Josh
Il mio piano sta finalmente andando per il meglio. Per la mia sorellina è come se io non fossi mai esistito, per il mio migliore amico su per giù è la stessa cosa, perché sta sempre con lei e di conseguenza ogni volta che mi vedono mi guardano e poi cercano di scrutarmi dentro per capire cosa io stia combinando. Ma secondo loro sono così stupido da poter glielo dire? No, non posso, devo cercare un'armatura che sia abbastanza efficace da poter essere invisibile agli occhi di tutti.
Quando sto con lei mi è difficile trattenermi. Ho una voglia matta di prenderla, abbracciarla e stringerla a me,però non posso devo essere testardo e devo essere forte, non solo per il mio bene, ma per il bene di tutti.
Sono quasi ad un passo nel raggiungere il mio obiettivo. Questo non è soltanto il sogno che ho fin da piccolo, ma è qualcosa che va ben oltre, infatti non ho alternativa e per farlo devo sacrificare me stesso e la mia felicità. Tra 20 minuti ho un incontro importante. Si terrà lontano dalle vie della città, in un posto molto isolato, dove nessuno potrà vederci e ne potrò sentirci.
Mi avvio verso il luogo dove si terrà l'appuntamento. Loro mi aspettano alle undici in punto, questo è un luogo abbastanza isolato, dove in quel preciso istante non ci starà nessuno.
Non solo pretendono da me il massimo rispetto e il massimo segreto professionale, ma vogliono che io non apra bocca nemmeno con le persone più vicino a me, infatti è quello che sto riuscendo a fare. Sono già arrivato e come al solito non ci sta nessuno o almeno sembra che non ci sia nessuno. Faccio un colpo di clacson, uno soltanto, questo è il segnale principale, che avvisa loro che io sono nei paraggi.
Una macchina nera completamente nera con pure i finestrini oscurati, esce da dietro due alberi che si trovano di fronte alla mia.
Non esco dalla mia macchina anche perché loro non vogliono che nessuno cammini in un probabile campo avvistabile. Il finestrino si abbassa e siamo uno di fronte all'altro. È un uomo, che può avere all'incirca trent'anni. I suoi capelli sono neri e il suo sguardo, è uno di quelli tenebrosi e cattivi. Si legge dalla cicatrice che porta nel volto. Questa è strana, perché sembra quasi un fulmine.
«Hai fatto ciò che ti abbiamo chiesto?», mi domanda egli. Vorrei rispondergli dicendo a quali cose si riferisce, almeno quale fra le tante.
«Si certo», il mio tono è calmo. Non voglio far percepire che in realtà un po' di paura ce l'ho, ma cerco di mantenere una situazione molto rilassata.
«Hai un tempo limitato. Allo scadere avrai ciò che meriti», dice solo questo, qualcosa che già sapevo. Chiude il finestrino e va via lentamente. Mi lascia lì di sasso, però pensavo che mi desse qualcosa, oppure mi dicesse un'informazione molto utile, ma in realtà non ho concluso niente. È soltanto stato un incontro, tale da vedere se io ho fatto ciò che desideravano che io facessi, infatti così stato, ma non credo che non lo sapessero, perché è qualche giorno, che ho la sensazione di essere spiato, come se qualcuno stesse accanto a me per controllare ogni mio movimento.
Adesso è arrivato il momento di ritornare di nuovo a casa, per ricominciare ad indossare la mia maschera e far finta di nulla come da loro richiesto.
Robert è davanti al mio vialetto di casa. Sono pronto a ritornare indietro pur di non vederlo e pur di non doverlo affrontare.
«Amico dove pensi di andare?», mi domanda. Non riesco a guardarlo negli occhi, perché è troppo serio e soprattutto è troppo arrabbiato con me. So già per quale motivo lui ce l'abbia con me: l'ho evitato, l'ho ignorato e non ho risposto alle sue chiamate quando aveva bisogno di me.
«Ho tante cose da sbrigare, cortesemente fammi passare», dico.
Non riesco a guardarlo negli occhi, continuo ad avere lo sguardo abbassato sulle mie converse. Per quale ragione continua ancora ad ostinarsi che io gli risponda? Non voglio guardarlo e non voglio nemmeno rispondergli, voglio soltanto andare a casa e rialzare le mura che ho bisogno di costruire.«Che cazzo ti prende! Ci sono sempre stato per te, adesso hai pure il coraggio di voltarmi le spalle», non è soltanto arrabbiato è fuori di sè. Non riesco a dargli torto, perché man mano che sento le tue parole il mio cuore si spezza. Non posso fargli questo, non posso fare del male al mio migliore amico. Per favore Robert non insistere e lasciami andare.
«Te l'ho detto. Non è il periodo adatto», per me è arrivato il momento di osservarlo. I suoi occhi sono affranti, quasi tristi.
«Se te ne vai adesso scordati di me», so che è sincero, come non lo è mai stato.
Non gli rispondo nemmeno. Prendo le chiavi che si trovano all'interno della mia tasca e apro la porta d'ingresso di casa mia. Una volta chiusa la porta dietro di me, mi sento completamente distrutto. Non ho perso soltanto il mio migliore amico. Ho perso la persona che più si fidava di me, l'unica che mi aiutava nonostante tutto e adesso non solo ho perso Lucy, ma ho perso anche lui.
Come si fa a stare bene, quando le persone a cui i più tenevi non puoi più averle?
Questa sarà la domanda che mi perseguiterà, quella al quale non potrò dare mai una risposta . Adesso mi toccherà una vita di solitudine, dove l'unico mio pensiero sarà il rimpianto di essermi comportato così.
Ovviamente a casa non ci sta nessuno, i miei sono al lavoro e la mia sorellastra non so che fine abbia fatto, non devo nemmeno preoccuparmi, ma è più forte di me.
Mi arriva la notifica di un sms e così guardo da chi è stato inviato questo messaggio.Anonimo:
Già la parte più importante e più difficile del piano l'hai completata, continua così e riceverai tutto ciò che desideri.
In realtà l'unica cosa che desidero avere è la felicità, una cosa che ormai per me è letteralmente impossibile.
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RIVOGLIO IL MIO DISASTRO
ChickLitSembra essere passato un secolo dall'ultima volta che Lucy e Josh si sono scambiati uno sguardo passionale. Da allora tutto è cambiato: Lucy non sa più chi è realmente, vive con un vuoto interiore, che non è più in grado di colmare. Josh non è più i...