Chapter 19

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«Ma quanto ci mette? Possibile che ci voglia così tanto? Da quanto sono dentro?» Per tutte le volte che aveva camminato avanti e indietro, sul terreno si era formato un piccolo sentiero di terra calpestata. Aveva le unghie mordicchiate e per l'agitazione le si erano arruffati i capelli.

«Vedrai che è andato tutto bene» non aveva idea di quante volte glielo avesse ripetuto. Ormai aveva perso il conto. «Yan non è stupido»

«Non sarà stupido» commentò Jane, «ma è un maledetto impulsivo»

Staccò a morsi un brandello di carne ancora attaccata all'osso. «Non ero io quello impulsivo?»

Jane si voltò di scatto osservando l'amico. Dave se ne stava beatamente seduto a terra in forma umana. Teneva in mano quella che poteva sembrare una zampa quasi del tutto spolpata e stava addentando gli ultimi rimasugli di carne. Certo un Feret non era una gran preda, ma almeno poteva saziare momentaneamente un individuo.

«Mi spieghi come diavolo fai a mangiare in un momento come questo?» chiese lei esasperata. «Ma dove hai la testa, me lo vuoi dire?»

Dave la osservò con aria interrogativa. Sembrava uno di quegli animali che giravano la testa per chiedere scusa per qualcosa che avevano fatto. «Guarda che non sei l'unica ad essere preoccupata» disse alzandosi da terra. «E poi lo sai che mangio quando sono nervoso»

Le si avvicinò lentamente.

«Scusami» disse lei abbassando lo sguardo. «È che ho paura che sia andato storto qualcosa»

«Ehi» Dave le prese il mento tra pollice e indice. «C'è sempre qualcosa che va storto, ma questo non vuol dire che non li rivedremo più. Non dimenticarti che stiamo parlando di Yan, non di un infetto qualunque»

Lei sorrise e lo guardò. Aveva la bocca completamente imbrattata di sangue ma nel suo sorriso spiccavano i denti bianchissimi. Effettivamente non si era quasi mai soffermata a guardarlo in quel modo, vedeva la fioca luce della sera risplendere sul pendente che portava all'orecchio sinistro. Ripensò alla sorella, a quanto Dave potesse amarla e a quanto fosse difficile per lui dover convivere con tutto questo.

«E comunque» continuò lui prendendo le piastrine che aveva al collo e mostrandole a Jane. «Se anche qualcosa dovesse andare storto, non ci dimenticheremo facilmente di loro. Saranno con noi»

Jane poté vedere le due piastrine metalliche nella mano di Dave. Una con chiaramente inciso "Dave Tugger" mentre nell'altra era stata impressa con un coltello la scritta "Forgive me, sister".

«Per sempre» concluse lei poggiando la mano su quella di Dave e richiudendola per fargli stringere le piastrine.

«Non so» disse una voce alle loro spalle. «Volete che vi lasci soli?»

Entrambi si voltarono e videro Yan comodamente appoggiato con le spalle su un blocco di cemento armato. Teneva le braccia incrociate e li guardava sorridendo.

Jane lo guardò scura in volto e scansò malamente Dave avvicinandosi a gran passi verso di lui. Appena gli arrivò vicino gli mollò uno schiaffo colossale.

Yan la guardò frastornato e completamente stupito.

«Ti sembra la prima cosa da dire, razza di deficiente?» tuonò Jane. «Hai idea da quanto tempo è che mancate? Hai idea di quanto ci avete fatto preoccupare?»

«Cavolo» disse Yan massaggiandosi la guancia. «Se avessi saputo che mi avresti preso a schiaffi al mio ritorno, avrei fatto bene a non tornare per niente» poi si rivolse all'amico. «Si può sapere che le hai fatto?»

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