Capitolo 12

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Lo aveva baciato. Era l'unica cosa a cui Anna riusciva a pensare al momento. Questa e il fatto che lo aveva avuto accanto a sé per mesi, senza sapere nulla. Che fosse un demone oramai lo aveva digerito anche se ovviamente lo shock era rimasto: il dolore di sapere che il suo amico Dean non c'era davvero più, eppure vederselo lì davanti, che le sorrideva. Ma che fosse addirittura l'erede di Lucifero, questo no, non poteva essere. Idan, quindi, le aveva mentito su tutto? Aveva preso possesso del corpo del suo amico non per scappare dall'Inferno, come aveva detto, bensì per arrivare sulla Terra e iniziarne la sua devastazione? Sarebbe stato come una di quelle entità che si vedono nei film o si leggono nei libri gotici, che ti sussurrano all'orecchio per darti quella spinta necessaria a commettere ciò di cui, da solo, non saresti in grado di fare?

Tante, troppe domande le premevano in testa e quel nome, tanto odiato e tanto temuto, le sembrò d'improvviso l'unica ancora di salvezza, l'ultima spiaggia per riavere la sua vita. E pazienza se non ci sarebbe stato Dean, si disse, meglio morto che ridotto ad un involucro vuoto posseduto dal nuovo Lucifero.

«Mary!!!» chiamò a gran voce mentre, in ginocchio e in lacrime, pensava che nulla avesse oramai più importanza.

«Che cavolo fai!?» si precipitò a zittirla Justin. Anna lo scansò con violenza.

«Mary!!!» gridò ancora. Proprio quando ne aveva finalmente bisogno, pensò la ragazza, non veniva? Non cercava più Idan? Il patto non era più valido?

«Per l'amor di Dio, Anna! Cosa vuoi...»

«Vattene!» Anna cacciò indietro Justin con tutta la forza che aveva in quel momento, in cui si sentiva dannatamente debole e indifesa. «E non osare pronunciare il nome di Dio! Io ne ho abbastanza di tutti voi» continuò «e rivoglio la mia vita!»

«Senza Dean?» chiese Justin nel tentativo di farla ragionare.

«Dean? Nemmeno adesso lui c'è! C'è solo il suo corpo, ma lui no! Meglio saperlo morto del tutto che ridotto così, e tu,» puntò il dito in modo feroce contro Justin «che sei il suo migliore amico, dovresti pensarla come me!»

Sui due cadde il silenzio. Anna fissava Justin, ferita e arrabbiata, stanca e furiosa, con le lacrime che continuavano a rigarle il viso senza che lei le chiamasse; Justin era sui talloni, le braccia abbandonate lungo il corpo, lo sguardo spalancato nella sorpresa di essere consapevole che, alla fine, Anna aveva ragione. Quello che lui aveva non era Dean: poteva benissimo essere un suo sosia come ce n'è almeno uno nel mondo per ogni essere umano, con la faccia identica a Dean, ma dentro non era lui. Era, quindi, meglio saperlo morto?

«Hai ragione...» disse Justin. «Ma Anna, Idan...»

«È l'erede del Diavolo. Vuoi dargli asilo? Sei davvero così fesso?» lo zittì freddamente prima che potesse finire la sua frase. «Mary mi ha proposto un patto» continuò poi, anche se non era del tutto sicura che fosse una buona idea dirlo a Justin. «Idan in cambio della mia vita normale e dell'anima di Dean. Non ricorderei niente di tutto questo, se non che Dean è morto sei mesi fa. Idan non esisterebbe più. Inoltre, così facendo l'anima di Dean andrebbe in Paradiso e non all'Inferno. Se vuoi,» lo incalzò avvicinandosi «posso far estendere il patto anche a te.»

«Non è mia abitudine essere tanto caritatevole,» disse d'improvviso una voce squillante «ma posso fare un'eccezione stavolta, solo per te piccola Anna.»

La voce echeggiava nella casa e Anna non capiva dove Mary fosse. «Dove sei?» chiese.

Ci fu uno sfavillio dorato. «Proprio qui. In verità sono qui da un pezzo» rispose Mary. «Da quando, per la precisione, è arrivato Lucifero.»

SHURA - il demone dell'InfernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora