Chapter 18

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Si passò nuovamente la lingua umida sulla spalla. La ferita del laser era orribile: aveva tutti i bordi bruciacchiati e dei brandelli di pelle erano appesi qua e là. Il sapore era dannatamente schifoso ogni volta che la leccava.

Volse lo sguardo verso Jane e la vide leccarsi le proprie bruciature con disinvoltura. Mai l'aveva vista cedere di fronte a un po' di dolore, mai l'aveva vista ferita. E ora, mentre era intenta a curarsi la ferita all'ala destra, sembrava una creatura fragile e non la terribile infetta che riusciva sempre a scamparla. Lei non era come lui che si buttava a capofitto in ogni cosa non curandosi di quello che si sarebbe fatto. Il suo corpo era forte e robusto e qualche cicatrice in più non guastava. Jane era diversa; lei ponderava ogni cosa e stava attenta a quello che faceva. Vedere ora il suo corpo sfigurato da quelle bruciature era innaturale. Quasi stentava a crederci.

Una volta constato che la sua bruciatura si stava pian piano rimarginando si avvicinò a Jane.

«Come stai?» chiese. La sua voce sembrava lievemente preoccupata.

Lei alzò il muso e abbassò l'ala che si stava leccando. Lasciò che l'immagine di Dave le si scolpisse in mente. «Sto bene, non è nulla di grave» rispose con disinvoltura.

Dave rimase per qualche secondo immobile, poi con una zampa alzò delicatamente l'ala dell'infetta. Notò che la ferita si stava sistemando, ma la cicatrice che aveva lasciato non se ne sarebbe andata via tanto facilmente.

«Ti ho detto che sto bene Dave» disse secca lei riabbassando l'ala. «Non c'è bisogno che ti preoccupi»

«Lo vedo» disse lui, «quella cicatrice non se ne andrà lo sai?»

«Forse era il caso che ne avessi qualcuna anche io oltre a quella del morso»

Dave mostrò a Jane la zampa anteriore sinistra facendole vedere il tatuaggio che gli si attorcigliava attorno tutto l'avambraccio.

«Siamo quello che siamo, Jane, purtroppo questo è inevitabile» fece una pausa, «solo che fino ad ora non ti era mai successo e devo ammettere che mi hai fatto preoccupare»

«Ti preoccupi per qualcuno diverso da te stesso?» chiese lei con sarcasmo.

Lui avvicinò il muso a quello di lei. Il cuore di Jane ebbe un sussulto. «Mi preoccupo per quelli a cui voglio bene. Mi sono sempre preoccupato per voi e sinceramente vederti a terra mi ha spaventato» schioccò la lingua. «È grazie a voi se sono quello che sono e non una bestia senza controllo»

«Dave» disse lei con voce dolce. «Tu non sei una bestia»

«Io ho ammazzato Eva, Jane. Mia sorella. Ho ammazzato mia sorella»

«Non eri in te, Dave. Non è stata colpa tua»

«No, invece è stata colpa mia e per questo non mi perdonerò mai. Però almeno posso provare a proteggere quelli che ho intorno. Se mi preoccupo è solo perché non voglio che vi accada nulla di male. So che sai badare a te stessa e aggiungerei anche in maniera ottimale. Solo non farmi prendere più certi spaventi e prima di fare mosse avventate fai andare avanti me la prossima volta»

Appoggiò allora il muso contro quello di lei e le loro membrane entrarono in contatto. Una miriade di terminazioni nervose si infiammarono sulla calotta di Jane e il suo cuore iniziò a battere sempre più velocemente. Esistevano solo loro due in quel momento. Non c'era più il dolore all'ala. Non c'era più il caos del mondo. Perfino Yan e Chloe erano relegati in un angolo della sua mente.

Dave staccò il muso dal suo. Se fosse stato in forma umana avrebbe sorriso. Volse lo sguardo verso le mura della riserva.

«Speriamo che vada tutto bene» disse preoccupato.

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