Capitolo 15

284 10 0
                                    

Il panorama una volta usciti dall'Arena era lo stesso identico corridoio che avevano lasciato prima di entrarci, putrido e viscido come interiora. Altri Demoni Sentinella erano appostati davanti ad altre porte di bolge, dalle quali provenivano i suoni più orribili e indecifrabili, nonostante fossero chiuse. Le sentinelle, come quelle che avevano incontrato in precedenza, avevano lo sguardo socchiuso verso il basso ed un'espressione apatica, quasi assonnata e terribilmente annoiata. Nessuno di quei Demoni Minori fece caso ai tre che continuavano ad avanzare, con Anna e Justin incollati ad Idan per evitare di venire visti come esseri vivi e non anime di umani morti. Ogni tanto capitava che un bagliore sfavillasse negli occhi spenti delle sentinelle, sicuramente del rancore verso Idan, ma nessuna si mosse.

«Quanto manca ancora, Idan?» chiese Justin quasi sussurrando.

«Abbastanza, se non troviamo altri intoppi. Molto di più se sbuca fuori qualche altro Demone Superiore del cavolo» rispose lo shura continuando a guardare avanti.

Anna non emise un fiato. A stento stava vicino ad Idan, Justin se ne accorse, tratteneva così tanto il respiro e il suo livello di tensione era così alto, che sudava come una fontana. «Che ti prende?» le chiese con un bisbiglio.

Anna sobbalzò. Scosse leggermente la testa per dirgli di lasciarla in pace.

«Dai, che hai?» insisté l'amico. Nel vedere che Anna non le rispondeva, Justin richiamò l'attenzione di Idan: «Ehi, Anna non sta bene.»

Idan rallentò il passo ma non si fermò: se si fosse fermato avrebbe sicuramente attirato l'attenzione delle sentinelle che avrebbero chiamato i loro padroni. «Che hai, Anna?» chiese Idan e da dietro afferrò la mano della ragazza.

Anna, presa alla sprovvista, cacciò un urlo da far impallidire qualsiasi demone, tanto che le sentinelle alzarono gli occhi socchiusi ed un vivido bagliore giallo iniziò a sprigionarsi da essi.

«Che diavolo fai?!» ringhiò soffocato Idan, bianco come un cencio per timore di trovarsi di lì a poco tutta la raccolta demoniaca al completo. «Che strilli a fare?!»

Anna, che finora si era trattenuta, si mise a singhiozzare e poi a piangere a dirotto, avvinghiandosi al braccio di Justin e scacciando malamente la mano di Idan. «Sei... un mostro...» mugugnò tra le lacrime.

Il viso di Idan divenne inespressivo: la rabbia, la paura, la tensione, tutto sparì. Fu come cancellare la lavagna che, senza nessuna scritta, restava lì inespressiva a non dire niente.

«Anna, ma che...» iniziò Justin, ma fu interrotto dai singhiozzi della ragazza.

«Nell'Arena... ti sei trasformato... in un mostro! Cos'era quello? Eri davvero... tu?»

Idan si fermò davanti alla porta della seconda Arena: aveva pensato di superarla senza intoppi stavolta, ma il piano cambiò ora che Anna era completamente terrorizzata da quanto accaduto prima. La mise vicino alla porta, in modo da stare lontano dagli sguardi delle sentinelle, e le cinse le spalle che lei strinse a sé con uno spasmo di paura.

«Hai avuto paura?» chiese Idan. Anna annuì, gli occhi chiusi così forte da vedere stelle e pallini fosforescenti.

«Hai avuto paura... di me?» chiese ancora lo shura. Anna lentamente annuì, lasciando cadere le braccia e rilassando le spalle, che caddero flosce sotto la presa salda ma gentile del demone.

«Mi fa ancora paura la tua trasformazione solita, quella cadaverica con gli occhi rossi... Non sapevo che potessi diventare peggio... Non me l'hai detto...» disse la ragazza con un filo di voce.

«Pensavo... no, speravo, di non doverla usare, per questo non te ne ho parlato. Pensavo di cavarmela nello scontro con la mia sola forza, ma non potevo certo venirti a dire di coprirti gli occhi quando mi sono trovato davanti il Sacerdote... Mi dispiace, Anna.»

SHURA - il demone dell'InfernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora