cinq.

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Quella mattina, quando Luke arriva in pasticceria, va ad inciampare contro qualcuno tanto è il sonno ed il mal di testa che ha. La sua espressione urla fatemi dormire.

"Hey, ma che diavolo fai?!" quel qualcuno gli urla addosso e Luke appoggia gli occhi sul viso della persona che ha appena urtato, notando che è Ashton.

"Uhm, scusami..." mormora con fare assente Luke, andandosi poi a sedere in uno dei tanti sgabelli.

Ashton lo fissa per qualche momento e si schiarisce la gola per attirare l'attenzione del biondo, ma non ci riesce. Sembra perso in un altro mondo. Così si avvicina a lui leggermente preoccupato. "Luke, che succede?"

Il biondino alza il capo, che precedentemente ha appoggiato sul tavolo, e lo scuote come per dirgli di lasciar perdere. Ma Ashton non lascia perdere, insiste e gli chiede nuovamente cosa non va.

"Sono solo stanco e ho mal di testa," sussurra Luke e torna ad appoggiare la testa sul tavolo, chiudendo gli occhi. "So che sei un mezzo maniaco delle pulizie, quindi dopo pulirò il tavolo così non mi sgriderai, non preoccuparti. Solo non urlarmi contro."

"Sta tranquillo, non lo farò," gli dice Ashton e velocemente si siede accanto a lui. "Hai almeno dormito stanotte? Preso qualcosa? Hai davvero una faccia che fa schifo."

"La tua dolcezza è disarmante. E no, non ho dormito per niente e non ho preso nulla," Luke apre i suoi occhioni azzurri e li fissa in quelli di Ashton, con lo sguardo gli chiede indirettamente di non parlare.

"Sicuro di non avere la febbre?" Ashton appoggia la mano sulla fronte del biondo. "No, non hai la febbre. Ma vuoi andare a casa? Ti posso accompagnare io, se vuoi," propone il riccio.

"Non voglio andare a casa. Mi sento solo lì e ho anche bisogno di soldi. Adesso mi alzo, mi ricompongo e mangio qualcosa, così starò meglio," ma Luke non mostra nemmeno l'intenzione di alzarsi e richiude gli occhi sospirando.

Ashton non dice nulla a riguardo e sorride nel vedere il biondo mezzo addormento e si ricorda di quando i suoi fratellini stavano male. Il ragazzo gli fa davvero tanta tenerezza. Così si alza dalla sedia e va in cucina per prendere una ciambella sfornata una decina di minuti prima e prepara anche del latte caldo, che appena pronto versa in un bicchiere di vetro; poi torna da Luke con la ciambella e il bicchere e li poggia sul tavolo, cercando di non fare troppo rumore. Il biondo ha ancora gli occhi chiusi, quasi come stesse riuscendo a prendere sonno, e non vuole svegliarlo. Per la prima volta Ashton sorride a Luke, anche se quest'ultimo non se ne accorge.

"Luke?" Ashton chiama il biondo, ma nessuna risposta da parte sua. Con l'indice gli va a solleticare la punta del naso e ridacchia nel vedere Luke nascondere il viso tra le sue stesse braccia ed emettere un piccolo lamento. "Dai Luke, alza almeno la testa. Ti ho portato una ciambella e del latte, sono caldi. Un uccellino mi ha detto che ti piacciono tanto."

Nel sentire 'ciambella', Luke apre gli occhi e smette di nascondersi tra le sue braccia, adocchiando quelle squisitezze. Lentamente alza il capo del tavolo e afferra la ciambella, mordendola subito dopo. "Ashton, non mi sento tanto bene..." sussurra il biondo mentre mastica e Ashton può ben dire che il ragazzo sta male, dato che non è allegro e pimpante come al solito.

"Sicuro di non volere andare a casa?" Ashton chiede e come risposta Luke sussurra un 'no'. "E cosa vuoi fare qui, Luke? Sai che ci sarà molta clientela e se stai male non riuscirai a fare il tuo lavoro."

"Lo so... posso -- posso stare con te in cucina?" domanda con voce piccola Luke ed ha paura di un rifiuto da parte del riccio, non sarebbe una novità, ma rimane sorpreso quando vede Ashton annuire.

"Vieni con me, su," Ashton si alza dopo che Luke ha finito la sua colazione ed entrambi si dirigono in cucina, senza dire altro.

Luke si siede sul bancone in acciaio vicino al lavello e guarda Ashton prendere un grosso pacco di farina e versarlo in una grande impastatrice, insieme a latte, uova, lievito e così via. Si rilassa nel vedere il riccio così concentrato. Si chiede se sta per preparare l'impasto per le torte o per i biscotti.

"Sei strano quando stai zitto," dice Ashton con un sorrisino. Luke lo guarda buttando la testa lateralmente come un bimbo curioso e muove le gambe avanti e indietro.

"Sei strano quando sei gentile con me," risponde Luke e anche lui sorride. Ashton lo guarda un po' male.

"Ti preferivo decisamente quando stavi zitto," e Luke sbuffa, non dicendo altro. "Però perché non hai dormito? Non che m'importi, sono solo curioso," spiega il riccio. Luke alza il sopracciglio destro alla sua ultima affermazione mentre Ashton si avvicina al biondo e si siede accanto a lui, mentre l'impastatrice va.

"Beh, ieri è venuto Calum da me," biascica Luke, non avendo nemmeno la voglia di parlare con tono di voce moderato per non aggravare il mal di testa.

Ashton fa un verso disgustato pensando già al peggio, e Luke gli da un colpo dietro la nuca. "Non pensare male, per l'amor del cielo! Non mi lasci mai finire," sbuffa il biondo. "Stavo dicendo che ieri è venuto Calum ed è stato da me fino a quando non sono venuto qui... adesso, non vorrei essere cattivo, ma sa che lavoro in una pasticceria diciotto ore su ventiquattro tutti i giorni e che la notte ho quelle poche ore per dormire, ma no, lui è rimasto senza lasciarmi riposare."

"Ti ha spinto a fare qualcosa che non volevi?"

"No, assolutamente, anzi. È rimasto sul divano accanto a me con il cellulare nelle mani e rideva. Il bello è che non mi ha nemmeno considerato, come se non fossi lì... Non volevo nemmeno farlo andare via," spiega il biondino, abbassando lo sguardo e chiedendosi perché Ashton si sta preoccupando di lui all'improvviso.

Ashton non dice nulla, perché non sa cosa dire. Volge lo sguardo sul biondo e poi scende dal bancone, tornando a lavoro. Non vuole dire qualcosa di sbagliato perché da una parte c'è suo cugino e dall'altra c'è Luke, che, beh, non gli sta molto simpatico. Ma deve imparare a conoscerlo meglio, non può giudicarlo senza averlo fatto prima.

"Ti manca la tua ragazza?" Ashton si volta verso la figura di Luke non appena gli chiede ciò. E sì, Madison gli manca da morire. Non la sente da giorni ormai, non sa che fine abbia fatto. E sa che il corso può essere impegnativo ed estenuante, ma gli farebbe piacere essere pensato. È passata poco più di una settimana e già la solitudine lo sta divorando. Ed Ashton non vuole.

"Sì," sussurra Ashton, così piano che Luke riesce a sentirlo appena.

"Come ci riesci?" Luke domanda, curioso.

"A fare cosa?"

"A non sentirti solo," dice Luke con tono basso, non volendo spezzare quell'atmosfera di confidenza che si è appena creata. Non vuole rovinarla, non sa più quando gli capiterà di parlare con Ashton di queste cose.

"Semplicemente non ci riesco," risponde Ashton, mordendosi il labbro inferiore e versa l'impasto in delle teglie.

"Sai, ho visto come stavi quando Madison è partita. Ci sono rimasto male quando ti ho salutato e tu mi hai ignorato. Ma posso capirti," Luke scende dal bancone e si avvicina ad Ashton, che tenta di concentrarsi nel suo lavoro per non lasciarsi distrarre dalle parole del biondo. "Io sono qui se vuoi, anche se tu continui ad allontanarti da me per chissà quale motivo. Non mi piace la solitudine e non mi piace vedere le persone sole. Per quanto felice e pimpante io possa sembrare, sono anch'io un'anima sola. Hai bisogno di una parola di conforto? Io sono qui. Hai bisogno di un abbraccio? Io sono qui. E so che non mi conosci, ma almeno prova a farlo. Lasciati conoscere e non allontanarmi. Non sono una brutta persona come pensi."

Il riccio è sbigottito dalle parole di Luke, ma non lo da' a vedere. Resta lì a mordicchiarsi l'interno della sua guancia e cerca di trovare parole da dire, così sta zitto per qualche momento. "Non ho bisogno di aiuto, Luke."

Senza dire nulla il biondo avvolge entrambe le braccia attorno alla figura del riccio, più piccola della propria, e lo stringe in un breve abbraccio. Ashton però non ricambia, ma socchiude gli occhi al calore che solo un abbraccio può dare. Cerca di non farsi più piccolo e di non stringersi di più a Luke, così si allontana subito da lui e qualche momento dopo lo guarda andare via dalla cucina. Non è colpa di Ashton se non riesce a farsi piacere subito le persone, con lui ci vuole tempo. A volte non vorrebbe essere così introverso e si chiede perché non può essere diversamente.

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