pericolo

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*Ashley*

"Da qualche giorno ormai Jack non ci dà più fastidio e ora è tutto tranquillo".
Questo pensava Ashley mentre andava a fare colazione. Quella mattina si era svegliata con un brutto presentimento e sperava che i suoi presentimenti non fossero fondati.
Arrivò in cucina salutò Ines con un cenno del capo e Peter con un bacio sulla guancia, poi si sedette a fare colazione.
<Cosa dice il giornale Ines?>
<Dice che nel bosco antistante la nostra città sono stati ritrovati dei cadaveri di animali martoriati. Hanno intervistato dei cacciatori esperti e loro dicono che la colpa è dei predatori della zona; che sono troppi e si sono offerti per "diminuirne il numero". Il comune ha accettato>.

Peter e Ashley si cambiarono uno sguardo che diceva molte cose: innanzi tutto; nessuno conosceva quei boschi come la ragazza e lei era sicura che il numero di predatori e prede fosse bilanciato in tutta la zona. Inoltre sapevano che quei cacciatori erano a giro per la zona da molto ed erano semmai loro a sterminare le prede dei predatori.
Da tutto questo ricavarono un'ultima informazione; la principale e più preoccupante: i cacciatori avevano ucciso intenzionalmente molti animali; ricavandone la carne e le pellicce; e poi incolpando i predatori, così da aver campo libero per avere anche le loro pellicce senza essere reputati bracconieri; perché li la caccia era vietata.

Erano molto preoccupati, ma andarono comunque a scuola quel giorno e anche quando tornarono a casa non successe niente. O almeno fino a quella sera.
Ashley era nella sua stanza e la sensazione di pericolo era tornata. Non poté più trattenersi; voleva andare a controllare che i suoi lupi stessero bene. Così si alzò del letto e silenziosamente andò verso l'uscita. Ma quando aveva già la mano sulla maniglia della porta; una voce la fermò.
<Dove stai andando?>
Si voltò e vide Peter appoggiato alla porta della sua camera; le braccia incrociate. Si avvicinò a lei altrettanto silenzioso e le cinse i fianchi da dietro, sfiorandole il collo con le labbra. In qualsiasi altro momento, la ragazza avrebbe goduto del tocco delicato del suo ragazzo, ma era preoccupata per l'incolumità dei suoi lupi.
<Vado dai lupi. Ho ancora quel brutto presentimento.> sussurrò.
Lui alzò lo sguardo sui suoi occhi e la fece voltare verso di lui
<Pensi che ti lascerò andare da sola? Io verrò con te> le disse serio.
<Grazie> mormorò Ashley, abbracciandolo.

I due ragazzi stavano camminando da qualche ora ormai, e non avevano trovato nulla.
Peter aveva cercato più volte di rassicurare Ashley, ma lei non si sentiva pronta a tornare a casa: sarebbe rimasta finché la sensazione di pericolo non se ne fosse andata.

Camminarono ancora per qualche minuto, in cui la ragazza cercava di pensare che andava tutto bene e ti rilassò un poco. Poi però trovarono delle tracce di sangue fresco. Le seguirono e trovarono un cane selvatico morto dissanguato, una tagliola appesa alla zampa destra dietro. Il piede nella trappola era maciullato e non sembrava essere stato una zampa fino a poco tempo prima. Il cuore di Ashley perse un battito: l'animale era morto da poco, nelle vicinanze ci sarebbe potuto ancora essere il responsabile dell'inutile morte.
Accanto al cadavere trovò un'altra traccia: delle orme ancora fresche di grandi e pesanti scarponi. Si mise a correre silenziosamente seguendo la traccia, con Peter che la seguiva, fedele come un cagnolino. Continuò per un po' finché non si fermò, guardandosi attorno: non c'era nulla di nulla, perché doveva preoccuparsi così?
Fermò i suoi pensieri, guardandosi ancora una volta intorno: la sensazione di pericolo continuava a non andarsene.
Si girò verso Peter, guardandolo come per sentire la sua opinione e lui in risposta alzò le spalle. Ashley prese un gran respiro, come per calmarsi, e si girò verso casa. Fece per muovere alcuni passi, quando un ululato rabbioso e leggermente spaventato raggiunse le sue orecchie.
Si girò di scatto, il terrore negli occhi verso la provenienza del suono.
Lo conosceva fin troppo bene, come la sua voce, era familiare e questo la terrorizzava.
Corse verso il suono, che continuava a  udirsi; con Peter che la seguiva, anche lui lo aveva riconosciuto.
Arrivarono nel luogo, un sentiero che si interrompeva con dei fitti alberi tutti uniti che non lasciavano passare neanche la persona più magra di tutte. E lì, con le spalle agli alberi, un ringhio minaccioso e spaventato che usciva dalle zanne digrignate; c'era Sheyla, che aveva una zampa intrappolata in una tagliola e il fucile di uno dei due bracconieri puntato contro.




























Vi lascio la suspance.
Eh lo so; sono cattiva u.u
Domani avrete un altro capitolo, penso sarà il penultimo.
Ciao lupetti🐺

The wolf that is concealed in herDove le storie prendono vita. Scoprilo ora