Chapter XVII: you shouldn't be here

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-Affronta la morte, ma a testa alta
Non mi basta una razione, neanche la nazione
Voglio tutta questa torta per la mia fazione
Conta ciò che si conquista, non ciò che si perde
Tutti muoiono ma alcuni vivono per sempre
Se vuoi andare in paradiso muori in questo inferno
O ti uccido o vengo ucciso, no, non resto fermo
Si vis pacem, para bellum
Le valchirie in coro, noi contro di loro
For honor -

Levy's point of view

Decisi di andare da sola a quella festa, senza chiedere a Lucy o a chiunque altro. Gajeel mi nascondeva qualcosa, ne ero certa...ma non me ne accorsi in tempo.

Indossavo un vestito nero con una gonna veramente pomposa, il corpetto stretto, delle calze strappate e degli stivaletti...mi piacevo.

Quando partì di casa mi sentivo così sicura di me che fremevo dalla voglia di mettere piede in quella villa, ma quando arrivai sul posto e misi un piede dentro il salone, tutte le mie certezze, le sicurezze e la mia autostima, crollarono tutte insieme come un piccolo, insignificante, castello di sabbia travolto dall'onda del mare chiamato vita.

Le mani iniziarono a sudarmi, il cuore a battermi all'impazzata e il respiro a farsi irregolare, guardai tutte le persone presenti a quella festa e pensai "che ci faccio qui?Questo non è il mio posto".

Nonostante però la mia agitazione e i miei pensieri, decisi di buttarmi nella mischia e divertirmi...ero lì per quello no?

Venni sballottata da tutte le parti, sentivo puzza di sudore, di alcol, fumo e altre sostanze poco legali...mi veniva da vomitare.

Non era il mio mondo, ed era naturale che non fossi abituata a tutto quello, ma ci avrei fatto l'abitudine.

Volevo scacciare la piccola e indifesa Levy, quella che si piangeva sempre addosso e non riusciva a dormire la notte per colpa delle lacrime o dell'ansia, quella che pensava sempre due volte a cosa fare e poi se ne pentiva, quella Levy che, nonostante la sua bontà e li aiuti che dava senza mai ricevere, rimaneva sempre sola.

Alcuni maschi mi toccarono il culo, esclamando cose come "niente male" o "hei bella, hai un culo formidabile", per quanto possano sembrare delle porcate, mi fecero sentire apprezzata.

Ci fu un momento però, mentre camminavo in mezzo alla folla, che due braccia muscolose avvolsero le mie piccole spalle, e dei capelli mi solleticarono il viso

<<hey gamberetto, sei arrivata>> disse Gajeel ridendo.

Teneva un drink nella mano destra, e il suo alito puzzava di alcol e fumo.

Sorrisi girandomi verso di lui, mentre il mio cuore, come ogni volta che lo vedevo o ci parlavo insieme, cominciava a martellarmi nel petto.

<<hey Gajeel>> dissi inclinando poco la testa e sorridendogli.

Lui dischiuse leggermente la bocca, teneva una mano a mezz'aria, con il drink stretto in essa e mi fissò per un tempo che sembrò non finire mai.

Ricordo che pensai: vorrei  che mi guardasse così sempre.

<<che stai bevendo?>> chiesi rompendo quel momento.

|nalu| Undone.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora