trois.

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Luke sorride allo schermo del suo cellulare non appena si accorge di un messaggio della sera prima e contemporaneamente cerca di vedere dove mette i piedi senza scontrarsi con un palo o inciampare poiché la sua mente crede di essere ancora le braccia di Morfeo.

Da quando il biondo si è trasferito ha provato a fare nuove conoscenze online, persone del posto. Ha cercato alcune persone su Facebook e le ha pure contattate, ma per la maggior parte l'interesse non era reciproco.

L'unica persona che ha avuto il piacere di conoscere il biondo è Calum, il ragazzo che gli ha appena inviato il messaggio. Calum ha i tratti orientali, i capelli neri ed anche un bel fisico; Luke ne è rimasto colpito sin dall'inizio. Ma è così idiota che la prima cosa che gli ha chiesto è 'sei cinese?'; inutile dire che il ragazzo l'ha mandato a quel paese, ma ci ha riso su.

I due si sono affezionati in poco tempo e stanno programmando di vedersi.

A Luke piace Calum: è dolce, simpatico e lo fa stare bene come solo un amico riesce a fare.

Arriva finalmente sano e salvo in pasticceria e si abbroncia quando trova la porta chiusa e le luci ancora spente. Guarda l'ora e nota che sono le sei e mezza del mattino, a quell'ora la pasticceria dovrebbe già essere aperta.

Non sa cosa fare, così si siede sul gradino davanti al locale e ispeziona il posto con occhi vivaci, appoggiando il mento sulla mano stretta in un pugno. Poi esce dalla tasca il suo telefono e prova a chiamare il suo capo, ma ha la segreteria telefonica. Riattacca e riprova a chiamare, magari è solo in un punto dove non prende pensa Luke, ma nulla da fare.

È abbastanza preoccupato e non sa più chi altro chiamare, non ha il numero di Ashton né tanto meno quello di Madison. E resta lì, seduto su quel gradino, ad osservare Federation Square davanti a sé che sembra molto più grande quando non c'è gente. Gli sembra quasi impossibile raggiungere l'altra parte tanto è immensa.

Si rannicchia contro la porta, non volendo tornare a casa, e volge lo sguardo al cielo, che man mano si schiarisce sempre di più e l'azzurro gli ricorda tanto gli occhi della madre; gli manca tantissimo. Cullato da questo pensiero si addormenta.

All'improvviso però sente qualcuno punzecchiargli la guancia e sussulta per lo spavento. Apre subito gli occhi e gli appare un ragazzo dal viso sconosciuto: occhi verdi, labbra carnose e capelli biondi. La prima cosa che balza nella mente di Luke è che potrebbe diventare gay a tutti gli effetti per tutti i ragazzi che ha incontrato. Uno più manzo dell'altro.

"Perché dormivi lì? Sei un senza tetto, per caso? Hai fame?", chiese con lo sguardo preoccupato il ragazzo sconosciuto, svegliando Luke dallo stato di trance.

Il ragazzo dagli occhi azzurri lo guarda stranito. "No, non sono un senza tetto e dormivo lì perché aspettavo qualcuno che venisse ad aprire, dato che non ho le chiavi. E sì, sto morendo dalla fame. In questo momento ucciderei per una di quelle ciambelle ricoperte di zucchero - anche due -, sai quelle che fa Ashton, il pasticcere? Ha le man-", Luke si ferma di colpo non appena si rende conto di aver parlato molto e sgrana gli occhi, sussurrando 'mani d'oro' per completare la frase. Poi porge la mano al ragazzo, "Io sono Luke, è un piacere conoscerti. Sono nuovo qui e lavoro nella pasticceria.", si presenta, non potendo fare a meno di offrire dettagli che non potrebbero interessare al ragazzo e quest'ultimo ride.

"Io sono Michael, è un piacere anche per me.", e Michael gli stringe la mano. "Hai detto che lavori qui? Io sono il nipote di Scott e guarda cos'ho qui.", esce dalla tasca una chiave, quella della pasticceria.

A Luke gli si illuminano gli occhi e balza in piedi. "Tu mi piaci già.", afferma con un sorriso.

"Vieni, andiamo a mangiare, sistemare un po' di cose, e poi nuovamente a mangiare. Ho già detto 'mangiare?'"

"Ecco, ora ti amo!", esclama Luke ridendo insieme a Michael mentre entrano nel locale e iniziano a mangiare le ciambelle che all'una del mattino Ashton ha preparato.

La sera precedente Ashton è tornato a casa per un paio d'ore, per poi tornare in pasticceria. Ha preparato alcune cose per la prima colazione e poi è ritornato a casa, dedicandosi a Madison che la mattina stessa parte. Inutile dire che i due hanno fatto l'amore sussurrandosi dei ti amo e dei mi mancherai.

Il riccio è all'aeroporto e non riesce a staccarsi da Madison, mentre sente l'ultima chiamata per il volo. I due si scambiano un lungo bacio e la ragazza ha le lacrime agli occhi, non volendo stare tanto tempo senza Ashton.

"Avvisami quando arrivi e sappi che ti amo. Due mesi passeranno velocemente.", sussurra Ashton contro le labbra della sua ragazza, lasciando poi un bacio a stampo su di esse. In un secondo vede la sua ragazza correre verso Scott e alza la mano per salutarli, sentendosi già solo.

Resta in piedi in quel punto per un paio di minuti con lo sguardo basso e poi lentamente ritorna verso la sua auto, guidando verso la pasticceria.
Entra e trova già Luke che lavora velocemente per soddisfare tutti i clienti nel minor tempo possibile con quella gentilezza e pazienza che a volte si trova ad invidiare.

"Buongiorno, Ashton! Dormito bene? Come stai?", domanda Luke con il solito entusiasmo e ci rimane un po' male quando il riccio gli passa accanto senza nemmeno rispondergli. Durante quella settimana ha provato a parlare con Ashton, legare un po' con lui, ma il riccio è scontroso e non ha nessuna intenzione di instaurare un rapporto. Gli parlava solo per lavoro.

Ashton va dritto verso una persona, Michael, che sta sistemando i dolci, e gli butta le braccia al collo senza dire nulla. Michael sa già di non dover dire nulla ed abbracciare Ashton per non farlo sentire solo. Ed Ashton sorride nel sentire il calore dell'amico che non dice nulla e lo stringe.

Dopo qualche secondo il riccio si stacca e guarda il viso di Michael attentamente, cercando di non ridere. "Michael, per caso hai mangiato qualcosa?"

"Io? No, affatto!", esclama il ragazzo, pronto a mettersi sulla difensiva per non farsi scoprire.

"Ma zitto, bugiardone! Hai dello zucchero sul viso.", ridacchia Ashton prima di dargli un colpo dietro la nuca. Non appena sente Michael lamentarsi gli esce la lingua come solo un bambino sa fare, per poi andare in cucina.

E in questo modo passa la giornata. La sera Ashton crede di essere rimasto da solo, dato che avevano chiuso il locale e gli altri due ragazzi erano già andati via. In realtà Luke resta. Resta per poter parlare un po' con Ashton, non gli va di tornare a casa e non gli va di lasciare il riccio da solo.

Per una mezz'oretta non si sente volare nemmeno una mosca, ma poi Luke scende dal bancone e va lentamente in cucina. "Ashton?", chiama Luke. Ashton sobbalza dallo spavento e si gira velocemente per vedere chi è.

"Luke, mi hai spaventato! Cosa vuoi e cosa ci fai ancora qua?", sibila Ashton, chiaramente infastidito.

"Non volevo andare a casa e volevo anche parlarti.", Luke si ritrova a mormorare per non infastidirlo di più, si avvicina a lui e si siede sul bancone.

"Togli il cupo da lì, ci preparo i dolci," Ashton lo richiama e Luke fa come gli dice. "Che cosa vuoi dirmi? Non ho molta voglia di parlare."

"Sì, ho notato. Sono l'unica persona con la quale non vuoi parlare. Perché mi tratti così? Sono così male? Sei tremendamente sgarbato nei miei confronti, quando io l'unica cosa che faccio è essere gentile e cercare di avvicinarmi a te."

"Ecco, appunto, cerchi di avvicinarti a me. Non sprecare tempo, è inutile. Non mi piace la gente," Ashton gli spiega e gli punta il dito al petto. "Tanto meno tu."

E con questo il riccio esce dalla cucina, lasciando Luke in piedi con un'espressione delusa che gli attraversa il volto.

jaune → lashton.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora