Chapter 17

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Erano tutti attorno al corpo di Chloe. Dave urlava contro Jane sul fatto che fosse una pessima idea portarla alla riserva e che lei fosse in grado di curarla. Dal canto suo la ragazza continuava a ribadire il fatto che non avesse gli strumenti e le competenze necessarie a capire che cosa avesse Chloe.

La lite andava avanti da quasi dieci minuti e in tutto quel tempo Yan era rimasto immobile, statico. Ogni tanto qualche contorsione della mascella aveva mosso il suo corpo, ma per il resto non si era mosso né aveva parlato. Il suo sguardo era sempre rimasto fisso sul corpo cadaverico della ragazza. Non respirava e non aveva dato alcun segno di vita.

«Jane è una pessima idea portarla alla riserva» tuonò Dave. «La più vicina è Ercolano e anche se hanno un ospedale fornito non ci farebbero mai entrare. Hai visto come è difesa? Hai la minima idea di cosa potrebbero farci se sapessero che cosa siamo? Non possiamo presentarci e dire "Ehilà abbiamo trovato questa ragazza e ci serve il vostro aiuto". Bella fregatura. Non hanno infatti scanner esterni per riconoscerci»

«Capisco che è pericoloso, Dave» rispose lei con la voce più calma che potesse avere. «Ma non c'è altra alternativa. Io non posso curarla e non posso sapere che cosa ha che non va. Non ho gli strumenti adatti. Se non fosse l'unica scelta secondo te l'avrei proposta con tanta leggerezza?»

«No, io mi fido di te. So cosa sei in grado di fare. Non puoi arrenderti proprio adesso» La sua voce era colma di rabbia ma sembrava allo stesso tempo dolce, come se pensasse veramente che Jane potesse risolvere qualsiasi problema.

La ragazza gli mise una mano sopra la spalla e lo guardò negli occhi. Entrambi avevano ripreso la forma umana non appena si erano avvicinati a Chloe e la preoccupazione di entrambi si notava benissimo in tutta la tensione dei muscoli. Le loro bocche e mani erano ancora macchiati di sangue che si era coagulato in chiazze marroni e rosse sulla loro pelle.

«Dave» disse la ragazza, «guardami». Dave alzò lo sguardo e fissò gli occhi arancio dell'infetta. Jane vide qualcosa in quel suo sguardo, qualcosa di nostalgico e di triste. Gli occhi erano lucidi e aveva tutta la faccia corrucciata. Sembrava come se stesse chiedendo l'impossibile e che ne fosse perfettamente consapevole.

«Se fossi in grado di aiutarla» continuò la ragazza con voce dolce, «l'avrei già fatto. Ma non posso. Non posso farlo da qui» Gli sorrise. «Su questo devi credermi»

Gli occhi di Dave si fecero lucidi. «Jane» disse in un sussurro, «lei non può andare da Eva» Deglutì un gruppo in gola. «Deve restare qui, c'è chi ha bisogno di lei. A Eva lei non serve»

Fu come uno schiaffo in faccia per Jane. Era vero allora che ancora non era riuscito a superare quello che aveva fatto alla sorella. Provò una profonda compassione per lui. Non l'aveva mai visto in quello stato. Lui, un marine dell'ESGZ dal carattere di ferro. Ora stava quasi per scoppiare a piangere.

Fu Yan a risollevare la situazione. Gli appoggiò una mano sulla spalla e lo costrinse a guardarlo.

«Dave» esordì lui, «io non voglio che lei se ne vada. Puoi capirlo questo, vero?»

L'infetto rispose con un cenno di assenso.

«Non andrà da Eva e se dovesse andarci per causa mia non so che farei. Farò tutto il possibile per far sì che non la raggiunga. Ma per farlo mi serve il tuo aiuto, pensi di poterlo fare?»

Dave fece di sì con la testa.

«Molto bene» continuò Yan. Jane notò che sembrava stranamente calmo nonostante la situazione in cui fossero non sembrava ottimale. Ma se avesse perso la calma, probabilmente si sarebbero uccisi a vicenda e Chloe sarebbe rimasta in quello stato. Come poteva reprimere in quel modo quello che sentiva in quel momento, le era ignoto.

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