Atesa

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Se vi va potete ascoltare la canzone mentre legete buona lettura
Levi pov
1giorno: sono nella sala di Eren ha sempre quel espressione rilassata e il battito è sempre irregolare e lento. Gli sto strintendo la mano più forte che posso
-Eren, perché non ti svegli. Ti prego Eren ti prego torna da me-
Gli parlo come se potesse sentirmi ma non ricevo nessuna risposta mi manca così tanto. I medici mi fanno uscire per visitarlo e io mi fermo per tutto il tempo nella sala datesa ad aspettare che finiscano e sperando che concludano presto così potrò tornare da lui.
1settimana:Sono ancora nella sala di Eren giorno dopo giorno il batito continua a ralentrare. Mi fa quasi paura, anzi mi fa paura.
-Eren mi manca tanto il tuo soriso. Mi mancano i tuoi occhi verdi che potevano illuminare il cielo con un solo sguardo mi mancano le tue guance arosate che ti facevano sembrare un pomodoro ad ogni mia parola ma sopratutto mi manca la tua voce. E la cosa che vorrei sentire sempre tutti i giorni della mia vita. Mi manchi tanto Eren-
Ancora nessuna risposta e le lacrime mi rigano prepotentemente le guance candide e palide.
1mese: è da troppo che sono qui e Eren non sembra riprendersi ogni volta che lo guardo incomincio a piangere e a singhiozare di prepotenza senza riuscire a trattenermi nemeno avanti ai medici che vengono a controllarlo. Mi sento vuoto senza di lui.
-Hey,Eren. Come stai? Mi manchi tanto. Perché non torni da me ancora.
Ti prometto che non succederà più. Che non ti tradito più. Che non ti urlero più contro. Che non ti ignorero  più. Che non ti guarderò un altra volta con menefreghismo o con freddezza. Ma ti prego torna da me Eren. Ti scogiuro-
Parlo mentre i singhiozzi mi interrompono e le lacrime mi bagnano le labra scivolando sul mio viso color porcellana.
2mese: i medici mi hanno detto che forse sente quello che gli dico anche se non può rispondermi e questa cosa mi soleva così ho pensato di legergli un libro che penso possa piacergli molto . Volevo regalarglelo tempo fa ma ora non posso. A questo pensiero le lacrime si fano rivedere e bagnano la copertina del libro color erba che ho tra le braccia e stringo a me come un belissimo tesoro prezioso. Inizio a leggere con i singhiozzo che mi frenano e il labro inferiore che trema violentemente facendomi stringere ancora di più al braccio di Eren che stavo stringendo a me già in precedenza.
-scusi ma dovrebbe un atimo uscire dalla stanza. I medici devono visitare il paziente la preghiamo di andarsene per un po. Se vuole può aspettarci in sala datesa la vero' a chiamare a fini controllo-
Sono queste le parole che interrompono il farfuglio confuso che esce dalle mie labra arosate che vengono evidenziate dalla pelle pallida e cadaverica. Esco tremolante non regendomi quasi in piedi e aspettando la fine di quella tortura.

sei il mio più grande errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora