-New House- Gruvia #1 pt1

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La casa era desolata. L'odore di polvere impediva a Gray di respirare liberamente e la poca luce che entrava  dalle finestre coperte di sudiciume, non bastava ad illuminare l'intero ambiente. Gray sospirò e si guardò per l'ennesima volta intorno, come a volersi accertare di essere veramente lì. "Dannazione. Chi me lo ha fatto fare?" Si chiese camminando a passo svelto verso una delle tante imposte ed aprirla. La luce del sole descrisse una linea retta sul pavimento scuro e Gray si ritrovò a sospirare maledicendo se stesso. Aveva deciso di comprare quella casa fuori città qualche giorno prima. Stava tornando da una missione insieme a Natsu, Happy, Lucy ed Erza, e l'aveva vista lì, sola e decadente. Gli faceva così tanta tristezza che non era riuscito a dormire quella notte, così la mattina dopo era tornato ed aveva perlustrato la zona. La casa era disabitata e fu facile trovare il proprietario e comprarla. Gray non era mai stato uno spendaccione, i soldi che guadagnava come mago nella Fairy Tail non erano mai serviti a molto, ma in quel momento gli furono davvero utili. "Da dove cominciamo?" Chiese a se stesso spogliandosi. Il caldo in quella casa era insopportabile e l'aria satura di polvere rendeva la situazione ancor più impossibile.
"Ehi!" La voce di una ragazza lo distrasse dai suoi pensieri, facendolo voltare verso la porta che era eimasta aperta per far circolare l'aria.
Una ragazza dai capelli blu e dalle forme prosperose se ne stava appoggiata a braccia conserte sullo stipite. Gray la fulminò con lo sguardo, infastidito dalla sua presenza. "E tu saresti?" Chiese poco carino, non era mai stato troppo incline al socializzare. Motivo in più che lo aveva spinto a comprare quella villetta in periferia. Amava la sua gilda, ma avere un posto dove tornare e dove stare per conto suo era sempre stato un suo desiderio.
La ragazza continuava a fissare Gray con una strana luce negli occhi, quasi come se avesse avuto davanti la cosa più bella dell'universo, e forse per lei doveva essere proprio così.
"Gray-sama, giusto?" Chiese con un sorrisino timido, non accennando al voler rispondere alla domanda posta dal ragazzo, che prese questa mancanza come un ulteriore motivo per essere infastidito.
"Ascolta, non so chi tu sia, ma in questo momento non sono dell'umore adatto per conversare, quindi ti pregherei di andare via." Si limitò a dire tornando a concentrarsi sulla sua  casa. La ragazza però non sembrava voler andare via, anzi, proprio in quel momento aveva capito che non aveva la minima intenzione di andar via.
Era stato suo fratello Gajeel, quella mattina, ad avvertirla della presenza di un nuovo vicino e Juvia, curiosa come non mai, era andata a vedere. Era raro che ci fosse qualcuno da quelle parti, ed essendo lontani anche dalla città di Magnolia, Juvia parlava, spesso per giorni interi, solo con suo fratello. Di certo non si aspettava che l'unica casa nei paraggi potesse diventare di nuovo abitata. E di certo non si aspettava che il nuovo proprietario fosse un ragazzo di circa la sua età, dai capelli scuri e il fisico scolpito.
"Juvia Lockser." Si presentò con un sorrisino malizioso. Gray alzò un sopracciglio e si avvicinò a lei.
"Va bene, Juvia -calcò il nome della ragazza e lei per poco non svenne davanti a lui- è davvero un piacere conoscerti, ma ho dei problemi da sbrigare, quindi perchè non te ne torni da dove sei venuta?" Chiese impertinente.
Juvia si guardò intorno con aria furba, poi agitò le mani in maniera elegante e un getto d'acqua si sprogionò da esse, inondando la casa.
"Ma che diavolo fai?!" Provò a fermarla Gray, per tutta risposta il getto d'acqua si fece più forte, le finestre si aprirono di colpo e l'acqua volò via da quelle facendo ritornare la casa asciutta. L'unica differenza era che ora splendeva senza più un filo di polvere. "Primo problema sbrigato." Juvia soddisfatta battè le mani come lodandosi da sola per il lavoro appena sbrigato e Gray non seppe se ringraziarla o buttarla fuori a calci. Insomma, l'aveva aiutato, certo, però sembrava fottutamente pazza e il suo comportamento isterico lo metteva in seria difficoltà.
"Oh. Grazie." Disse allora prendendo la strada della gratitudine. Infondo chi era lui per giudicare? All'interno della sua gilda erano tutti pazzi da legare, ma erano anche i suoi migliori amici, quindi...
"Juvia è felice di poter aiutare Gray-sama, Juvia passa sempre tanto tempo da sola e le piacerebbe poter passare del tempo con qualcuno come Gray-sama..." Borbottò quasi piangendo.
E stava parlando anche in terza persona, si rese conto il ragazzo, che con una mano a grattarsi la nuca, accennò un timido sorriso.
"Allora facciamo un patto. Tu mi aiuti a rimettere la casa in ordine ed io ti aiuto a trovare nuovi amici." Disse alla fine. Juvia sembrava una maga davvero spettacolare ed i suoi poteri avrebbero fatto più che bene alla gilda. "Juvia accetta!" Gridò lei felice, saltandogli addosso presa dall'euforia e stringendolo a sè con violenza, facendolo quasi soffocare.

La casa splendeva ed i pochi mobili che già erano presenti nella stessa, erano stati posizionati da Juvia in modo funzionale e creativo, rendendo la casa un po' più ospitale di come Gray l'aveva trovata.
I due si trovavano seduti a terra con le spalle appoggiate al muro ancora da imbiancare. Mentre pulivano i due avevano parlato del più e del meno, o meglio, Juvia aveva parlato mentre Gray si era limitato ad annuire ogni tanto e a rispondere solo se riteneva necessario. Juvia gli sembrava una ragazza apposto. Era divertente, intelligente ed il suo potere era strabiliante, ma per Gray era forse troppo interessata a lui e non lo conosceva neppure...
"Juvia pensa che abbiamo fatto un bel lavoro." Sospirò la ragazza con un sorriso sulle labbra. Era ormai sera, ed anche se stanca, Juvia era felice di aver passato del tempo con Gray.
"Sì, Juvia, lo penso anche io..." Mormorò Gray chiudendo gli occhi.
Faceva un caldo bestiale, e Gray si era ritrovato presto a indossare solo i boxer. Juvia non si era di certo lamentata, trattenendosi dallo sbavare quando si era girata e lo aveva trovato mezzo nudo al centro della stanza.
"Ti va una birra?" Chiese poi alzandosi per andarne a prenderne una. Non che volesse a tutti i costi tenere Juvia a casa sua, ma lui aveva proprio bisogno di una bibita, e gli sembrava carino offrirne una anche alla ragazza. "Oh. Juvia deve andare..." Fece lei anche se si vedeva che dire quelle parole le era costato molto. Juvia si alzò lentamente e andò verso la porta, mentre il padrone di casa la seguiva. Si fermò fuori dalla stessa e si voltò per salutare Gray.
"Grazie per l'aiuto." Disse questo appoggiandosi allo stipite. Juvia arrossì annuendo. Aveva una voglia assurda di buttarsi tra le braccia del mago e non staccarsi più. Per non cedere alla tentazione, però, si voltò e corse via, lasciando Gray senza parole. "Matta da legare." Borbottò chiudendo la porta con un sorriso.
Andò a prendersi una birra e si andò a sedere fuori, su una sedia in legno che i vecchi proprietari avevano lasciato sul retro. Il panorama era davvero bello, c'era un piccolo laghetto che si estendeva per qualche chilometro, un fitto boschetto lo circondava creando un contrasto di colori mozzafiato. L'odore dell'acqua riempiva l'aria e il venticello che muoveva gli alberi creava una quieta sinfonia.
Solo allora, guardandosi intorno con attenzione, Gray notò che tra gli alberi si poteva notare il profilo di un'altra villetta, che non aveva mai visto. Probabilmente era lì che abitava Juvia, si disse. Chissà se abitava da sola o con qualcun'altro. Magari viveva con la sua famiglia, o con il suo fidanzato... Gray scosse la testa per cacciare via quei pensieri. Come gli era venuto in mente di pensare a lei e ad un ipotetico suo fidanzato? Non riusciva a crederci, quella ragazza non lo interessava nemmeno.
Con un paio di sorsi Gray svuotò la bottiglia di birra e decise di rientrare. La casa, senza la ragazza che lo aveva aiutato a rimetterla in senso, sembrava più vuota. Forse perchè Juvia l'aveva riempita di chiacchiere e di risate per tutto il giorn, mentre ora era buia e silenziosa.
"Gray. Stai esagerando." Si sgridò da solo il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli e rifugiandosi nella dua stanza, arredata con solo un materasso sul pavimento e qualche cuscino sparso sopra. Gray vi si buttò con violenza e affondò la testa nei cuscini, addormentandosi.


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