoi dopo...” disse abbastanza ad' alta voce irritandomi maggiormente e alzando il mio quaderno sempre più in alto facendo in modo che io non ci potessi arrivare.

“Basta così Tomlinson vai a disturbare qualcun altro fuori dalla classe.” ordinò il professore a Louis che si alzò rumorosamente e si avviò verso la porta con una camminata da menefreghista, le mani in tasca un sorrisetto sulle labbra che si apriva e richiudeva a causa della gomma che masticava in modo esagerato.

“Non è finita qui tra noi, baby” disse schiacciandomi l' occhiolino prima di chiudere la porta alle sue spalle con violenza facendomi sobbalzare e abbassare la testa per la vergogna.

Il professore continuò la sua lezione ma io continuavo a pensare alle sue parole, mi dava talmente tanto fastidio avrei voluto lanciargli una sedia quando mi ha chiamato baby davanti a tutti, sapeva che così tutti avrebbero pensato che tra noi ci fosse qualcosa oppure lo aveva fatto solo per darmi fastidio? In entrambi i casi era riuscito ad' ottenere la mia antipatia. Non appena suonò la campanella dell' intervallo uscii dalla classe a testa bassa, tutti i miei compagni mi fissavano qualcuno sorrideva e qualcun altro sussurrava all'orecchio dell' amica e scoppiava in una risata davvero insopportabile, una giornata davvero stressante. Avevo fame, avevo davvero bisogno di sangue e la folla di gente che avevo attorno non mi aiutava per niente, vedevo tutti come enormi sacche di sangue caldo e gorgogliante, adolescenti caldi, sudati con il cuore che batteva a mille e mandava il sangue a tutto il corpo, sangue pieno di sapore, quel sapore familiare di ferro caldo e con un retrogusto aspro. Chissà di cosa sapeva il sangue umano, fino a quel momento avevo solo assaggiato sangue animale, ma da come ho sentito dai vampiri che vivono a casa mia è qualcosa di sublime, qualcosa di diverso, ti porta alla dipendenza e aumenta la voglia di uccidere, il sangue umano era una droga e io non dovevo cascarci anche se in quel momento avrei tanto voluto che qualcuno cadesse e si sbucciasse anche solo un ginocchio, mi sarei accontentata anche solo di leccare il sangue rimasto sul pavimento sporco di quel corridoio scolastico. La voce di Niall mi riportò sulla terra scacciando dalla mia mente quegli stupidi pensieri assassini.

"A dream of blood"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora