onze.

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Stare con se stessi a volte può essere un vantaggio ed altre volte uno svantaggio. Ashton in quel momento pensa che siano entrambe le cose.

È un vantaggio perché, se si è a lavoro, ci si può concentrare di più e perfezionare le tecniche appena apprese; se si è a casa ci si può rilassare e ascoltare musica, leggere o magari schiacciare un pisolino.

Ma quando si è a lavoro e si cerca di concentrarsi per perfezionare le tecniche, ma non si riesce perché si vuole essere a casa e si pensa anche ai problemi che tartassano la mente suona come uno svantaggio per Ashton.

Per Ashton stare da solo è uno svantaggio. È rimasto più del dovuto in pasticceria perché aveva bisogno di fare qualcosa che ama con tutto se stesso, qualcosa che lo faccia calmare, ma ciò non gli riesce. Dopo l'ennesima volta che esce dal forno il pan di spagna bruciato e dimenticato comincia ad innervosirsi e manda tutto a quel paese.

Guarda tutto quelle basi per torte poggiate sul bancone e, per non piangere, toglie il cappello dalla testa, lo tira dall'altra parte della cucina e poi da' un pugno al muro più vicino. Senza pensarci due volte prende il telefono e compone il numero di Madison; il telefono squilla ininterrottamente fino a quando non sente quella fastidiosa voce dirgli che il numero è irraggiungibile e vorrebbe urlare dalla rabbia. Ma, ancora una volta, si lascia scivolare lungo la parete e tiene tutta la sua frustrazione dentro; si chiede perché fino a qualche settimana fa era felice e adesso non riesce più ad esserlo.

Butta la testa all'indietro e la poggia contro il muro, chiudendo gli occhi mentre porta le ginocchia al petto. Abbraccia la sua figura e nasconde il capo, desiderando di scomparire. Infondo Ashton non pensa di essere poi così importante per le persone, per il mondo.

Sente di star cadendo giù per colpa di una persona che non lo considera più, ma come dovrebbe sentirsi? Lui e la sua ragazza sono stati insieme per tanti anni, è impossibile non sentirsi così, non reagire così.

Si spaventa quando sente la presenza di qualcuno che si siede accanto a lui ed alza il capo, mostrando gli occhi verdi spalancati all'altra persona.

"Cosa ci fai qui, Luke? È tardi," chiede Ashton, guardando poi l'orologio appeso alla parete che segna mezzanotte e tre quarti.

"Potrei chiederti lo stesso. Come mai sei seduto a terra e ci sono tutte quelle basi bruciate sul bancone?" Luke chiede curioso, poiché questa non è una cosa da Ashton. Lui è sempre molto attento e responsabile, ma in quel momento sembra essere l'esatto opposto.

"Le ho dimenticate... non ci sono con la mente," replica Ashton, volgendo lo sguardo verso il biondo.

"Ho notato," risponde Luke e gli tira scherzosamente un pugno sul braccio ridacchiando. "Dai, alzati. Vieni qui," Luke suggerisce ad Ashton dopo essersi alzato e tende le mani verso il riccio, che quest'ultimo guarda indeciso prima di afferrarle.

"Cosa vuoi fare?" Ashton domanda una volta in piedi.

"Beh, io sono dovuto tornare perché ho dimenticato le chiavi di casa qui. Quindi, ti faccio due proposte: vuoi restare qui a crogiolarti e bruciare tutto o vuoi venire da me a bere qualcosa o semplicemente stare in compagnia?"

Ashton ci pensa un po' su e sceglie di andare a casa di Luke. Appena i due entrano si buttano sul divano con una birra in mano senza proferire parola. Il silenzio presente nella casa non è affatto imbarazzante, più che altro li fa rilassare. Ciò che fa rilassare Ashton sono anche le dita di Luke che vanno ad intrufolarsi tra le ciocche dei suoi capelli e sente che tutto va quasi meglio.

"Ti invidio tanto in questo momento, sai? Sembri senza pensieri, sembra che tutto vada bene per te," Ashton interrompe il silenzio, ma tiene il timbro di voce basso affinché l'atmosfera tranquilla non si alteri.

"Appunto, sembro, hai detto bene. Ma dimmi, cosa ti frulla in quella bella testolina?" il biondo chiede e fa sdraiare Ashton sul divano, la testa sulle sue cosce. Vuole che il riccio provi ad aprirsi con lui.

"Tanti, troppi pensieri... penso a Madison e a come mi abbia piantato in asso senza un apparente motivo. Penso a come tutto va a rotoli quando cerco di mantenere tutti i pezzi saldi, ma non riesco. Mi sento crollare ogni cosa addosso," Ashton sospira e fa vagare lo sguardo per la stanza, non volendo guardare gli occhi color oceano di Luke. Non ama particolarmente esprimere i suoi sentimenti, parlare dei suoi pensieri; è molto riservato. Eppure al biondo ha detto qualcosa e si meraviglia di se stesso.

"Non sei solo, Ash, lo sai questo? Vorrei poterti aiutare a mantenere tutto stabile, vorrei davvero. Cosa posso fare per te?"

"Non puoi fare nulla, o almeno credo. Solo non farmi affondare, non penso di farcela," finalmente il riccio alza lo sguardo e lo fissa con quello di Luke. Poi lo fa scorrere lungo tutto il suo viso alla ricerca di dettagli che non ha mai notato, ma inconsapevolmente si ferma a guardare le sue labbra muoversi mentre parla e non riesce a capire cosa dice; è come ipnotizzato.

Entrambi restano zitti e nella casa cala di nuovo silenzio. Il riccio avvicina di più il viso al ventre di Luke e si accoccola ad esso. Luke istintivamente fa scendere la mano dai capelli di Ashton e gli accarezza con delicatezza la gote, per poi andare a sfiorare il suo naso, la sua fronte e le sue guance con la punta del dito, facendo provare un leggero e piacevole solletico al riccio. Ai due ragazzi pare di stare in mondo tutto loro, dove nessun altro esiste.

Luke si ritrova a pensare che Ashton non è poi così male. È di ottima compagnia, sa che può esserlo di più senza quei pensieri cupi e grigi, ma si accontenta di questo. Inoltre è un bel ragazzo, bellissimo, con degli occhi e un sorriso in grado di catturarti e il biondo non vuole che quel momento finisca. Quindi lo guarda, ancora stretto al proprio corpo con gli occhi chiusi mentre si gode quei tocchi, e vorrebbe tanto fotografare Ashton per potersi ricordare di quel viso anche in un futuro lontano.

"Cosa si prova a baciare qualcuno del tuo stesso sesso?" Ashton si ritrova a domandare non ancora cosciente di quello che ha appena chiesto, i suoi occhi ancora chiusi e la voce bassa come se stesse per addormentarsi.

Luke non aspettava di sentirsi chiedere una domanda del genere. Ci pensa un po' su, cercando le parole da dire, ed alla fine queste arrivano. "È come baciare una persona del sesso opposto. Non c'è alcuna differenza, provi ugualmente delle emozioni. Personalmente, a me piace sentire un leggero strato di barba mentre accarezzo la guancia della persona che sto baciando, è una bella sensazione al tatto," replica, senza nemmeno chiedere il perché di quella domanda.

L'unico perché che Luke si chiede è quando Ashton solleva il capo dal suo ventre e va ad accarezzare la sua guancia dov'è presente un filo di barba; le labbra di Ashton si poggiano contro quelle del biondo e Luke ne resta sorpreso, ma allo stesso tempo felice, e ricambia quel piccolo bacio a stampo.

Sa che il riccio sarà la sua morte non appena ritorna a stringersi al suo corpo arricciando il naso e sorridendo come solo Ashton sa fare.

Mi scuso per l'immenso ritardo, ma ho avuto davvero tante cose da studiare. Spero di farmi perdonare con questo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Volevo anche ringraziarvi, siamo a 600 letture!

Have a lovely day, cuties. xx

jaune → lashton.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora