Qᴜᴀꜱɪ ᴇʀᴏɪ

203 17 8
                                    

𝓙𝓸𝓼𝓱

«Lo prendo bianco o nero?», mi dice Victoria, mostrandomi entrambi gli abiti che tiene fra le mani.
Stiamo eseguendo lo shopping da lei prestabilito, ovviamente questo non mi va affatto bene.
Odio stare qui, ed ancor di più odio darle giudizi che non ascolterà.
«Prendilo rosso».
Amo il rosso, ma dal suo sguardo scombussolato direi che non è d'accordo.

«Ma non lo vedi che con la mia carnagione non si adatta. Commessa?! Lo prendo bianco!»
Sul serio? Ha scelto il bianco? Con quel vestito sembra una papera. Lo vuole indossare pure con i tacchi arancioni, ma scherziamo?
«Fai come vuoi! Non portarmi più qui se non vuoi che fiati», sono le ultime cose che le dico. Esco da questo orribile negozio, lasciandola lì.
«Josh! Aspetta!», ha pure il coraggio di inseguirmi. Mi affianca, costringendomi a guardarla. «Fuggi per un abito? Scusami se odio il rosso!», afferma con tono minaccioso. Potrei benissimo lasciarla adesso, potrei cogliere questa opportunità, ma non le rispondo. Mi giro per uscire da questo luogo. Non mi volto indietro per guardarla.
«Ho esagerato, mi dispiace», mi parla, restando sempre al mio fianco. A me non dispiace per ciò che ha detto, anzi mi fa capire sempre di più.
«Io me ne ritorno a casa. Continua con lo shopping», affermo seccato dalle sue raccomandazioni e modi di fare del tutto inappropriati.
Vado alla ricerca della mia auto. Non la vedo più al mio fianco e non sento nemmeno i suoi passi. Perfetto se ne è andata. Avrà fatto la solita faccia dispiaciuta e mi avrà lasciato andare via.

Il cellulare squilla. Il nome che compare è quello di Robert. Cosa vorrà da me adesso?
«Dimmi», rispondo senza dire altro. Nel mentre entro sul mio pick-up.
«Ho fatto come mi hai chiesto», almeno c'è lui che non mi delude mai, anzi mi sta sempre accanto.
«Scoperto qualcosa?», sono molto curioso e non posso fare a meno che chiedergli cosa c'è di nuovo.
«Lei ti ama ancora, ne sono certo», il suo lavoro era un altro.
Sapeva cosa doveva scoprire, ma questa affermazione non era fra le mie priorità.
«Non cambia le cose, lei mi ha abbandonato...», poteva perlomeno contattarmi.
«È stata obbligata! Dobbiamo vederci. Devo raccontarti tutto! Dove sei adesso?», sta parlando troppo velocemente, non so nemmeno se sono pronto ad ascoltarlo.
Ho paura di sapere fatti che non potrei mai accettare. Spero che lei non mi ami, spero mi abbia dimenticato e spero ancora di più che mi odii.
«Vieni al rifugio!», mi grida al cellulare.
Il rifugio è un vecchio magazzino abbandonato.
Lì ci organizziamo per tutto, infatti è sicuro che lì non saremo mai scoperti. Questa è una vecchia proprietà di Robert.
Abbiamo deciso di utilizzare un posto così quando le cose si sono messe male con Lucy, da allora è rimasto un posto fisso.
Lì abbiamo tutti i nostri documenti sui rapitori, su Peter e per finire su mio padre.
Siamo diventati peggio degli agenti segreti. Su i rapitori abbiamo saputo più del dovuto, uno era Mitch e l'altro un suo cugino, ma loro erano dei dilettanti. Invece coloro che l'hanno cercata e la volevano per avere la perla nera non lo sono. Sono stato colpito da uno di loro questa ne è la prova.
Il minimo che potessi fare è stato indagare. Anche se dopo che sono stato colpito, tutti quelli presenti lì sono stati arrestati per tentato rapimento e per aggressione ad un minore, perciò adesso giacciono in prigione.
Pensare che quel proiettile avesse potuto colpire Lucy, mi fa sentire male.
Su Peter abbiamo scoperto qualcosa, ma devo ammettere che è stato bravo a nascondere tutto. Il suo lavoro non c'entra nulla con le gemme e questo gli garantisce una copertura migliore.
Per quanto riguarda mio padre non so molto.
Ho cercato ovunque, ma le ricerche portano sempre nello stesso punto.
Mi ha abbandonato e di me non gli è mai importato niente. Parlare con mia madre di lui è un punto morto. Mi direbbe: ti ha voluto bene, sebbene la situazione non era delle migliori. Cercarmi era chiedere troppo?
Per non rattristarmi, l'unica cosa in cui posso sperare è che Lucy sia al sicuro, peró se io provassi qualcosa per lei, interferirebbe con i miei piani.

Il rifugio da anni è il riparo mio e di Robert, perché lì possiamo fare ciò che vogliamo.
Una delle nostre regole è di non portarci nessuno oltre noi.
È un nostro segreto.
La sua jeep è già parcheggia lì.
Sono pronto ad entrare, però un odore di muffa invade le mie narici.
C'è bisogno di una verniciata, c'è ne occuperemo noi due, quando le acque si saranno calmate, così non garantirà la visibilità o il sospetto da parte di qualcuno.
Con il passare del tempo, abbiamo anche arredato questo posto, con i nostri confort più graditi.
«Eccoti! Tu non ci crederai mai!», dice sorseggiando una lattina di birra. Sì abbiamo anche un frigo.
«Allora parla», gli dico. Perché sono curioso e perdere tempo non fa per me.
«Quella ti ama ancora amico. Sai quanto Victoria mi stia sulle scatole, ma tu e Lucy non potete ritornare insieme. Non per quelle cazzate dei fratellini, ma per gli affari sporchi in cui siete in mezzo».
Doveva aiutarmi? Perché sta facendo tutto l'esatto contrario? In un tempo limitato, mi ha messo in faccia tutto lo schifo di realtà che mi tocca sopportare e come se non bastasse mi ricorda che odia Victoria.
«Lei non mi ama». Di questo ne sono certo.
A pranzo non mi ha degnato di un solo sguardo, dopo esserci rivisti non mi ha guardato con gli occhi luminosi con cui mi guardava un tempo.
«Tu non capisci, non sapeva che fossi stato ferito! Ha detto che non voleva tutto questo. Josh sai benissimo che se Mitch non l'avesse portata in Canada, o l'avessero presa i trafficanti, oppure gli sbirri, sarebbe spuntata ovunque. Almeno così tutto può essere dimenticato!», esclama Robert sicuro di sé.
Quando è stata rapita Peter ha pagato tanti di quei giornalisti per non far spargere la voce, perché  voleva che tutto questo rimanesse solo nella nostra casa e così è stato, perciò dopo qualche mese tutto è stato dimenticato.
Se fosse stata presa dalla polizia, la voce si sarebbe allargata e non avrebbe più avuto nessun tipo di privacy.
«Cosa mi consigli di fare?», gli domando rassegnato.
Non ho scelte per il momento, devo soltanto aspettare. Scoprire se lei stando qui sia a sicuro, oppure se c'è qualcun'altro che stia cercando questa pietra, che noi non abbiamo mai visto.
«Vivi la tua storia d'amore con quella pazza di Victoria. Proteggeremo Lucy di nascosto.
Nel frattempo andremo a fare un bel viaggetto», da come ha detto l'ultima frase, non vorrei nemmeno fidarmi.
Ho notato che non si fa nemmeno scrupoli nell'offendere Victoria, ormai mi sono perfino abituato.
«Dove vorresti andare?», gli chiedo, pensando alle sue possibili mete, ma già dal suo sguardo ha le idee precise.
«Dobbiamo cercare la pietra. Se tutti la vogliono deve essere ancora in circolazione.
Noi la troveremo e la distruggeremo», lo dice come se fosse un gioco da ragazzi, però non ha bene in mente i rischi che potremmo correre.
«Robert ci sono in ballo le nostre vite. Te ne sei reso conto?», gli faccio ricordare la dura realtà.
«Si, ma ne varrà la pena. Cazzo, diventeremo degli eroi!», dice con ironia.
«Eroe qual è il piano da seguire», arriviamo dritti al punto. Devo sapere cosa dovrei affrontare.

«L'ultima persona che ha avuto quella pietra è stata la madre di Lucy. Peter sa dov'è? Oppure deve immaginarselo».
Peter non ha mai menzionato nulla, ma questo non esclude che ci sia qualcosa che non sappiamo.
«So come scoprirlo!», esclamo.

Perché penso di sapere più di quanto immaginassi.

RIVOGLIO IL MIO DISASTRO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora