Capitolo 6

501 20 0
                                    

Anna non vedeva via di fuga e non aveva la minima idea né di come liberare o almeno aiutare Idan, né come poter scappare lei stessa. Era certa che non appena si fosse mossa, i demoni le sarebbero piombati addosso ad una velocità disumana, per poi ucciderla all'istante.

«Anna!» gridava Idan ancora stretto dalla nube.

«I...Idan! Che devo fare? Cosa...» Anna incespicava con le parole. Ora che aveva dato aria alla bocca, le si formò un groppo in gola che le rendeva difficile parlare, di urlare proprio non se ne parlava, mentre sentiva salire le lacrime assieme al terrore di quegli esseri che le andavano incontro.

«Argh!» L'urlo di Idan la fece girare di scatto verso di lui: la testa era girata così tanto verso destra, che i tendini del collo erano ben visibili da formare una montagna; le braccia, trattenute da delle manette di nube ai polsi, erano allargate come su una croce e si vedevano dei tagli comparire qua e là, facendo sgorgare sangue; anche le gambe erano legate e sui pantaloni, a livello delle cosce, andavano formandosi chiazze circolari rosso scuro, quattro per ogni gamba, come se delle unghie le stessero trafiggendo. Anna non sopportava quella visione: Idan stava soffrendo ed il corpo del suo amico Dean stava venendo ridotto a brandelli.

«Il Capo ti ha cercato tanto. Non la si fa franca con lui, dovresti saperlo» diceva la nube che aveva assunto la forma di un muso di bestia a livello del viso di Idan. «Ora fa il bravo e seguici all'Inferno, o la tua amichetta morirà all'istante. Basta un mio ordine, lo sai.»

«Se...» parlò a fatica Idan, «se ti fosse così facile, l'avresti già fatto da un pezzo. Sei solo un demone fifone, tu hai paura e quindi ci vai piano. Se mi ferisci o se mi uccidi chi lo sente poi, eh?» lo derise, anche se sapeva essere un azzardo.

Il demone, infatti, non la prese bene e affondò ancora gli artigli nella carne del ragazzo.

«Ci ho preso, eh?» continuò a stuzzicarlo Idan. «Nemmeno giù all'Inferno eri un pezzo grosso, tutto solo alla guardia della Sala del Lago della Perdizione. Bel compito eh? Aprire la porta per le anime da distribuire nei vari gironi. Il Portiere dell'Inferno, ecco cosa sei!»

«Figlio di puttana!» ringhiò il demone, lacerando il petto di Idan che emise un grido aspro di dolore. «Lui ha avuto fiducia in me tanto da mandarmi a prenderti perché sa che io sono in grado di riportarti da lui!» rispose poi.

«Oppure» ipotizzò Idan, «era certo che saresti stato sconfitto, così da avere un demone fallito in meno a cui badare.»

La furia del demone si manifestò con l'oscuramento totale del cielo, privo di ogni stella, privo di ogni velo di luce, e anche le luminarie del parco e della strada che lo costeggiava andavano affievolendosi. L'oscurità inghiottì ben presto tutto e, con un bisbiglio, il demone confessò Idan: «Dì addio alla tua puttanella umana» disse. Una risata gutturale si sparse in cielo, scendendo fino a terra come un'incudine.

Idan non aveva più speranze se non una sola: doveva salvare Anna ad ogni costo e, ora, non solo per la promessa fatta a Dean, ma perché l'amava e sapeva che lei ricambiava. Richiamando a sé tutte le sue forze residue, a discapito del sangue perso fino a quel momento, si trasformò nello shura che era ed anche di più: sentì, infatti, che il suo potere non era come quello di tutte le altre volte, bensì era più forte, più impetuoso e, cosa che più lo deliziava, sentiva di averne molto di più. Fece leva sulle braccia per liberarsi dalle manette di nube, stringendo i pugni tanto da farne uscire sangue. Sentiva qualcosa affondargli la carne dei palmi, ma non era il Demone Guardiano, era lui stesso. Quando liberò una mano, non ci fu nessuna esitazione su dove avesse potuto metterla: con uno scatto fulmineo afferrò qualcosa in mezzo alla nube che, subito dopo, prese la forma di un collo. Aveva afferrato il Demone Guardiano e stava stringendo con tutta la forza che aveva, e sentiva di averne davvero molta. Il demone mugolava appena, soffocando nel suo stesso ringhio.

SHURA - il demone dell'InfernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora