Capitolo 1

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Nevicava.

Una fitta pioggia di neve scendeva senza sosta, sferzata ogni tanto da folate di vento pungente. E c'era la nebbia, una nebbia così bassa e secca che non si riusciva a vedere a due centimetri.

Era appena iniziato dicembre, un mese freddo per eccellenza che, quell'anno, l'ultimo delle superiori per Anna Swan e Dean Dawdson, era anche particolarmente nevoso.

Nonostante il pessimo tempo, Anna preferiva fosse così, piuttosto che le assolate e calde giornate estive, dove poteva anche piovere ininterrottamente per giorni. Se pioveva, era luogo comune che si potesse comunque uscire "facendo attenzione"; se nevicava e c'era nebbia come quel giorno, invece, non c'era verso di uscire e quindi non c'era bisogno di "fare attenzione", tanto non sarebbe successo nulla a nessuno.

Era bello, poi, starsene lì seduti davanti al caminetto acceso, una coperta calda sulle gambe e, anche se si doveva studiare come in quel momento stavano facendo Anna e Dean, era piacevole lo stesso. Il crepitio del fuoco che bruciava la legna secca scandiva i tratti di penna e matita che i ragazzi incidevano sui quaderni e sui libri: l'ultimo anno è l'anno degli esami e bisognava essere preparati il meglio possibile per affrontarli tranquillamente. Ad Anna, però, studiare piaceva gran poco e si distraeva facilmente, per questo Dean la aiutava passando da casa sua ogni giorno per studiare con lei.

Si conoscevano fin da piccoli e, anche se c'era stata qualche scaramuccia in passato, specie nella fase di ribellione adolescenziale di Dean che vedeva in ogni donna nient'altro che un oggetto con cui spassarsela, erano sempre andati d'accordo. Dean, infatti, era un donnaiolo già a quattordici anni, età in cui i ragazzi si tolgono le fette di salame dagli occhi e vedono finalmente che quelle cose con i capelli lunghi e le gonne sono ragazze e, istintivamente come il cane che rincorre il gatto, sanno a cosa "servono". Anna non era mai stata molto contenta di questo suo lato, anche se non aveva un motivo particolare come il fatto che fosse innamorata dell'amico d'infanzia come si leggeva nei suoi manga, ma detestava semplicemente il comportamento da debosciato e farfallone, il classico ragazzo superficiale che oltre la lunghezza di una gonna (e quanto ci sta sotto) non va.

Nonostante questo suo lato, però, Dean era sempre disponibile verso Anna, specialmente da sei mesi a quella parte. In realtà, pensava spesso la ragazza, avrebbe dovuto essere lei a dover essere disponibile verso l'amico ma, chissà perché, era finita con l'essere il contrario.

Sei mesi... pensò. Ci pensava spesso. All'inizio era stato lo shock a farglielo ricordare di continuo, poi fu il momentaneo cambiamento di Dean che la insospettì. Lo guardò: i capelli castani avevano riflessi dorati alla luce del fuoco del camino; il viso aveva un colore ambrato; gli occhi avevano una lucina dorata che ne nascondeva il colore castano intenso. Gli occhi di Dean erano intensi. Ti ci potevi perdere se li fissavi troppo a lungo.

«Me ne torno a casa se fai così» stava dicendo il ragazzo. Anna si accorse solo in quel momento che Dean la stava guardando per capire cosa stesse a fare lì impalata come un baccalà.

«Mi sono incantata» disse semplicemente. Era vero.

«So che sono dannatamente bello, ma se lo dici tu mi viene la pelle d'oca, davvero» e si sfregò le braccia per intensificare il suo disgusto, con la penna tra le dita della mano destra ed un'espressione beffarda sul viso.

«Tranquillo, non c'è pericolo» lo zittì Anna. Il farfallone era in modalità "presa in giro", quindi l'unico modo per fargliela passare era non badare alle sciocchezze che diceva.

Tornarono a fare i compiti tranquilli come prima, anche se, ogni tanto e quasi ad intervalli regolari, era proprio Dean che sbirciava Anna alzando gli occhi su di lei. Ma lei non se ne accorse.

SHURA - il demone dell'InfernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora