Chapter XVI: first, i'll take you safe

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-Che pensi che io voglia da te?
Pensi davvero io voglia te?
Tu pensi che io voglia te?
Pensi sia diverso?
Dimmi che mi vuoi anche se muoio su questa strada.
Di' non mi interessa se sei un figlio di puttana.
Dimmi lasciamoci il passato alle spalle.
Come fosse qua, come fossi un'altra-

Lucy's point of view

Il tempo passò in fretta, fra uscite con gli amici la sera, piccoli lavori, scuola, vita amorosa e il resto.

Ma la mia mente era sempre occupata dal pensiero di mio padre, dalla preoccupazione per lui...ma anche dai soliti occhi verdi.

Passò esattamente un mese, e il tanto atteso Black Party arrivò.

Lo definivano il party dell'anno, si teneva nella villa più grande della città, ed era gestito da una ragazza ricca, figlia di un mafioso.

Lo aspettavano tutti, me compresa. Insomma, era l'evento più popolare di tutti!

Juvia sarebbe venuta da me quella sera, e ci saremmo preparate insieme. Juvia era  una che andava pazza per queste cose, feste, compleanni, party etc... era sempre stato così, fin da quando eravamo piccine.

Per la serata avevo scelto un vestito a maniche lunghe nero, molto attillato ma semplice, abbinato a dei tacchi neri.  Lo fissai per un po', inclinando la testa verso destra.

Era molto semplice, ma mi piaceva.

Mi morsi il labbro, chiusi gli occhi e pensai "Piacerà anche a  Natsu?".

Dopo aver realizzato cosa la mia stupida mente aveva elaborato mi diedi uno schiaffo e trattenni un urlo isterico.

Sospirai e mi guardai allo specchio, indossavo solo l'intimo. Fissai i lividi, fissai i tagli, fissai le cicatrici e i tatuaggi sul mio corpo.

Fissai quello che ogni giorno mi feriva, quello che piano piano mi aveva trascinata su un fondale di disperazione.

Fissai quello che aveva reso la mia vita un inferno.

Dischiusi leggermente la bocca, poi, con il medio e l'indice della mano destra, toccai la pelle immacolata del mio seno sinistro.

<<ci starebbe bene un tatuaggio..qui>> mormorai.

I miei pensieri furono interrotti dal suonare del campanello.

"Juvia" pensai girando di scatto la testa.

Senza perdere tempo cercai nell'armadio una maglietta larga da mettermi, e,quando la trovai, la indossai velocemente.

Aprì di scatto la porta di camera mia, e mi trovai davanti mio fratello, con il pugno a mezz'aria

<<c'è Juvia>> disse fissandomi intensamente.

<<lo so, spostati>> dissi dandogli una spallata, per poi scendere le scale.

  Non avevamo ancora risolto il nostro litigio, e lui si era incazzato ancora di più quando aveva saputo quello che avevo fatto, non che fare esplodere un capannone fosse una cosa da nulla...ma mi irritava essere sgridata.Era un mese che ci trattavamo con freddezza, perché entrambi eravamo troppo orgogliosi per cercare di risolvere la situazione.

Arrivai in salotto, e vi trovai già la mia migliore amica, con in mano un borsone pieno di roba e un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

<<babyyyy, questo è il giorno!>> urlò abbracciandomi di slancio, lasciando cadere il borsone per terra.

|nalu| Undone.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora