13 anni dopo..
Arrivo davanti alla porta del mio capo Auror.
Con l'ansia che mi scorre tra le vene, busso alla porta e la sua voce mi dice di entrare.
Tengo a questo lavoro più della mia stessa vita forse e spero di non aver fatto nulla di sbagliato.-Stia calma signorina Daves, e si siede le sto per spiegare un nuovo caso.-
Dice notando la mia ansia.
Annuisco e faccio come dice.-Sono sicura che conosca Sirius Black, e la sua storia.-
Una fitta al cuore.
Fatico ancora a credere al fatto che lui abbia consegnato i nostri migliori amici a Voldemort.-Si certo, frequentavamo lo stesso anno ad Hogwarts.- non scendo nei dettagli.
-E saprà quindi anche l'accaduto dei Potter.-
-Ovviamente signore. Sono la madrina di Harry Potter.-
Anche quest'ultimo non lo vedo da due anni, ma mi ritengo fortunata ad averlo conosciuto data la situazione.-Allora è perfetta per il caso. Come penso lei sappia Black è evaso da Azkaban, pensiamo quindi che possa essere ad Hogwarts per tanto le chiedo di andare proprio in quella scuola a fare delle ricerche.-
-Certamente. Quando devo partire?-
-Adesso. Il custode verrà ad aprirle-
Annuisco e dopo averlo salutato mi smaterializzo al di fuori del cancello di Hogwarts.
Da lontano vedo una figura abbastanza robusta ed alta.-Hagrid!- Lo saluto felice di vederlo di nuovo dopo anni.
-Oh Santo cielo, Skye! Non pensavo che avessero mandato te! Ma lo speravo.- Mi apre il cancello lasciandomi entrare.
-All'entrata del castello ci sarà Silente che ti spiegherà meglio la situazione--Perfetto!-
Arriviamo al castello, saluto Hagrid lasciandolo tornare al suo lavoro, mentre io vado verso il buon vecchio preside.
-Buongiorno professor Silente.- Lo saluto con un sorriso a trentadue denti.
-Buongiorno! Penso che tu sappia perchè sei qui. Ti chiedo semplicemente di controllare Hogwarts. Ho chiesto esplicitamente di lei perchè mie ricordo la sua precisione nel fare le cose.-
-Grazie mille preside!-
Dopo aver parlato un pò del caso, inizio a perlustrare la scuola, sperando che non suoni proprio adesso la campanella.
Dopo pochi secondi quest'ultima suona, e i vari studenti iniziano a uscire dalle classi.
I più piccoli mi guardano interrogativi, a differenza degli altri che mi guardano con ammirazione data la mi divisa da Auror.-È proprio un peccato che il professor Lupin non sia stato presente oggi.-
Dice una ragazzina sui tredici anni.-Hai ragione Hermione, e poi il professor Piton proprio non lo sopporto.-
Risponde un ragazzino dai capelli rossi.-Harry? Harry ci sei?- Chiede la ragazzina notando che l'amico dagli occhi verdi non risponde.
-Skye?- Sussura quest'ultimo guardandomi negli occhi.
-Harry da quanto tempo!- Lo saluto abbracciandolo.
-Come mai qui?- Chiede mio nipote.
-Un caso da risolvere. Dai Harry, ci vediamo a pranzo va bene?-
Lui annuisce ed assieme ai suoi amici torna a passeggiare per i corridoi, mentre io ritorno al mio lavoro.Davanti a me, noto una figura dai capelli lunghi, neri ed unti ed Indossa una tunica nera.
-Non cambiamo mai eh Severus.- Lo sorprendo, facendolo sobbalzare.
-La sesta malandrina.- Mi saluta con la sua solita voce lenta e melliflua, ma con un sorrisetto accennato sul volto.
La campanella suona di nuovo annunciano l'inizio delle lezioni, quindi saluto Severus.Esco nel giardino, nel retro di Hogwarts. Ci sono varie panchine vuote. Tranne una.
Una è occupata da un uomo della mia età penso. Molto probabilmente un professore. Quest ultimo sta leggendo un libro, ai piedi è appogiata la sua cartelletta, ed avvicinandomi noto delle iniziare.R.J.L.
Da quando l'ordine della fenice si è sciolto, non vedo nessuno da allora. Neanche colui che è stato il mio migliore amico.
-Il solito secchione. Sempre a leggere libri Lunastorta.- Dico quando gli sono abbastanza vicina.
Lui alza gli occhi e mi guarda incredulo.-Skye Daves. La mia Skye Daves è qui davanti a me!- Appoggia il libro sulla panchina e mi abbraccia per poi raccontarmi la verità.
La semplice, pura e limpida verità.
»»»
-Immobilus!- Urlo l'incatesimo diretto verso il Platano Picchiatore.
-Okay ora scivoliamo dentro. Tu vai da Harry e i suoi amici con del dittamo, non si sa mai. Mentre io cercherò di calmarlo.-
Annuisco decisa e scivoliamo all'interno.Saliamo delle scale con la bacchetta alzata, apre la porta ed entriamo, e subito mi dirigo verso l'amico di Harry dai capelli rossi ferito.
-No non entrate c'è Black.. vi ucciderà!-Balbetta l'amico di Harry, mentre si sente un ringhio.
-Skye vattene, andatevene!- Urla Harry, ma non gli dò ascolto.
-Sta calmo ragazzino, sto cercando di curarti questa brutta ferita!- Lo sgrido dato che non sta fermo un secondo.
-Oh Sirius vecchio mio da quanto non ci vediamo!-
-Remus! Ci saluteremo meglio dopo, prima dobbiamo uccidere quel traditore.- Urla l'uomo che ho amato più di me stessa.
-Non era mia intenzione farti del male ragazzino!- Ricomincia Sirius.-Ma purtroppo è successo Sirius, fa più attenzione la prossima volta.- Esordisco io facendomi notare da lui.
Mi alzo dopo aver disinfettato la ferita del rosso andando verso Sirius.-Beh? Non mi saluti?- dico sotto lo sguardo conpiaciuto di Remus, e quello allibito dei tre ragazzini.
Sirius mi guarda, sorride, e mi abbraccia come se non volesse più lasciarmi andare.-Ma adesso. Dobbiamo fare giustizia. Dammi il topo!- si stacca da me di botto.
-Aspettate siete sicuri?- esordisco.. in ogni caso è stato un mio amico.
-Assolutamente si- dice con convinzione Remus.
Quando finalmente riescono a prenderlo, il topo.. o meglio Peter si ritrasforma.
-Come vedi gli manca un dito..- dice Sirius.
-E trovarono solo un dito..- sussurro ricordando la giornata più brutta della mia vita.
»»»
-Suppongo che ora mi dovrò nascondere.. e spero che tu venga a trovarmi. Riceverai mie notizie Skye..- dice Sirius, accarezzando Fierobecco.
-Certo- lo abbraccio, e poi lo guardo salire sull'ippogrifo e volare via verso il cielo.
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The black dog ➳ Sirius Black [COMPLETA]
Fanfic.✵- The black dog 'Stammi lontano Black!' Urlò la ragazza in preda all'ira. 'Siamo passati di nuovo ai cognomi Daves?' 'Vattene!' Urlò nuovamente la ragazza. E così fece. Si allontanò da lei come richiesto. Ma infondo lui sapeva che non sarebbe mai...