ꜱᴏʀᴘʀᴇɴᴅᴇɴᴛᴇᴍᴇɴᴛᴇ ꜱᴏʀᴘʀᴇꜱɪ

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   𝐿'𝓊𝓃𝒾𝒸𝒶 𝒸𝑜𝓈𝒶 𝒸𝑒𝓇𝓉𝒶 𝑒𝓇𝒶 𝒸𝒽𝑒 𝓁𝓊𝒾 𝑒𝓇𝒶 𝓉𝑜𝓇𝓃𝒶𝓉𝑜 𝑒 𝒸𝒽𝑒 𝓁𝑒𝒾 𝒶𝓋𝓇𝑒𝒷𝒷𝑒 𝓋𝑜𝓁𝓊𝓉𝑜 𝓃𝑜𝓃 𝓈𝑒 𝓃𝑒 𝒶𝓃𝒹𝒶𝓈𝓈𝑒 𝓅𝒾ù.

𝓙𝓸𝓼𝓱

«Josh! Prendi la palla!», mi grida Robert, prima che il pallone da basket mi colpisca in faccia. Sono distratto a causa di una ragazza che non fa altro che osservarmi. Il mio amico mi lancia la palla dritta nel petto, per svegliarmi e poter ricominciare a giocare.
«Non ti distrarre!», sa che mi è difficile non farlo.
Ultimamente penso solo a lei: Victoria.

É sempre un pensiero fisso. Non posso fare a meno che guardarla, come se fossi un lupo affamato che non vede l'ora di mordere la sua preda.
«Sono del tutto concentrato!» esclamo giustificandomi. Robert sorride, perché sa che è una grande bugia.
«É da tanto che non ti vedo così».
So a cosa si riferisce, non mi comporto così da allora. Rivedermi sorridere per lui è quasi un miracolo. Mi ha sostenuto a lungo, ripetendomi un migliaio di volte di non arrendermi. Dopotutto sono passati soltanto pochi mesi e non era a conoscenza di ciò che provavo realmente. Ormai ho voltato pagina, è stata più dura del previsto provare a dimenticarla, anche se una parte di me non la potrà mai dimenticare. Osservare Victoria mi provoca un farfallio, ovviamente non è paragonabile a ciò che mi faceva provare Lucy, ma adesso devo accontentarmi di queste emozioni, perché quelle che mi trasmetteva la mia sorellastra sono soltanto un ricordo.
Volevo almeno poterle dire addio. Tutto ciò che ho fatto è stato per il suo bene.

Se potessi mi farei sparare di nuovo e resterei altri due mesi in ospedale per riprendermi. Rifarei tutto! Anche se questo avrebbe significato non averla più fra le mie braccia.
Rimpiango ogni santo giorno di non essere riuscito a rintracciarla. Stare in un maledetto ospedale non mi ha aiutato per nulla. Robert mi ha garantito, che nei miei mesi a riposo, l'ha cercata per contattarla si è rifatto a Mitch, perché anche lui è sparito dalla circolazione nello stesso identico istante in cui è scomparsa lei, quindi ha fatto due più due. Anch'io ho provato a cercarla, ma ero sempre ostacolato, infatti non riuscivo a fare molto. Peter sa sicuramente dove sia sua figlia, ma non ha le palle per riferirmelo, perché sa che sarei andata a prenderla. In questi fottuti cinque mesi sono cambiato, sono un altro. Non penso più come un ragazzino, vedo il mondo in una maniera diversa. Sto attendo a tutto ciò che mi circonda, come se ad un tratto una terribile minaccia potrebbe portarmi via le cose più belle. Il mio rapporto con Victoria non sarà mai uguale a quello con Lucy, soprattutto perché non è la mia sorellastra. Dopo Lucy non pensavo nemmeno di mettermi con un'altra ragazza, ma d'altronde è stato un pretesto per provare a dimenticarla. Tengo molto a Victoria, infatti cerchiamo di stare insieme il più possibile per prepararci alla futura lontananza causata dal college dove farà domanda ovvero: ad Harvad. È una ragazza tanto in gamba in grado di competere con lei. Sembra quasi che io stia cercando una sostituta, forse è realmente così. La prima volta che l'ho presentata a mia madre è rimasta sorpresa, perché non pensava potessi portare una fidanzata a casa prima dei vent'anni, infatti il vecchio me non l'avrebbe mai fatto. Credo che dentro nel profondo mi sia innamorato. Mi sento una merda per non provare più nulla per l'unico amore della mia vita, ma averla lontano, non sapere dove sia, ha fatto si che il sentimento diminuisse fino a spegnerlo completamente. Invece quando ho presentato Victoria a Robert, lui si è leggermente arrabbiato, non pensava fosse giusto che stessi con un'altra, ma che dovessi aspettare che la mia ragazza tornasse da me. Sapevo che tenesse a Lucy, ma non fino a questo punto. I mesi sono passati e la mia vita è andata avanti con o senza di lei. Pure con la scuola sono andato avanti, anche se fin da bambini pensavamo di poterci diplomare insieme così non è stato. Adesso mi attende il college che tra poco inizierò. Sono molto agitato per questo, ma allo stesso tempo sono felice perché finalmente realizzerò un altro traguardo, ma ovviamente da solo.
«Indovina chi sono?»
Accarezzo le mani di colei che mi tiene gli occhi chiusi.
«Victoria?», domando.
Mi salta addosso abbracciandomi saldamente e porgendo le sue labbra sulle mie, per un bacio appassionato. «Mi riconosci subito!»
Robert fa una smorfia, perché odia questi giochi, per questo li definisce infantili. Non posso contraddirlo, perché ha ragione tanto è vero che a volte non li sopporto nemmeno io.
«Non fate i piccioncini prima che vomiti!» Il mio amico odia le persone romantiche. Potrei anche definirlo apatico, perché in fondo non ha mai amato nessuna. Non mostra mai le sue vere emozioni. Infatti non si fa scrupoli nel dire che gli facciamo schifo. In poche parole detesta Victoria, ma visto e considerato che sta con me, mi detesta pure.
«Tesoro dobbiamo sbrigarci per il pranzo dai tuoi!» Ogni domenica pranziamo dai mie. In questo periodo ho vissuto a casa di Robert, perché i suoi erano in vacanza, quindi abbiamo avuto tutta la casa a portata di mano. Ho accettato immediatamente di andarmene dalla mia, perché stando lì mi sentivo soffocato dai ricordi.
Ci salutiamo e lasciamo Robert giocare nel campetto di casa propria. Mi dispiace lasciarlo da solo, però è meglio così. Sono sicuro che la nostra compagnia rovinerebbe il suo weekend.

Partiamo per recarci a destinazione, ma senza rendermene conto sono già davanti al vialetto. La casa del mio migliore amico non è molto distante dalla mia. Questo è un fattore molto positivo, che fin da piccoli ci ha aiutati per le scappatoglie improvvise. Victoria mi sorride. È veramente bella. Di una bellezza mediterranea. I suoi capelli sono lunghi e castani, invece i suoi occhi sono grandi e Ei color nocciola. Ciò che risalta il suo viso é il suo naso alla francese. Siamo pronti ad entrare. Lei solitamente è felice di passare un pò di tempo con la mia famiglia,. La considera come un luogo accogliente, che potrebbe diventare la sua seconda casa. Suona il campanello, come fa ogni fine settimana. Entrambi aspettiamo di essere aperti dall'interno. Potrei benissimo aprire con la mia copia di chiavi, eppure non mi sembra giusto visto, che mi sono trasferito momentaneamente. Sentiamo la serratura aprirsi, fino a quando la porta non viene spalancata del tutto.

Di fronte a me, c'è colei che ho aspettato per mesi, colei che ha preso il mio cuore per custodirlo, fino a spezzarlo pezzo dopo pezzo.
Non riesco a muovermi. Sono completamente bloccato. Non capisco con precisione cosa mi stia succedendo. Varie domande si stanno facendo largo nella mia mente, una dopo l'altra.
Per quale ragione è qui? E perché adesso?
Proprio ora che la mia vita stava ricominciando ad avere un senso, stavo ricominciando a vivere senza di lei.
Ormai tutto ciò che ho fatto può benissimo andare a farsi fottere.
Conta solo una cosa.
La verità.

RIVOGLIO IL MIO DISASTRO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora