Laviso dei medici

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Levi pov
4mese:giorni scorrono lenti e la piogia incomincia a scorrere sui vetri ogni giorno quasi come ad indicare un bruto presagio. Oggi il corpo di Eren è più freddo del solito. Penso abia freddo. I miei occhi sono circondati da potenti occhiaie per le varie notti insonni e per le lacrime che anche oggi verso sul pavimento. Intanto ho finito di leggere il libro ad Eren. Spero gli sia piaciuto. A me sarebbe piaciuto di più se lo avremo letto insieme. Come facevamo una volta. Ma ora non è più come una volta. Ora è tutto sbagliato. Ora fa tutto schifo. Hanji continua a chiamarmi o a scrivermi ma io non le rispondo. Non voglio stacare il mio sguardo da Eren. Una voce femminile mi chiama per nome facendomi sobbalzare e incomincia a parlare apoggiata all' uscito della porta.
-Scusa signore ma i medici vorebero parlarle di Eren. Dicono che è importante-
Mi alzo e asciugandomi le lacrime coro nella sala indicatami dalla dona vestita di bianco. Spero con tutto il cuore sia qualcosa di buono. Spero che mi dicano che Eren tra poco si sveglierà dal coma. Lo spero tanto , tanto,tanto,tanto,tanto,tanto,tanto,
tanto,tanto, tanto, tanto, tanto,tanto da sentirmi male. Entro e mi avvicino ai medici che mi guardano spaesati. Si guardano negli occhi come per scegliere chi sarà a parlare e il più alto comincia a parlare
-Eren non cela farà. Abiamo fato il possibile. Non gli diamo più di una settimana di vita ma di sicuro non si sveglierà. Se vuole può firmare questo è un modulo per estrare gli organi ancora vivi così da darli alle persone in pericolo di vita-
-Ci dispiace-
Aggiunge l'altro mentre i miei occhi si fanno lucidi e inizio a piangere violentemente. Facio segno di aver capito con la testa. Un brivido mi percorre la schiena sul penzare ad estirpargli gli organi funzionanti e chiedo di poter tornare in stanza dal mio Eren. Corro per tornare in stanza mentre le lacrime mi tempestato le guance con una pioggia infinita di amarezza e terore. Arivo in stanza e guardo Eren. È pallido freddo e non sorride più quanto darei per rivedere un suo soriso. Per risentire la sua voce. Per avere un suo abracio. Per avere dinuovo il MIO Eren. Mi acascio afianco la lui e mi stringo al suo braccio piangendo a dirotto senza freni ne vergogna.
-Eren, perché ? ti prego non andartene-
Mi stringevo ancora di più a quel corpo robusto che tanto amavo. Tremano come non avevo mai fatto e non riuscivo a parlare bene
-Ti prego Eren. Mi manchi tanto. Mi mancano le tue parole. I tuoi sorisi che nesunaltro saprebbe fare.i tuoi occhi splendenti chiari come il celo d'estate e verdi come le montagne. Mi mancano le tue braccia che mi avolgevano facendomi sentire al sicuro con te. Mi mancano le tue carenze che mi facevano sentire amato. Mi manca tutto di te ti prego non andartene. Sei l'unica persona che mi ha fato sentire amato per davvero ti prego resta con me ancora e ancora. Per sempre. Come mi avevi promesso quella sera-

sei il mio più grande errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora