ɴɪᴇɴᴛᴇ ᴄᴀᴍʙɪᴀ

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𝐿𝒶 𝓂𝒶𝓉𝓉𝒾𝓃𝒶 𝓁𝒶 𝑔𝑒𝓃𝓉𝑒 𝓈𝒾 𝓈𝓋𝑒𝑔𝓁𝒾𝒶 𝑒 𝒹𝒾𝒸𝑒: "𝒹𝒶 𝑜𝑔𝑔𝒾 𝒸𝒶𝓂𝒷𝒾𝑜 𝓋𝒾𝓉𝒶". 𝐼𝓃𝓋𝑒𝒸𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒻𝒶 𝓂𝒶𝒾...
(𝒟𝒶𝓁 𝒻𝒾𝓁𝓂 𝒯𝑜𝓌𝓃)

𝓙𝓸𝓼𝓱

«Non immaginavo fosse qui», nemmeno io vorrei dirle. È stata una sorpresa fin troppo inaspettata. Averla a pochi passi da me è stato l'evento più straziante. Una parte di me quella ancora condizionata da lei, voleva andarla ad abbracciare, gridarle che non aspettavo altro che questo giorno, ma una volta vista, l'odio ha vinto. Mi sono sentito una nullità, perché è stata viva e vegeta, ma non si è mai fatta avanti, nemmeno una chiamata, nemmeno una stupida lettera, ne sarebbe bastata soltanto una e sarei corso da lei. Cazzo, Victoria non l'avrei mai conosciuta.

Invece no, è andato tutto a rotoli.

«Che bella sorpresa, no?», mi domanda Victoria accanto a me. Non mi è mai capitato di fingere con la mia ragazza, ma quando si tratta di Lucy, non posso farne altrimenti. «È bellissima», è da anni che so quanto sia stupenda, sebbene adesso è qualcosa di indescrivibile.
I suoi capelli sono più lunghi. Le arrivano quasi alla vita e sono lisci. Il suo corpo è qualcosa di magnifico, quelle curve che prima non erano molto evidenti, ora ci sono. Oddio, non dovrei guardarla così, eppure non posso non farlo e soprattutto non posso non desiderarla. Per tutto il pranzo sono stato chino sulla tavola, non ho voluto nemmeno per sbaglio guardarla. «Josh? Sei connesso?» scuoto la testa, perché mi sono fatto prendere dai miei pensieri dimenticandomi della ragazza al mio fianco.
«Si, ci sono. Sono solo concentrato sulla strada», lei non abita molto lontano da qui, quindi non è affatto un problema riaccompagnarla.
«Ti dicevo per la serata organizzata dai nostri genitori».
Serata? Mi sono perso più del dovuto.
«Va avanti ti ascolto», spero che riprenda il discordo da capo.
«Devi accompagnarmi a fare shopping per la serata di beneficenza, capito?»
Lo shopping con Victoria è un vero schifo. Si compra un intero reparto di abbigliamento, ma la stessa cosa la fa con le scarpe e le borse, non si parla di capi qualunque soltanto quelli firmati.
«Ho capito, passo a prenderti in settimana», sorride soddisfatta e scende dalla mia auto. Una volta sul marciapiede mi saluta con la sua raffinata mano composta da una manicure impeccabile.
Sto andando in paranoia non soltanto per come si comporta Victoria, ma per Lucy. Il suo ritorno mi ha sconvolto. Ha mescolato tutte le carte che avevo ordinato alle perfezione.
Una volta che ho salutato la mia ragazza, mi metto in cammino per tornarmene a casa. Durante il tragitto non posso fare a meno che notare  che davanti a me ci siano due persone che si abbracciano. Mi distraggono dai miei pensieri. Li osservo meglio e mi accorgo di conoscerli, sono Robert e Lucy. Sono molto intimi, ciò che mi colpisce sono le lacrime di lei che sembrano non voler cessare. Conosco molto bene la zona, sono vicino a un parco dove da piccoli andavamo sempre a giocare per passare le nostre giornate lontano dalla nostra famiglia.
Sono curioso e pure vigliacco. Li osservo da lontano senza farmi avanti.

Dovrei andare da loro per sapere cosa sia successo adesso, cosa sia successo in questi cinque mesi. ovviamente dovrei, eppure sono ancora bloccato nel sedile della mia macchina.
Accosto ed esco, dopo dei buoni dieci minuti di osservazione.
Finalmente tutto è più chiaro, quando i loro volti sono più vicini a me.
Vorrei scappare per non farmi vedere, ma che uomo sarei, se non affrontassi la verità?
Cammino lentamente, peró quando sono ad un passo da loro mi fermo.
Anche loro si fermano, allontanandosi l'uno dall'altro. Mi vedono e mi osservano entrambi.

«Josh?» Il mio nome sussurrato dalle sue labbra è qualcosa di magnifico. Vedendola senza occhi indiscreti è strabello. Robert si allontana completamente da lei. Adesso è sola, sempre più vicina a me. Esistiamo solo noi. Faccio quello che non mi sarei mai aspettato di fare, quello che avrei dovuto fare qualche ora fa appena vista, quello che desidero fare da tempo. Corro da lei! La stringo a me, in un abbraccio bisognoso, assolutamente necessario. Le sue mani sono avvolte intorno al mio collo. Per un momento mi dimentico di Robert accanto a noi, per un istante immagino solo esclusivamente me e Lucy.
Siamo due anime tormentate, che il destino cerca di allontanare, per non farle incontrare mai. Questa volta ci siamo, ci troviamo uno di fronte all'altra. Le sue lacrime ci sono più di prima. Il mio cuore sta male a causa del dolore che gli viene trasmesso. Ormai ci sono quasi, devo mettere fine a tutto questo, per il mio bene e quello di tutti.
«Si può sapere dove cazzo sei stata?»
Avrei dovuto chiederle questa domanda in maniera più delicata, ma tutta la buona pazienza che possedevo davanti a lei è scomparsa, per delle domande di cui comunque devo avere una risposta. Non riesco a trattenere la rabbia che mi divora da mesi e mesi.
«Non è stata colpa mia! Mi ha allontanata per il mio bene».
Cosa diamine significa? Mi allontano leggermente da lei per fissarla dritto negli occhi. Voglio capire se stia dicendo la verità. Chi vuole allontanarla, soprattutto per il suo bene? Allontanarla dalla sua famiglia, dai suoi cari, dalla sua scuola, dei suoi amici e da tutto il resto, non sarà e non è stato qualcosa di positivo. Non accetterò mai il fatto che lei se ne sia andata senza nemmeno aspettarmi, o  farmi sapere dove sia stata.

«Chi ti ha portata via?»
Giuro che lo uccido con le mie stesse mani. Svegliarmi in ospedale e sapere che lei non fosse al mio fianco è stato il trauma più grande della mia vita. Avrei fatto di tutto per lei, anche morire nel proteggerla, ma non avrei mai permesso, che me la portassero via.
«Non ha più importanza, quello che conta è che siamo vivi e vegeti entrambi», lei non capisce che non me ne fregava nulla del fatto di essere vivo? La mia vita una volta svegliato, non ha avuto più senso. Tutte le mie certezze non esistevano più, come se non bastasse lei era scomparsa.
«Non mi è mai importato di vivere, senza averti accanto a me!», le urlò contro. La situazione è cambiata in un istante.
Preferirei essere sparato di nuovo, ma questa volta dritto al cuore, soltanto per lei, soltanto per l'unica persona che avevo realmente amato, eppure adesso di quelle certezze ne sono rimaste soltanto briciole, che saranno allontanate via dal vento.
«Tu non sai tutto. Erano disposti a venire a prendermi di nuovo! Sarei morta, nella stessa maniera di mia madre», evidentemente sa altre cose, che magari io non so. Noto la sofferenza nei suoi occhi. Prima d'ora non ce l'aveva mai avuta, nemmeno quando è stata rapita.
«Non siamo mai riusciti a sapere di preciso come lei sia morta, sono soltanto teorie», le dico. Si china e non mi guarda più negli occhi. «C'è qualcosa che non so?», che cosa mi aspettavo che tutto rimanesse immutato? Non so che cos'è cambiato nella sua vita, ma nella mia molto. Penso che gli stessi cambiamenti possono essere attribuiti alle ricerche di cui ci occupavamo. Dovevamo soltanto chiudere quel capitolo, per lasciare da parte quello che accadde a sua madre, quello che accadde a lei e quello che potrà accaderle ancora, perché in realtà tutto questo poteva e può essere ancora fermato, ma se si ostina a nasconderlo, come fanno tutte le persone che le sono intorno, non sarà mai salva e nessuno mai capirà il motivo di tutto.
«Ci sono tante cose che non sai... Vedo che la stessa cosa vale per me», si riferisce a Victoria ne sono certo. Almeno che non possa leggere dentro di me, per vedere che la mia anima è stata portata dritta all'inferno.
«Robert potresti accompagnarmi a casa?», dice spostandosi da me. È ovvio che la situazione non le piace. Un tempo avermi vicino le piaceva da impazzire. È buffo come le cose cambino in poco tempo. Il mio amico mi manda un segnale di permesso, ma sinceramente non mi importa molto. Ormai noi due non siamo più nulla. Ho ancora i miei dubbi su gli avvenimenti. Penso che due estranei sarebbero meglio di noi, riuscirebbero a dirsi di più di quanto abbiamo appena fatto. Dopo molto tempo non avremmo dovuto stare lontani per dar libero sfogo a tutto ciò che si nasconde nell'apparenza, invece preferiamo nasconderlo, poiché la verità può far più male.
«Si ci rivede Lus», è strano per me dire il suo nomignolo, è ancora più inquietante vedere la sua faccia.
È cambiata immediatamente, almeno certe cose non potranno mai non toccarla.

Come quello che c'è stato tra di noi,  quello che ancora sento. Non dovrei volerla vicino a me, dovrei odiarla per tutto, ed invece non posso fare altro che maledirmi per come sia ancora intrappolata, nonostante tutto, dentro al mio cuore.

RIVOGLIO IL MIO DISASTRO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora