huit.

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Dopo la confessione di Luke, tutto torna come prima. O quasi.

Né Ashton né Luke sanno cosa dire o fare. Il riccio è rimasto un po' scioccato da ciò che Luke ha ammesso, ma l'ha comunque fatto sfogare fino a quando non ha finito le lacrime. Non può dire nulla a riguardo; non ha neanche fatto domande, è un argomento molto delicato. Non è da tutti i giorni sentirsi dire che qualcuno ha fatto finire in coma qualcun'altro.

Ashton ci riflette a lungo, arrivando a tante ipotesi: sarà stato ubriaco? Sarà stato lucido ma è finito in mezzo ad una rissa? L'ha fatto di proposito? Avrà avuto le sue ragioni? Questo lui non lo sa.

La cosa lo incuriosisce e non poco e non può fare a meno di osservare il ragazzo. Dal momento in cui quelle parole sono uscite dalla bocca del biondo mette da parte quel suo modo di fare da stronzo e inizia a preoccuparsi seriamente per Luke. Soprattutto quando a lavoro lo vede stanco, pallido e con le occhiaie.

Oltre alla sua vitalità, sparisce anche quella dolcezza che Ashton tanto invidiava. Se sorride cortesemente è già tanto per Luke.

Anche Michael si è accorto del cambiamento di Luke e non appena ha avuto la possibilità si è precipitato da Ashton per sapere se sta così per colpa sua. Ashton nega tutto, dice di non sapere nulla. Però lui qualcosa la sa.

Il riccio cerca di essere sempre nei paraggi di Luke, con una scusa o un'altra, per osservare i suoi comportamenti e si sente triste per lui. D'altro canto Luke sa di essere osservato da Ashton e cerca di nascondersi. Nascondersi da Ashton, nascondersi da Michael, Calum ed addirittura sua madre. Sotto i loro sguardi - ovviamente tranne quello della madre - si sente studiato come un animale appena scoperto e si sente scomodo. Scomodo nel mondo.

Luke pensava che cambiando città la sua vita sarebbe cambiata pure, ma non è stato così. Il suo passato è arrivato a colpirlo alle spalle, più forte di prima. I suoi pensieri colpiscono in modo spietato la sua mente e non sa che fare.

Guarda i tre ragazzi con quegli occhioni blu quando loro non se ne accorgono e vorrebbe dire loro cosa ha in mente. Però più di tutti guarda il riccio. Desidera stare tra le sue braccia mentre gli racconta qualcosa senza essere costretto proprio come l'ultima volta, ma d'altra parte non riesce a fidarsi molto. Fino a qualche giorno prima diceva che Luke non gli piaceva.

A fine giornata Luke esce dalla pasticceria mormorando un buonanotte prima di dileguarsi il più velocemente possibile, ma viene raggiunto da Michael.

"Hey, Luke! Posso camminare con te fino a casa tua?"

"Michael, tu abiti dall'altra parte. Non credo ce ne sia bisogno," replica Luke.

Michael aveva già immaginato avrebbe dato questa risposta, ma non si arrende. "So che abito dall'altra parte. Voglio farti un po' di compagnia, non posso?"

"Non devi fare strada in più per me, davvero. È tardi, va a casa. Sembri stanco," dice Luke prima di girarsi e camminare.

"Anche tu sembri stanco, Luke," Michael lo guarda attentamente, cercando di ottenere qualcosa sul perché è in quello stato.

"Lo sono, Michael. Sai, lavoro da questa mattina e mi sento distrutto," Luke ride ironicamente. "Buonanotte, Michael."

Michael lo guarda tirare il cappuccio della felpa e mettere le mani in tasca prima di tornare sui suoi passi. Ashton raggiunge Michael dopo qualche secondo e insieme guardano Luke scomparire dall'altro lato della piazza.

Il biondo prende la strada più lunga per tornare a casa, le strade illuminate dalla flebile luce lunare. La sua ombra è l'unica presenza a fargli compagnia. Nel frattempo considera se chiamare la madre o no. Gli manca da matti e non la sente da un paio di giorni. Le sue mani sembrano avere una volontà propria: afferrano il cellulare dalla tasca e compongono quel numero fin troppo familiare.

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